di ALBERTO BIONDI
Non bastano i libri di grammatica per imparare una lingua. Che sia l’inglese, il francese, lo spagnolo, il tedesco o il giapponese, lo scoglio che prima o poi tutti dobbiamo superare è sempre lei, la conversazione, regina di tutte le fobie quando la persona davanti a noi non parla italiano. Perché se è vero che quando leggiamo possiamo prenderci tutto il tempo che ci serve per capire lo scritto, spulciando con calma le nozioni che ci hanno fatto studiare, in una conversazione bisogna interagire sul momento, a tu-per-tu, e per molti la sensazione è quella di una pistola puntata alla tempia. Non esistono scorciatoie: si apprende a parlare solo parlando. Questione di allenamento, puro e semplice.
Ora, alcuni possono ovviare al problema grazie alla loro professione, ai viaggi o ai corsi di lingua… ma la verità è che il più delle volte mancano le occasioni concrete per fare un po’ di pratica, specie nella nostra zona. Così l’Associazione Culturale Cambia-Menti si è inventata gli aperitivi “Drink&Talk”: niente di diverso dai soliti a cui siamo avvezzi, lo spritz, la musica e i salatini non mancano di certo; l’unica regola che vige è parlare esclusivamente in lingua inglese. L’iniziativa (partita solo un anno fa, ndr) ha raccolto un successo inaspettato grazie al passaparola e alla promozione sui social network, tanto che per far fronte al crescente numero dei partecipanti si pensa di raddoppiare l’attuale appuntamento settimanale del mercoledì. Volevamo saperne di più su “Drink&Talk” e abbiamo intervistato Alexia Bianchi, coordinatrice del progetto e nostra interlocutrice per Cambia-Menti.
Prima domanda: dove e quando avvengono gli incontri?
“Ci troviamo ogni mercoledì a partire dalle 19.30 nella saletta interna del locale “Due Come Noi” (Corso D’Augusto 207, Rimini). Per partecipare è necessario prenotarsi sulla nostra pagina Facebook, via mail o telefono, oltre a versare una quota complessiva di otto euro che include anche il da bere”.
Perché degli aperitivi in inglese?
“Perché prima di noi a Rimini non c’era niente di simile. Drink&Talk è nato sulla scia di iniziative che all’estero, ma anche a Milano e a Roma, raccolgono una grande partecipazione. Noi abbiamo inventato qualcosa sui generis qui. Sentivamo il bisogno di sprovincializzare il nostro territorio, che per quanto passi per meta turistica aperta e accogliente è in verità ancora abbastanza chiuso. Come italiani siamo famosi per non amare particolarmente l’inglese e i riminesi non sono molto abituati ad aprirsi, ma poi basta dar loro le occasioni”.
In quanti partecipano a Drink&Talk? C’è un target prevalente?
“All’inizio come puoi immaginare eravamo quattro gatti, anche perché abbiamo pubblicizzato l’evento solo su Internet, ma poi è partito un incredibile passaparola ed ora stiamo pensando di dividere i partecipanti in due gruppi, uno il mercoledì e l’altro il giovedì, per ragioni di comodità. In totale siamo una quarantina, assolutamente di ogni età ed estrazione sociale, dai giovanissimi ai signori più maturi. Vengono professionisti, cuochi, ingegneri, insegnanti di inglese, attori… Gli aperitivi sono una formula divertente e fuori dagli schemi per socializzare e far pratica con l’inglese”.
Immagino che non tutti riescono a rompere il ghiaccio le prime volte…
“Sì, è così. Vincere la vergogna è il primo passo, ma chi desidera partecipare non ha l’obbligo di dover parlare per forza. Può anche ascoltare gli altri, se non se la sente subito. I livelli di inglese sono molto variegati e l’iniziativa non è pensata come un corso. Non valutiamo nessuno, ci mancherebbe”.
E i madrelingua hanno aderito all’iniziativa?
“Al momento sono una decina, chi dall’Inghilterra, chi dalla Scozia, l’Irlanda, gli Stati Uniti… Sono persone trasferitesi qui da noi e anche per loro Drink&Talk è diventata una buona occasione per ritrovarsi e chiacchierare. Costituiscono una risorsa preziosa, perché ascoltandoli si impara moltissimo. Ad ogni appuntamento nominiamo un ospite d’onore, che di solito è un madrelingua o una persona con un buon livello di inglese, il quale può decidere liberamente un tema da discutere per iniziare la conversazione. Alcuni preparano anche dei materiali che poi provvediamo a far girare su Facebook a tutti i partecipanti. La consuetudine vuole che l’ospite d’onore non paghi il suo drink”.
Cosa bolle in pentola per il prossimo appuntamento?
Domani 12 febbraio sarà presente il fotografo Erik Gande, che illustrerà i vari progetti a cui si sta dedicando. Dopo l’aperitivo gli ospiti potranno seguire Erik e raggiungerlo alla “Lavanderia Ricircolo dei Cervelli”, il locale dov’è allestita la sua mostra “City in Motion”. Tutto, naturalmente, in inglese. Segnalo anche l’iniziativa parallela a Drink&Talk, “Movie&Talk” di domenica 22 febbraio e 1 marzo in Galleria d’Arte Primo Piano in via Garibaldi in cui guardiamo film in lingua originale con i sottotitoli in inglese”.
In futuro gli aperitivi parleranno anche lingue diverse?
“Non escludiamo la possibilità di organizzare degli aperitivi in spagnolo, visti gli interessati e la presenza di una nutrita comunità latina nella nostra città”.