– Aree industriali in tempi brevi, viabilità scorrevole, infrastrutture, aeroporto efficiente. Questo chiedono le associazioni di categoria alla classe politica della provincia di Rimini.
Nel Rapporto della Camera di Commercio si legge che sulla competitività del territorio sulla dotazione della rete stradale, Italia quota 100, Rimini è a 96,6 nel 2000, ma nel ’91 era a 130. Miglioramento sulla dotazione della rete ferroviaria: 115,5 nel 2000 e 67,7 nel ’91. Mentre l’aeroporto perde importanza: 232,8 nel 2000 contro un indice di 342,6 nel ’91 (naturalmente l’indice Italia è sempre a quota 100). La fonte dei dati è l’Istituto Tagliacarne.
La Provincia di Rimini ha previsto uno sviluppo industriale su 3 milioni di metri quadrati di terra. Ha individuato dei luoghi di sviluppo: Cattolica, San Giovanni, San Clemente, Montecolombo, Raibano, Saludecio e Santarcangelo-Rimini Nord. L’area più vasta è quella di Sant’Andrea in Casale: 800.000 metri quadrati di roba.
Ma andiamo a sentire le riflessioni e le richieste dei rappresentanti delle categorie produttive sul territorio.
Adriano Aureli
E’ uno dei titolari del Gruppo Scm, dal ’99 presidente di Assindustria, a chi gli domanda che cosa chiedere alla politica, risponde: “Va fatta una considerazione generale. Bisogna partire dalla consapevolezza di vivere in una business community (comunità economica). Nel senso che le sfide si vincono e si perdono insieme, in un sistema dove la competizione è veramente globale. Credo che sia impossibile competere senza tale sentire comune. E questo progetto deve essere condiviso e portato avanti da tutti. Non paga più la tutela delle singole categorie: il turismo a scapito del manifatturiero e viceversa”.
Continua Aureli: “Nello specifico, dal punto di vista del fare impresa, chiediamo la disponibilità di aree industriali dove fare espandere le nostre imprese. Queste ci sono ma soltanto sulla carta. Alcune nostre associate hanno minacciato che se a breve non trovano soluzioni opteranno per altre province. Gli spazi per gli stabilimenti sono al centro della discussione da una decina d’anni. Sembrava che il Piano di coordinamento provinciale, con i 3 milioni di metri quadri di superficie, fosse la soluzione. Invece, alle proposte non sono seguite immediatamente le azioni. Cosa che ha contribuito a far lievitare i prezzi delle aree”.
Un altro tema forte è la mobilità a tutto tondo: strade, aeroporto, sistema rapido costiero, la terza corsia autostradale. Sulla dorsale Adriatica passano gran parte delle possibilità di sviluppo. Se non si prende coscienza di questo, ed agire di conseguenza, si è tagliati fuori dalla crescita.
Come imprese chiediamo una burocrazia veloce ed efficiente. Lo sportello unico più che risolvere si è andato ad aggiungere a tutti gli altri”.
Aureli sposta il livello della sua riflessione: “Una zona compete grazie alle intelligenze che riesce ad incorporare. Noi crediamo nella valorizzazione dell’Università a Rimini per avere più carte da giocare al tavolo della competizione. Come Assindustria siamo in prima linea per fare dell’ateneo riminese una realtà di prestigio. Per offrire professionalità alle imprese, come associazione, abbiamo fatto formazione in settori strategici per il Riminese: moda, lavorazione del legno, ad esempio”.
Alberto Brighi
Presidente dell’Api (Associazione della piccola e media industria): “Maggioli ha detto cose sacrosante. Le imprese hanno la necessità di crescere. I nodi più importanti sono la mancanza delle aree e la viabilità. Le aziende senza spazio vengono soffocate. E’ assurdo che le imprese debbano aspettare anni per avere la possibilità di ampliarsi. E tutto dipende dalla politica. Politica che mortifica lo sviluppo. E’ inconcepibile realizzare altre strutture che richiamano persone e turisti se non si pensa in grande”.
Salvatore Bugli
Salvatore Bugli, direttore della Cna provinciale: “La politica non è un alter ego rispetto al resto. Distinguerla dai protagonisti del territorio non è corretto. Certo la politica ha un ruolo fondamentale, ma tutti gli attori economico-sociali si devono mettere attorno ad un tavolo e parlare, polemizzare, collaborare. Il presidente della Camera di Commercio, Manlio Maggioli, in occasione della presentazione del rapporto annuale tenutosi lo scorso marzo, ha indicato una serie di problemi, aeroporto, aree produttive, viabilità, palacongressi. Tutto giusto, ma la questione non è che cosa deve fare la politica ma affrontare i problemi insieme. Credo che vadano individuati assi prioritari e cercare di fare sistema. Sul palacongressi si è indietro di 1-2 anni e non solo per colpe della politica: chi ha delle responsabilità non deve penalizzare le scelte. Il sistema Rimini deve assolutamente accelerare perché lo impone la competizione globale, che è soprattutto competizione tra territori, prima che tra le singole aziende.
Ad esempio, a ragione, molti imprenditori si lamentano della mancanza di aree produttive. Queste ci sono, ma sono solo previsioni urbanistiche. Non è possibile che passino 8-10 anni dal momento della programmazione al momento della realizzazione. Le lungaggini sono un pericolo reale per l’economia riminese”.
Mauro Gardenghi, segretario della Confartigianato provinciale: “I responsabili della politica sono invitati a risolvere presto le famose piaghe, aree industriali, aeroporto, metropolitana di costa, piano di spiaggia, illustrate da Manlio Maggioli, il presidente della Camera di Commercio. Piaghe che non si risolvono non per mancanza di risorse e quattrini ma per capacità politiche, per non fare sistema. La politica ha una visione di piccolo cabotaggio, sia nella maggioranza, sia nell’opposizione A Rimini si parla molto e si realizza poco. Purtroppo i tempi dell’economia non sono quelli della politica, con i danni che sono di tutti”.
Esportazioni, 553 imprese
– Sono 553 le imprese che esportano all’estero. Saldo positivo della bilancia commerciale: 56,4% il valore dell’export verso i Paesi UE, contro il 53,7% delle importazioni.
Mattone, sempre più forte
– Bene, anzi benissimo il settore delle costruzioni: più 3,3%. In linea con il positivo trend demografico della provincia degli ultimi anni (+1%). Si impone una domanda. Il troppo mattone: è un bene o un male?
Turismo, meno 1,5 per cento
– Le presenze totali 15.086.065 (11,7 milioni gli italiani e 3,3 milioni gli stranieri) dei turisti sono diminuite dell’1,5 per cento rispetto al 2001 che aveva segnato un più 1,2 sull’anno precedente.
CURIOSITA’
Luigi Einaudi: “Impresa, non è sete di denaro”
-Luigi Einaudi, economista di prestigio assoluto, secondo presidente della Repubblica italiana: “Migliaia, milioni di individui, producono e risparmiano nonostante tutto quello che si possa inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. E’ la vocazione naturale che li spinge; non soltanto la sete di denaro, il gusto, l’orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia o clientela più vasta, ampliare gli impianti, abbellire le sedi, costituiscono una molle di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda profondano tutte le loro energie e investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi”.