– Gilles Walch (Lione), Alessandro Castagna (Milano), Nicola Maffulli (inglese di origine italiana, medico dei campioni di calcio britannici), Alberto Scheeberger (Svizzera), Giuseppe Porcellini (ospedale Cervesi di Cattolica) sono considerati tra i maggiori chirurghi mondiali della spalla.
Il medico cattolichino ha organizzato il 3° Corso nazionale della Sicseg (Società italiana di chirurgia della spalla e del gomito) svoltosi nell’auditorium di San Patrignano dal 25 al 27 ottobre; gli altri due si sono tenuti a Milano nel 2006 e a Bologna l’anno precedente. Porcellini ne è il vice-presidente nazionale. Giuseppe Prioli e Salvatore Epiceno hanno portato il saluto di Cattolica.
Quasi un centinaio di relazioni, sono arrivate in Romagna molte centinaia di chirurghi specialisti della spalla e del gomito.
Tre le grandi questioni affrontate.
La prima. E’ meglio operare a cielo aperto o in artroscopia? Il professor Walch (presidente della Società europea di chirurgia della spalla) che appartiene alla prima schiera, con un italiano preciso e fluente, ha finito il suo intervento così: “La chirurgia non è il metodo; è più importante l’uomo della tecnica. Ognuno deve utilizzare la tecnica che conosce meglio”. Una riflessione buona per ogni settore della vita dell’uomo; politica compresa.
Alessandro Castagna, invece, appartiene alla seconda schiera: gli artroscopici. Pensiero comune fra i tanti giovani in sala: il futuro sarà dell’artroscopia: è una tecnica più precisa e meno invasiva.
Seconda questione. Ogni anno vanno all’estero a fare esperienza sui cadaveri circa 2.000 giovani chirurghi italiani. In Italia c’è il divieto di legge. Alcuni studiosi hanno avanzato l’ipotesi di cambiare la legislazione, altrimenti c’è il serio rischio di perdere cervelli formati, nelle università italiane.
Il terzo argomenta forte ha riguardato la nuova frontiera della ricerca, come quella delle staminali. A Milano, e anche a Cattolica, si utilizza il fattore di crescita di origine piastrinica pr accelerare i tempi di guarigione. In pratica, avviene questo. Viene preso del sangue dal paziente; centrifugato, concentrato si spalma sui tendini operati a mo’ di colla. Studio iniziato tre anni, è stato premiato dalla Società traumatologica americana dello sport lo scorso febbraio. A Milano si applica sul prima intervento, a Cattolica sulle seconde operazioni.
Nel corso dei lavori di Sanpa, è anche stato presentato “SportAid”, un software destinato a contenere le cartelle cliniche degli atleti non professionisti che vorrebbero avere un trattamento di buon livello quando si fanno male giocando. Il progetto, che è in fase di sperimentazione, è stato ideato dal fisioterapista bolognese Ugo Cavina, intervenuto al convegno. L’idea è dare vita ad una convenzione tra centri medici, chirurgici e riabilitativi, e atleti non professionisti, dei quali il software conterrà le cartelle cliniche. Così, quando un atleta dilettante si infortuna, non dovrà intraprendere uno di quei “viaggi della speranza” tra strutture, con difficoltà a trovare il posto giusto. Gli basterà invece rivolgersi ad uno dei centri associati e, sulla scorta delle sue caratteristiche fisiche e diagnostiche, sarà indirizzato nella struttura che meglio è in grado di rispondere. La possibilità di “girare” le cartelle cliniche via internet è parte fondamentale del progetto, che si rivolge ad un bacino d’utenza che in Italia conta 11 milioni di atleti non professionisti.
Eccellente Porcellini, eccellente la giovane équipe che guida all’ospedale di Cattolica. Nella struttura pubblica vengono a farsi diagnosticare ed operare anche atleti di prestigio da tutt’Italia; nonché i cosiddetti vip (le persone importanti) che potrebbero optare per altri lidi.
La disciplina di chirurgia della spalla è stata aperta due anni e mezzo fa. Ha rapporti stretti con le univesrità di Bologna e Milano. Lo staff è giovane e preparato. Ogni anno effettuano circa 1.000 interventi; l’85 per cento dei quali con pazienti che giungono da fuori provincia per la bontà di Porcellini e della sua équipe. Un saldo medico positivo di cui essere soddisfatti.