– La Valconca contro l’iper che il Comune di Riccione vorrebbe far sorgere tra le Fontanelle ed il Villaggio Argentina. Con i consigli comunali di Misano, Morciano e San Clemente che hanno votato, contro, lo stesso ordine del giorno. In tutto 10.000 metri quadrati di spazi commerciali. Tutti i Comuni di Rimini Sud hanno fatto le osservazioni al Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale) dove si oppongono all’iper lì; consigliando che vada in via Berlinguer, la prima ubicazione.
Antonio Magnani, sindaco di Misano Adriatico, in pratica ce l’ha in casa, argomenta: “La nostra posizione è chiara ed in sintonia con il Ptcp che parla di sostenibilità; non mi sembra che lì ci sia uno sviluppo sostenibile. Non siamo contrari all’iper di Riccione. Era previsto in via Berlinguer, la strada che porta al casello autostradale. E la Conferenza dei sindaci del 2000 confermò la vecchia scelta.
Poi la Provincia, su richiesta di Riccione, ha detto sì allo spostamento in via Puglie. Ma quale posizione migliore per una tale struttura di quella vicina al casello autostradale? L’area tra Misano e Riccione è incongrua; e non è un caso che eventualmente il Ptcp lega l’iper delle Fontanelle alla costruzione della nuova Statale. Significa che c’è un problema oggettivo di viabilità e comunicazione”.
Sulla stesa lunghezza d’onda anche la posizione del Comune di Morciano, capitale commerciale storica della Valconca. Danilo Ottaviani, assessore al Commercio: “Abbiamo fatto una delibera votata all’unanimità dove diciamo no all’iper alle Fontanelle. Che per noi sarebbe un sicuro danno commerciale. Inoltre, avremmo una viabilità interrotta verso il mare; per arrivarci dovremmo prendere forse l’aeroplano? Senza contare che l’area industriale di Sant’Andrea in Casale è solo agli inizi del suo sviluppo. Tutto questo lo abbiamo detto nelle nostre osservazioni al Ptcp”.
Cristian D’Andrea: sindaco di San Clemente: “abbiamo espresso la nostra contrarietà per due ragioni. La prima, un centro di questa natura in fondo a via Tavoleto avrebbe ripercussioni anche sul commercio del nostro territorio. La seconda, c’è la preoccupazione viabilità; su quell’asse si andrebbe a creare una congestione rilevante”.
Stessa zuppa a San Giovanni in Marignano. Daniele Morelli, assessore al Commercio: “Noi siamo del parere che gli attuali iper presenti sul territorio provinciale siano più che sufficienti per le esigenze dei consumatori. La preoccupazione che l’iper riccionese vada a rompere gli equilibri commerciali dei centri urbani e dei borghi storici è altissima. Rappresentano una grossa opera sociale, oltre che commerciale. Negli ultimi anni il piccolo negoziante ha scommesso sulla qualità della merce e sul rapporto col cliente, fino a fidelizzarlo. Sarebbe un autentico peccato se tale patrimonio di tempo ed energie andasse perso. E che dire poi della bottega di frazione? Come amministrazione abbiamo puntato cercato di fare di San Giovanni una naturale città mercato. Tanti negozi in un contesto urbano, come l’offerta di un iper”.
Fabio Galli, assessore di Riccione alle Attività economiche: “Su spinta dei commercianti di Riccione Paese, il Comune agli inizi degli anni 2000 individuò in via Puglie l’alternativa a via Berlinguer, dove la Coop aveva un diritto risalente al 1985. Scegliemmo le Fontanelle perché più decentrato; mentre su via Puglie orbitano Oltremare, Aquafàn, il casello dell’autostrada. Così abbiamo chiesto alla Provincia che inserisse il cambiamento nel Ptcp. La Provincia lo ha fatto ma vincolandolo alla costruzione della nuova Strada Statale. Il comune di Riccione ha fatto un’osservazione al Piano provinciale col quale si chiede di depennare il vincolo della nuova Statale. Se la nostra richiesta non sarà accolta, la Coop è decisa a far valere il proprio diritto in via Berlinguer. E’ difficile parlare di vantaggi e svantaggi da parte della città. In rapporto al numero degli abitanti, Riccione è agli ultimi posti nella regione per quanto concerne la superficie di spazi alimentari. Quello che si va a costruire non è un iper tipo Befane, o Malatesta, ma medio, di 10.000 metri quadrati, 2.500 dei quali alimentare”.
