TENDENZE POLITICHE
– La politica cattolichina da almeno una trentina d’anni ha seguito gli umori e le tendenze più significative di livello nazionale. Una comunità piccola, apparentemente sonnolenta e sorniona, si è sempre fatta “intrigare” dai grandi eventi. Senza dimenticare episodi determinanti della Resistenza, del dopoguerra, dall’attentato a Togliatti alle grandi lotte sociali e sindacali.
Una componente, non solo giovanile, culturalmente più critica, ha trovato rappresentanza in organizzazioni della sinistra extraparlamentare, nel movimento degli studenti, nel collettivo femminista, in radio libere… nonostante il rigido controllo di un Pci di governo e controllore sociale. Anche l’area cattolica più insofferente alla Chiesa-Stato, ha trovato larghi consensi. Insomma, fermenti critici e creativi che hanno reso la vita politica e sociale cittadina più vivace. Nel 1985 in consiglio comunale entra un esponente di Democrazia proletaria. Poi i Verdi, Rifondazione comunista è arrivata anche a due consiglieri. Significative percentuali di voto anche al Partito radicale e in ultimo al movimento di Di Pietro.
Da molti anni i risultati elettorali di Cattolica sono in perfetta sintonia con l’andamento nazionale, tanto da risultare una sorta di seggio campione. A Cattolica nelle comunali il Pci, poi Pds, ha sempre ottenuto molti più voti rispetto le politiche e regionali. Questo perché, la percezione dell’elettorato moderato era quello di trovarsi di fronte non a dei comunisti mangiabambini, ma ad una forza riformista socialdemocratica. Questo prima… fino a diventare, recentemente, ad un partito di carattere neoliberista con sfumature berlusconiane (così ha inizio la frana elettorale – Come dire, mai esagerare e perdere la propria identità…).
Ma è dal 1990 che la geografia politica e i suoi effetti hanno avuto il merito di anticipare, nel bene e nel male, tendenze che poi si affermeranno anche a livello nazionale.
Nel 1990 due sono i fatti più significativi: l’affermazione del sindaco-imprenditore (Micucci) preso, insolitamente, non dalla burocrazia del partito ma dalla cosidetta società civile. Negli anni successivi questo criterio diventerà quasi ovunaque la prassi. Il secondo fatto fu l’esplosione del movimento ambientalista dei Verdi del Sole che ride: 3 consiglieri comunali e uno provinciale. L’allarme ambiente trova sensibilità prima a Cattolica che in altre situazioni di maggiore emergenza.
Nel 1993, con l’uscita dei Verdi dalla giunta Micucci, nasce la cosiddetta “giunta anomala” Pds-Dc, che in un certo modo anticipa i tempi del percorso Ulivo e oggi Partito democratico. Per molti anni i due tronconi della ex Dc (Ppi – poi Margherita – e Udc), convivono sotto una stessa lista e nel governo cittadino. Questo percorso potrebbe trovare concretezza nell’immediato futuro, visti i segnali amorosi tra Rutelli e Casini con la benedizione dell’Udeur di Mastella…
Nelle comunali del 1994 il centrodestra cattolichino, sempre minoritario, decide la candidatura del dottor Maurizio Lugli, una lista civica sostenuta da tutte le formazioni del centrodestra. Tentativo che ha anticipato di almeno 5 anni la vicenda Guazzaloca a Bologna e Ubaldi a Parma.
Molto significativo il 2004. Nelle comunali cè l’esplosione delle liste civiche: ben cinque, che complessivamente, da destra a sinistra, arrivano a quasi al 20%.
L’asse Pds-Margherita comincia a perdere appeal e voti; questo li costringe al ballottaggio. Cosa inconsueta dalle nostre parti. Anticipa quello che sta accadendo oggi: un ridimensionamento generale politico, elettorale e di credibilità anche nelle cosiddette città “rosse”. Il ricatto ideologico non funziona più.
Questo accade anche perché a Cattolica incalza un “nuovo centrosinistra”: l’Arcobaleno. Questo soggetto politico ha anticipato i tempi rispetto a quello che sta nascendo in campo nazionale (“la cosa di sinistra”). Si è creato una coalizione che unisce e semplifica il quadro politico: infatti l’Arcobaleno significa larga parte dei soggetti politici di sinistra, ambientalisti e tanta società civile.
Recentemente il sottosegretario all’Economia Paolo Cento (e tanti altri big nazionali) ha indicato l’esperienza-laboratorio di Cattolica come esempio da seguire: un Arcobaleno nazionale. Ma Cattolica questa esperienza potrebbe avere anticipato anche altri tempi, che purtroppo a livello nazionale non sembrano maturi. Un movimento di centrosinistra nuovo, non ideologico, che mette al centro i cittadini, la giustizia sociale, i diritti, con un progetto di governo, dove i soggetti partitici abbiano la sapienza e l’intelligenza di fare un passo indietro, mettendo al servizio del movimento la loro esperienza e mezzi organizzativi.
Non basta. L’esperienza cattolichina dellArcobaleno insegna una cosa che dovrebbe essere presa ad esempio da tutto l’arco delle forze politiche: mettere al centro la questione morale. Ossia la trasparenza, l’onestà e la sobrietà nel governo della cosa pubblica. Senza dimenticare il sale: la partecipazione democratica. Questa è la medicina necessaria per rompere il muro della “casta” partitocratica, per avvicinarsi ai cittadini e rappresentarli degnamente. Questo prima che, oltre alla partitocrazia, vengano travolte anche le istituzioni democratiche. I palazzi di per sé sono solo muri necessari per fare delle cose, diventano Palazzi insopportabili e maleodoranti quando sono abitati e frequentati da corrotti, furbetti e incapaci…
di Ecci