Paolo Borgognone, autore di Generazione Erasmus (Oaks Editrice), intervistato dal filosofo Loris Falconi. Appuntamento: giovedì 12 luglio, ore 17.30, Museo della Città “Luigi Tonini”, via L. Tonini 1 – Rimini per la rassegna Frontespizio5
Far parte del Progetto Erasmus sembra essere oggi la massima aspirazione di moltissimi giovani, che non si rendono completamente conto di cosa rappresenti veramente la vacanza-studio più desiderata dagli europei.
Questo saggio è una critica documentata e stringente alla società del libero mercato, sponsor di una rivoluzione giovanilistica mirata a eliminare le ultime forme organizzate di barriera al capitalismo selvaggio. Una voce fuori dal coro, che si ribella all’utopia della cittadinanza globale e al mito delle primavere colorate, finte rivoluzioni sponsorizzate dalle élite globalizzate che desiderano trasformare tutto il mondo in un immenso mercato speculativo.
Paolo Borgognone, nato a Canale (Cuneo) nel 1981, saggista. Autore, nel 2013, di una trilogia sul sistema dei media, di un libro sul fallimento della sinistra “radicale” e, soprattutto, dei volumi Capire la Russia. Correnti politiche e dinamiche sociali nella Russia e nell’Ucraina postsovietiche (Zambon, III edizione 2016), L’immagine sinistra della globalizzazione. Critica del radicalismo liberale (Zambon, II edizione 2016) e Generazione Erasmus. I cortigiani della società del capitale e la “guerra di classe” del XXI secolo (Oaks Editrice, 2017). Collaboratore del quotidiano La Verità, della Rivista Italicum e delle testate online Pandora TV e Sulla Linea – Giornale Popolare. Suoi articoli e saggi sono apparsi sulla rivista Studi Evoliani e su alcuni tra i più importanti siti italiani di informazione, Blondet & Friends, il Giornale.it, Megachip.info, L’Antidiplomatico, Arianna Editrice, Controinformazione.info, Il Discrimine e altri.
Frontespizio. Piccola rassegna di libri nuovi
“Come la prima pagina interna, che di un libro fornisce gli elementi essenziali e sostanziali, questa rassegna vuole accompagnare i lettori davanti alla porta di ingresso di nuovi testi. L’etimo della parola “frontespizio” (dal tardo latino frontispicium, composta di frons, frontis ‘fronte’ e del tema di specere ‘guardare’), evoca l’atto di guardare un volto, che restituisce la conoscenza delle principali espressioni e dei caratteri peculiari di una persona. Anche queste presentazioni ci faranno incontrare il volto di un libro e insieme quello del suo autore. Presentare equivale anche a declinare al presente, al qui e ora, gli infiniti argomenti legati all’arte della scrittura. La presenza in sala dell’autore è dunque un’occasione per collocare il pubblico in una inedita postazione, aggiuntiva rispetto alla lettura del libro. Conoscere le premesse dalle quali quel testo nasce, gli intenti dai cui lo scrittore è partito per costruirne l’impalcatura, offre un importante arricchimento di senso. Quando si diffuse il termine italiano “Frontespizio”, agli inizi del XVII secolo, le pagine di apertura di un libro contenevano, oltre ai nomi e ai titoli, anche un’architettura di immagini: colonne e timpani, figure allegoriche e oggetti simbolici erano disegnati e incisi a decorazione e viatico di quelle porte d’ingresso al testo.” Massimo Pulini