Pietro Pazzaglini, sindaco di Cattolica: “L’iper lì andava concordato con tutto il bacino del Conca; è stato proposto ma non fatto. Non mi va di fare battaglie perse; ma l’operazione è talmente grande che andava concertata insieme alla Provincia. Sarebbe servita per fugare paure ed a fare chiarezza. Abbiamo anche proposto di incontrare i consiglieri provinciali eletti in questa zona; anche di tale richiesta non se n’è fatto nulla”.
E il punto di vista dei commercianti?
Fabrizio Vagnini, orafo, con oreficeria a San Lorenzo in via Veneto: “Decisamente contrario, non per ragioni commerciali, ma per la telenovela lunga 20 anni. In via Berlinguer, arteria che collega l’autostrada di una città turistica come Riccione, ci hanno fatto Oltremare, Aquafàn, se costruiscono anche l’iper è il caos. Anche in via Puglie negli ultimi anni di abitazioni ne hanno fatte molte. Giustamente, la Provincia dice sì ma vuole la viabilità; abbiamo strade che risalgono a 50 anni fa. Ma chi ci amministra, a che cosa pensa? Fa gli interessi della gente o quelli di pochi? In tutto questa storia ci sono cose che non tornano”.
Monica Mazzini è alla quinta generazione di fiorai, con origine ad Isola di Brescia. Fondato dalla madre 35 anni fa, lo gestisce da 18 anni, con determinata passione: “Se l’iper nascesse alle Fontanelle per noi sarebbe un fatto negativo. Diventerebbe un forte punto di ritrovo per i giovani. Dall’altra parte un carico urbanistico andrebbe anche a deturpare l’ambiente naturale. San Giovanni sarebbe schiacciato tra Pesaro, Riccione e Rimini. Capisco che forse il Comune di Riccione voglia riqualificare quella zona. In ogni caso, rispetto allo spazio la cubatura è soverchiante. Credo che tutti noi ci dobbiamo battere affinché non si faccia. Andare a fare la spesa in paese è un modo per ritrovarsi, fare quattro chiacchiere, fare amicizia”.
Alberto Cianciosi, da quattro anni gestisce una gelateria nel dinamico centro commerciale di Sant’Andrea in Casale; ha clienti che fin da Riccione risalgono la Valconca per le sue torte: “Credo che ovunque si faccia l’iper provocherà dei danni: sia in via Berlinguer, sia in via Puglie. Sono a rischio sopravvivenza molte piccole attività in paese. Ci sarebbe anche un risvolto sociale negativo: gli anziani impossibilitati a prendere l’auto dove andrebbero ad acquistare i generi essenziali: pane, latte, frutta, pasta, carne? Il negozio classico forse non riesce ad essere competitivo con la dimensione di un iper; meglio adatti per una domanda giovanile”.
Fornai dal 1924 in Misano, il “Biscotto Misano” (una delizia per turisti e non), Ermes Villa ha tre punti vendita: Misano Mare (di fronte alla chiesa), Riccione Paese e Rimini Città. “La sua vera ubicazione – afferma – è in via Berlinguer. Sono contrario nel volerlo fare in via Puglie. In generale, il loro impatto sul commercio è devastante, si vedano le conseguenze del ‘Rubicone’ e delle ‘Befane’ sui centri storici. Lo stesso centro di Misano con l’apertura del secondo supermercato si è svuotato. Una volta, in centro c’erano 5 macellai, 2 pasticcerie, 3-4 alimentari. Hanno chiuso; il paese è meno vivo. Credo che sui piccoli l’iper non inciderà molto; peserà molto sui supermercati. Voglio anche rimarcare che l’iper non ha i prezzi bassi come si crede, se non su alcuni prodotti. Hanno aumentato il prezzo del pane del 78% nell’ultimo anno.
Per difenderci noi piccoli dobbiamo puntare sulla qualità, sulla specializzazione, sul servizio e sul rapporto col cliente. Vorrei fare una domanda al sindaco di Riccione: in una riunione nella scorsa primavera disse che avrebbe cercato di fare aprire l’iper il più tardi possibile, come mai quest’accelerata?
