– Raccontare Michele Laganà politico è quasi impossibile. L’uomo invece sì: è generoso, buono e capace di farsi voler bene come pochi.
Forse appartiene alla categoria degli anarchici, senza saperlo. Ama vivere ed è difficile inquadrarlo in un partito. In ogni caso, dallo scorso settembre è alla guida regionale di Azione sociale, il partito fondato da Alessandra Mussolini, nipote di Benito, dopo la sua fuoriuscita da Alleanza nazionale. Laganà la racconta così: “Incontrai il babbo dell’Alessandra, Romano, che con i suoi occhi profondi mi disse: ‘Prenditi cura di mia figlia!’. Mi commossi: eccomi qua”.
Cinquantadue anni, tre figli oramai grandi, è residente a Misano (Portoverde, per la precisione) dal ’94, ma la frequenta, insieme ai familiari, da molte decine d’anni. La sua è una delle famiglie più conosciute di Bologna. Sono i pasticcieri della città per antonomasia; producono, con passione, delizie assolute.
Famiglia socialista, la stagione politica di Laganà arriva da molto lontano, dalla sua adolescenza. La prima frequentazione è quella di Potere operaio, con Franco Piro, che sarà parlamentare nonché grosso dirigente socialista dell’era Craxi. Il vento di sinistra dura poco. Nel ’69 approda nell’Msi. Ricorda: “Mi ci portò Giancarlo Zecchini, diventato poi uomo di spicco del Pci. Scelsi la destra per delusione: i miei amici di sinistra dicevano una cosa e facevano l’esatto contrario”. Fino al ’78 fa politica attiva; è uno dei dirigenti della federazione bolognese dell’Msi, con Alessandro Mazzanti e Pietro Cerullo. Segue An, dove resta iscritto fino al 2002. Dice: “Non feci più la tessera in disaccordo con i dirigenti riminesi”. Nel 2004, dopo aver rotto con Rosario Zangari (dirigente di spicco di An misanese), si presenta con una lista civica di destra, la “Tua Misano” come candidato a sindaco; entra in Consiglio comunale. Quest’anno, nelle liste di Forza Italia, è candidato per i consigli comunali di Rimini e Ravenna. Argomenta, con il suo classico sorriso stampigliato: “Non sono un ballerino. In Forza Italia rappresentavamo An; lo abbiamo fatto per contarci dalla Fiamma, che ha ottenuto i suoi voti. Con questa scelta abbiamo ottenuto un consigliere in un quartiere di Ravenna. Da quando sono responsabile io di Azione sociale mi hanno raggiunto tre consiglieri comunali di area culturale di destra”.
A chi gli chiede cosa lo differenzia da An, risponde: “Sono dei fratelli che sbagliano. Hanno tagliato le origini e rinnegato il sociale. La nostra è una destra che va avanti, che è contro ogni dittatura ed è per lo sviluppo. Che non è razzista. Vogliamo che tutti abbiano una casa. Vuol dire battersi per chi ha bisogno, aiutare gli anziani, i disabili, con delle regole, prima gli italiani e poi gli stranieri”.
E Zangari? “Una persona per bene. Voglio sottolineare che a Misano rappresento la lista civica e non Azione sociale, lo dimostro sui giornali e con i fatti”.