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– Angelo Della Chiara ha 67 anni e la voglia di correre di un ragazzino appassionato. Per preparare le sue adorate maratone, si allena due volte la settimana la sera dalle 6.30-7 in poi, con qualsiasi tempo e con qualsiasi livello di stanchezza. Dice: “L’importante è trovare la forza per uscire di casa. Una volta fuori, è bellissimo e le energie ritornano come per incanto”. I suoi tragitti sono verso lo stadio, Santa Maria in Pietrafitta, per un totale di 15-20 chilometri, a sera.
Due figli, professione elettricista, marignanese purosangue, come ama sottolineare, con nonni di Tavullia, ha corso una cinquantina di maratone, comprese due a New York, ’94 e ’98. L’ultima, all’Avana, Cuba, lo scorso 17 novembre, non l’ha terminata e la “sconfitta” l’ha contrariato non poco. Racconta: “Le maratone prima che con le gambe si concludono con la testa. Se si ha la convinzione di finirla, è molto difficile deludere. A Cuba mi sono alzato con la svogliatezza, senza sapere il perché, dato che fisicamente stavo benissimo. Forse mi ha vinto una pioggia tropicale”.
Ma a che cosa si pensa quando si corre? “Mi piace osservare il paesaggio e non disdegno neppure qualche battuta con una bella ragazza ai ristori. Invece, quando si va in crisi penso a cose strane”.
Ex ciclista dilettante per 4 anni del glorioso Velo Club Cattolica, Della Chiara ha iniziato per caso nell’85, per seguire il figlio che faceva corsa e per tenersi in forma in vista delle gare di ciclocross. Da qui è nata la passione. Oltre alle maratone ha partecipato ad una serie di gare sulla lunga distanza: Pistoia-Abetone, Passatore (100 km), la 50 Km di Romagna, Porretta Treme-Corno alle Scale (arrivando quinto della sua categoria). Prima dell’incidente del ’98, riusciva a percorrere la maratona sotto le 4 ore; da allora sempre sopra questo tempo-soglia. Il suo sogno è correre una maratona nel deserto.