Altra domanda: una volta costruito l’iper verrà ceduto ad una cordata straniera, come ha già fatto Leclerc a Rimini?”.
RUOLO DELLA PROVINCIA
“Le scelte commerciali spettano ai Comuni”
“La Provincia continua a lavorare per valorizzare i centri storici presenti sul territorio e le botteghe di vicinato per la funzione sociale che svolgono nei confronti dei cittadini e della comunità”
– Un ruolo forte, da perno, da coordinatore esigente, lo gioca anche la Provincia nelle scelte commerciali dei 20 Comuni del Riminese. Ma qual è il suo peso? Mauro Morri è l’assessore provinciale alla Attività economiche.
Argomenta: “Nel 2000 la Provincia chiuse la Conferenza di programmazione insieme ai Comuni e alle associazioni di categoria, stabilendo delle quote urbanistiche ammissibili, considerando che Rimini era al sotto della media regionale per quanto riguarda le grandi strutture commerciali. In tali quote rientrano l’Iper Malatesta, l’Ikea, eccetera… Mentre l’iper le Befane fu una previsione antecedente il 2000.
Insomma, si sono distribuite possibilità rispetto alle richieste delle singole cittadine. Ci sono state amministrazioni, ad esempio, che non hanno richiesto metrature commerciali.
Quindi rispetto alla programmazione provinciale, un ruolo importante è in seno alle singole amministrazioni comunali”.
“Riccione – continua l’assessore provinciale – ha fatto una sua previsione di sviluppo, con una sua superficie nei limiti stabiliti dalla Conferenza di programmazione provinciale. La Provincia ha inserito nel Ptcp (Piano territoriale di coordinamento provinciale) il piano riccionese, vincolandolo alle previsioni di viabilità legate alla costruzione della nuova Statale 16. Il Ptcp è stato adottato e allo stato attuale può essere eventualmente modificato attraverso le osservazioni. Mi risulta che il Comune di Riccione voglia farne diverse, legate alla viabilità dell’Iper di via Puglie. Le sue osservazioni che saranno valutate”.
“La mia seconda riflessione – chiude Morri – è più generale, ma forse non meno importante. La Provincia continua a lavorare per valorizzare i centri storici presenti sul territorio e le botteghe di vicinato per la funzione sociale che svolgono nei confronti dei cittadini e della comunità. Tutto questo ricollegandosi ad un progetto di legge nazionale (ci sta lavorando Chicchi) per gli sgravi fiscali da concedere ai centri storici”.
L’ITER
Da via Berlinguer a via Puglie
1985 – La Coop vanta il diritto di costruire un supermercato in via Berlinguer
2000 – La Conferenza provinciale dei sindaci ribadisce l’iper in via Berlinguer
2002 – Il Comune di Riccione cambia idea: si farà in via Puglie
Ptcp – La Provincia inserisce la volontà riccionese nel Ptcp approvato il 31 luglio 2007
Oggi – Punti di vista diversi tra gli interessi in campo.
La Coop forse lo fare in via Berlinguer, dove può partire anche domani mattina coi lavori
LA RIFLESSIONE
Il piccolo commercio fa viva una città
Renzo Lazzari, segretario della Cna di Riccione e Misano: “Se l’obiettivo della pubblica amministrazione è quello di calmierare i prezzi, da una parte; dall’altra, chi governa la città deve avere la consapevolezza che tale scelta è un grosso fattore di concorrenza rispetto alle piccole e medie attività commerciali:
utili e vitali per i centri urbani”
– Renzo Lazzari è il segretario della Cna di Riccione e Misano Adriatico.
Qual è la posizione della Cna sull’Ipercoop in via Puglie?
“Se l’obiettivo della pubblica amministrazione è quello di calmierare i prezzi, da una parte; dall’altra, chi governa la città deve avere la consapevolezza che tale scelta è un grosso fattore di concorrenza rispetto alle piccole e medie attività commerciali: utili e vitali per i centri urbani. Sono del parere che come l’artiginato di servizio, anche il commercio deve stare nel tessuto dei centri. La sua presenza qualifica la vita di una città; la fa sentire più umana. La fa diventare più bella. Alimenta il senso della comunità, al pari del verde ne è un fattore determinante”.
Come si può difendere il piccolo e medio commerciante dalla grande struttura?
