La targa ritrovata
Palazzi Podestà e Arengo
Nuovo museo d’arte contemporanea: durante i lavori ritrovata una targa in pietra che reca le iscrizioni dello storico Ufficio Poste e Telegrafi. Collocata al di sotto dello scalone monumentale in pietra che collega i Palazzi Podestà e Arengo, nel corso dei lavori di valorizzazione architettonica/museografica e riqualificazione impiantistica dei palazzi per la realizzazione del nuovo Museo.
La lastra in pietra, delle dimensioni di circa 1 x 2,50 metri, reca infatti le iscrizioni dello storico Ufficio Poste e Telegrafi. Da fonti storiche e documentazioni fotografiche recuperate attingendo alle fonti della Biblioteca Civica gambalunga è risultato che “L’Uffizio della Posta, per le Lettere e pei Vaglia” era stato collocato sin dal luglio 1828 sotto il Loggiato del Palazzo del Comune, a sinistra dello Scalone, meglio noto col nome di Arengo, dove erano posti l’Uffizio del telegrafo (1858), l’Archivio Notarile e il S. Monte di Pietà (1501)”.
In seguito al terremoto del 17 maggio e 16 agosto 1916, a causa dei gravi danni subiti dai tre edifici (Garampi, Arengo, Podestà) che furono restaurati su progetto dell’architetto Gaspare Rastelli fra il 1919 e 1924, l’Ufficio della Posta fu spostato in via Gambalunga. Con il completamento del restauro del Palazzo del Podestà (1925), gli uffici della Posta centrale, del Telegrafo e dello Stato Civile furono nuovamente spostati, fra il 1926 e il 1928. Negli anni Trenta l’Ufficio della posta centrale (un altro si trovava in piazza Giulio Cesare) è ancora segnalato in Piazza Cavour, 2. Il suo spostamento definitivo in altra sede è presumibilmente successivo alla seconda guerra mondiale.
Nei giorni scorsi, sotto la diretta sorveglianza della Soprintendenza Archeologica, Belle Arti e Paesaggio di Ravenna, la lastra è stata spostata al fine di poter effettuare le opportune valutazioni circa una eventuale collocazione all’interno del Nuovo Museo di Arte Contemporanea così da renderla nota al pubblico dei futuri visitatori degli spazi espositivi. Una scelta in coerenza con l’obiettivo con cui nasce il nuovo contenitore culturale, che mira al recupero di un senso identitario e della consapevolezza del proprio patrimonio storico e culturale della città.