La lettera
Marzio Pecci*
Dall’inchiesta promossa da un importante quotidiano nazionale e pubblicata oggi 11 novembre 2018 possiamo dire che è scoppiata la guerra tra le Fiere dell’Emilia Romagna portando alla luce ciò che la Lega ha sempre affermato sulla politica che il PD ha svolto nel passato .
Oggi si ha avuto conferma dell’esistenza di un “patto occulto” tra la maggioranza e una delle due forze di opposizione della legislatura 2006/2011 e 2011/2016 (la Lega non era presente in Consiglio) in forza del quale al PD andava la rappresentanza della Fiera e ad una parte della “finta” opposizione il commerciale della fiera e cioé gli appalti.
Abbiamo denunciato tutto ciò nella nostra campagna elettorale del 2016, ma molti, forse troppi, sono rimasti sordi, ma il tempo è galantuomo ed oggi abbiamo la conferma dell’esistenza di questo anomalo patto.
La Lega, lo ha ripetuto in Consiglio comunale il Capogruppo e consigliere provinciale, Marzio Pecci, da anni è assertore della buona politica ed è contraria al “clientelismo delle tessere” e cioé a quel sistema secondo il quale lavorano o vengono assunti e premiati solo quelli che appartengono al partito che amministra “in barba” ai meriti di coloro i quali aspirano all’incarico o all’assunzione in quell’Ente.
Da sempre sosteniamo la società meritocratica.
L’inchiesta effettuata dalla testata nazionale evidenzia come nella Fiera di Rimini si spenda in autonomia e vi sia un “sistema anomalo di acquisti” per cui i fornitori sono sempre gli stessi e ciò in violazione alle procedure interne.
Altrettanto anomalo risulta poi il sistema di valutazione del personale che nonostante lo “scarso rendimento” del dirigente delle certificazioni, di quello dell’area internazionale, del legale e dell’ufficio acquisti tutti vengono premiati insieme a tutti i 180 dipendenti che si spartiscono un milione di euro cioé una media di € 5.555,00 euro a testa quasi quanto un pensionato sociale guadagna in un anno.
Infine la parentopoli della Fiera in cui gli incarichi risulterebbero conferiti al fratello, al marito o alla moglie di questo o di quel responsabile, dimostrano come questo Ente meriti una approfondita indagine da parte dell’Ente proprietario che è il Comune di Rimini.
Noi crediamo che al Presidente della Fiera vadano riconosciuti grandi meriti, ma riteniamo che, nonostante, il suo impegno la situazione gli sia sfuggita di mano e la “politica degli affari” di quell’opposizione cacciata dal Consiglio comunale in questa legislatura, continui ad imperare.
Poichè la prossima quotazione in borsa non dovrà essere pregiudicata da questo sistema affaristico che grazie al coraggio di alcuni giornalisti della testata nazionale è venuto alla luce, anche se noi siamo convinti – e lo ripetiamo – si tratti di un conflitto tra Fiere e per questo se ne dovrà occupare anche il Presidente della regione, chiedo da subito che il presidente della Commissione di Controllo e garanzia del Comune di Rimini, Cristiano Mauri, convochi la Commissione con all’odg il tema di cui si discute e successivament esi svolga un dibattito in Consiglio comunale ove saranno discussi i fatti sopra riportati insieme al Presidente ed all’attuale amministratore Delegato della Fiera di Rimini.
*Candidato a sindaco nel 2016 per Lega nord