“Il piccolo si può difendere con la qualità dell’offerta, con le relazioni umane. Caratteristiche che per natura non appartengono alla grande distribuzione, che si basa soprattutto sulla forza del prezzo ed il peso della pubblicità”.
Che cosa deve fare la pubblica amministrazione per difendere il piccolo negozio?
“Il Comune può conseguire gli obiettivi in tanti modi, con gli strumenti urbanistici, con l’incentivazione fiscale, con finanziamenti per la riqualificazione. Se la pubblica amministrazione è per l’impresa diffusa, come dice, non dovrebbe essere che conseguente. L’invito è che la pubblica amministrazione faccia la sua parte con coerenza politica, attraverso atti amministrativi concreti. Chi governa la città deve premiare il lavoro e non soltanto gli investitori finanziari. Un’altra minaccia è la presenza di comunità commerciali extra-nazionali, nei confronti delle quali è difficile capire che cosa mettere in campo. Si potrebbe intervenire con regolamenti comunali che favoriscano la molteplicità e non il mono-prodotto. Vanno eliminati i ghetti commerciali, a favore dei centri urbani che diventano ipermercati naturali”.
“Groove Store”, Morciano capitale delle scarpe sportive e non solo
– Novità nelle scarpe sportive delle marche più blasonate, perfino modelli unici? Bisogna andare a Morciano di Romagna, la capitale commerciale della Valconca e di una fetta importante del Montefeltro: al “Groove Store”.
Che ha cavalcato il mercato delle scarpe rinnovandosi. Alle spalle una tradizione di oltre mezo secolo. Davanti uno dei negozi di scarpe ed abbigliamento sportivo più importanti dell’Emilia Romagna. Con i suoi 350 metri quadrati, per grandezza, è il terzo della regione (nei centri abitati); un record per una cittadina di poco più di 6.000 abitanti, ma storico polo commerciale degno di una città di almeno 50.000 persone.
Offre, il “Groove Store”, le migliori marche (comprese le cosiddette edizioni limitate per gli appassionati ed i cultori). Qualche nome: Nike, Puma, Adidas, Reebok, Fila, Converse. Ed ancora: Stonefly, Geox, Caterpillar, Diesel…
Si trova nella centrale via Marconi. E rappresenta l’evoluzione naturale di “Elda Calzature”, una delle istituzioni commerciali della Valconca.
Gli spazi contengono due negozi: quello sportivo e quello di calzature classiche. Da Morciano sono state spedite scarpe in Sardegna, addirittura negli Stati Uniti.
Barracuda Stock
Un satellite del negozio morcianese si trova a Cattolica. E’ il “Barracuda Stock”, zona Diamante, dove si trovano le rimanenze e le offerta speciali.
La storia
Il lungo filo del “Groove Store” è quello di “Elda Calzatura”, la nonna ed il nonno di Sauro.
Oggi, il signor Marco ha più 80 anni. La sua avventura inizia nel ’49; vende articoli per calzolai: chiodi, pelli, colle. E nei ritagli di tempo produce zoccoli: fondi di legno risuolati dai copertoni delle auto e due strisce di pelle (siamo alla fine della Seconda guerra mondiale). Costavano 150 lire.
Come sempre succede, da cosa nasce cosa. Marco ed Elda iniziano a vendere scarpe, con un punto forte: ottimo rapporto tra la qualità ed il prezzo. Il signor Marco va a Rimini e Pesaro con un motorino ad effettuare gli acquisti presso i grossisti. Poi inizia ad approvvigionarsi direttamente dai fabbricanti; zona di Ascoli Piceno: almeno due volte la settimana per 25 anni. Ricorda: “Col tempo conosco tutti e portiamo a Morciano anche le scarpe di qualità. Grazie alla correttezza ed all’onestà siamo riusciti ad avere la fiducia sia dalle aziende (con prestiti senza interessi), sia dai clienti”.
L'”Elda” diventa uno dei punti di riferimento commerciali della Valconca, con una clientela che giungono da ogni dove: Pesarese, Forlivese e San Marino. Cavaliere del Lavoro, il signor Marco ha lavorato fino a tre anni fa.
Sauro e Sabrina: “Ringraziamo i nonni, senza il loro duro ed appassionato lavoro noi non ci saremmo”.