– Giovanna Zoboli è morta negli anni Settanta. Dal dopoguerra aveva partecipato con la gentilezza della forza e la forza del sorriso alla vita pubblica di Misano. La comunità l’ha ricordata lo scorso 8 marzo, Festa della Donna. Cerimonia al Centro sociale Del Bianco, erano presenti un centinaio di persone, tra cui Leonida Grossi, presidente di Pari opportunità provinciale, le figlie Carla e Bruna, alle quali è stata consegnata una targa.
L’orazione, se si può dire così, l’ha tenuta Grazia Nardi, oggi impiegata in Provincia, nei ’70 giovane impiegata nel Comune di Misano. Alcuni passaggi della sua riflessione: “…oggi è un 8 marzo speciale, un 8 marzo che si riprende il suo vero significato… senza nulla togliere alla Festa, alle Feste della Donna. Anzi, nei Centri sociali più che mai le donne hanno un ruolo fondamentale, pensate a cosa sarebbero questi centri senza le donne, coppie di uomini che giocano a carte ed invecchiano. Qui, invece, grazie a donne che anche a 60, 70 anni, hanno scoperto la propria autonomia, o rimaste tale hanno riscoperto il piacere dell’indipendenza e, in molti casi, il piacere di riformarsi una famiglia, o quantomeno ritrovare un affetto, se non un amore.
Questa giornata dedicata a Giovanna Zoboli diventa così l’occasione per sottolineare il legame tra l’essere donna e il modo di affrontare i problemi della propria vita, della propria città, del proprio Paese (quello con la P maiuscola). L’essere donna e come affrontare i rapporti tra e con le persone, soprattutto con quelle che la pensano diversamente da noi. Perché sotto questo punto di vista Giovanna è stata una donna speciale ed il suo è un esempio che non può andar perso.
Giovanna era una donna piccola, magrolina, niente affatto arrogante, pochi studi e, quindi, parole semplici, essenziali, ma aveva la forza degli ideali alimentati nella sua terra di origine, l’Emilia: il rispetto per le persone e soprattutto per i lavoratori; una convinzione forte nella parità dei diritti tra uomo e donna, una fede profonda nelle giovani generazioni, la capacità di dialogare con tutte le forze politiche. Convinta che sui problemi veri e sul bene della città si poteva raggiungere un’intesa.
…Giovanna non ha mai diviso il ruolo privato dal suo impegno civile. Era una donna ‘impegnata’ ma era anche una moglie fedelissima, una mamma particolarmente sensibile, una suocera speciale, capace di trasmettere i suoi valori, così come le donne romagnole sanno trasmettere le loro ricette delle tagliatelle o della piada.
Una donna semplice, ma senza pregiudizi che nella Misano di allora (di fatto un paesino) si muoveva come se fosse in una metropoli: libera. Con la sola forza della ragione. Che a Giovanna Zoboli sia intitolata un pezzo della città”.