Don Oreste, un realizzatore di sogni
Come direttore spirituale era assediato. Aveva la non piccola dote non solo di ascoltarti e capirti. Aveva studiato non solo la teologia, ma anche la psicologia! Iniziato coi giovani: campeggi e convivenze estive soprattutto in montagna. Chi non ricorda la casa Madonna delle Vette di Alba di Canazei da lui e collaboratori costruita allo scopo. Poi le prostitute, poi l’infanzia abbandonata
IN RICORDO
– Don Oreste Benzi è morto nella notte del 2 novembre: giornata dei defunti. Aveva ottantantadue anni. Dopo una vita di religiosa tumultuosità, tradito dal cuore, se n’è andato in punta di piedi. Ecco come lo ritrasse su queste pagine un altro grande prete, Pier Giorgio Terenzi, suo allievo, in occasione dei suoi ottant’anni. Che la terra gli possa essere lieve.
– Tutto il mondo sa che don Oreste ha compiuto ottant’anni! E’ nato infatti a San Clemente il 7 settembre 1925. Se ho detto “tutto il mondo” non ho usato una perifrasi aulica od esagerata. La Papa Giovanni XXIII, associazione della quale lui è presidente, è diffusa infatti praticamente in tutto il mondo… o per lo meno in tutti i continenti.
Dovendo stendere queste poche righe per lui, mi si presentavano due sentieri possibili. Il primo, più generale o storico. E’ in genere quello che battono tutti. Il secondo più personalizzato, visto che non solo lo conosco, ma anche che ho avuto a che fare con lui per diverso tempo.
Ho scelto questa seconda pista. Entrato in seminario a Rimini lui svolgeva il compito non facile di Direttore Spirituale. Ricordo con chiarezza che era assediato. In altre parole un po’ scherzose, andare da don Oreste era come andare al cinema! Con questo non voglio dire che non fosse preciso ed anche serio, però aveva la non piccola dote non solo di ascoltarti, ma anche di capirti. Aveva studiato non solo la teologia come di dovere, ma anche la psicologia! A quel tempo il suo interesse centrale, a parte l’ufficio che svolgeva in seminario, erano i giovani. Per loro faceva incontri per tutta la diocesi. Spesso infatti era chiamato dai vari gruppi e parrocchie ma non basta. Si è impegnato ad organizzare campeggi e convivenze estive soprattutto in montagna.
Chi non ricorda la casa Madonna delle Vette di Alba di Canazei in Val di Fassa da lui e collaboratori costruita allo scopo?
Ma don Oreste non è un uomo a senso unico. Dopo i giovani si è preso a cuore il problema non piccolo delle prostitute, spesso ingannate e sfruttate. Capite che una simile operazione era a rischio in due sensi. Il primo toccava l’immagine. Un prete che si interessa di puttane può lasciare facilmente la porta aperta alle chiacchiere! Il secondo però era più concreto e più grave. Provate a toccare gli interessi economici e di immagine ai magnaccia, sempre ben organizzati, anche in stile mafioso, e vedrete cosa può succedervi! Per fortuna anche Gesù è stato accusato di essere “amico delle puttane”!
Dopo le prostitute la Giovanni XXIII si è occupata seriamente dell’infanzia abbandonata ed in qualche modo bisognosa.
La struttura di supporto a tutte queste attività è stata la “Casa famiglia” Rimini e circondario, chi ignora cosa sono e cosa vivono la Case-famiglia di don Oreste?
Finora ho parlato di attività ed iniziative e penso anche di essere partito bene. Sarei però gravemente deficitario se dimenticassi di spendere qualche riga sul motore originale di tutti questi anche variegati movimenti. Il compito di dichiarare santa una persona spetta solo alla Chiesa Ufficiale ed in genere questa non lo fa prima che non sia intervenuta la morte!
Dal momento che sono interessato che campi ancora a lungo, mi guardo bene dal dichiararlo santo!
Però di certo posso testimoniare la sua profonda spiritualità sia nel rapporto personale con Dio che nel servizio a Gesù “Povero ed abbandonato” dai fratelli.
La sintesi di queste due facce della medaglia non è facile trovarla. Più ordinario trovare uomini “altamente spirituali” da una parte e dall’altra dei grandi manager della carità e dell’impegno sociale! Concludo dicendo che non solo la Chiesa riminese, ma l’intera comunità civile debba ringraziare di cuore il Padreterno per il dono che ha loro concesso!
Chiudo con una domanda che vuol essere cattiva: sapremo cogliere e sviluppare questa eredità?
di Pier Giorgio Terenzi
Fondatore del Ponte. Parroco a Montefiore Conca