• Chi siamo
  • Redazione
  • Collabora con noi
  • Pubblicità
  • Contatti
MENSILE DI POLITICA ECONOMIA CULTURA SPORT E COSTUME DELLE PROVINCE DI RIMINI E PESARO - TEL. 0541-611070
giovedì, Maggio 22, 2025
27 °c
Rimini
27 ° Mar
27 ° Mer
  • Login
[adning id="56557"]
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino
[adning id="56557"]
  • Politica
  • Economia
  • Ambiente
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • CRONACA
    • DALLA NOSTRA TERRA
    • LA BUONA TAVOLA
    • L’OPINIONE
    • L’ALTRA PAGINA
    • VARIE
    • SPIEGA L’ESPERTO
  • Inchieste
No Result
View All Result
  • Politica
  • Economia
  • Ambiente
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • CRONACA
    • DALLA NOSTRA TERRA
    • LA BUONA TAVOLA
    • L’OPINIONE
    • L’ALTRA PAGINA
    • VARIE
    • SPIEGA L’ESPERTO
  • Inchieste
No Result
View All Result
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino
Home Economia

Economia. Dov’è il vero valore del Recovery Plan

Redazione di Redazione
16 Marzo 2021
in Economia
Tempo di lettura : 3 minuti necessari
A A
Vignetta di Cecco

Vignetta di Cecco

 

Tratto da lavoce.info

di Luisa Torchia, professore ordinario di Diritto amministrativo presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di RomaTre

Il valore del Recovery Plan non sta tanto nelle ingenti risorse, quanto nell’imporre la necessità di ben progettare, valutare e realizzare i progetti in tempi definiti. Le istituzioni italiane devono imparare ad assumere impegni realistici e mantenerli.

Pnrr, un “esercizio di apprendimento”

Nel corso dell’audizione dell’8 marzo davanti alle Commissioni congiunte del Senato e della Camera nell’ambito dell’esame della proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18) Il ministro dell’Economia Daniele Franco ha affermato che “il Pnrr costituisce un esercizio di apprendimento senza precedenti per le istituzioni italiane” (p. 16).

Si tratta di un’affermazione significativa, dalla quale traspare la consapevolezza dei rischi come delle opportunità che la costruzione, l’approvazione e l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza comportano per il sistema italiano nel suo complesso.

I rischi e le opportunità sono naturalmente legati all’importo delle risorse finanziarie che il Next Generation EU mette a disposizione dell’Italia, ma vanno ben oltre e hanno rilevanza sia nazionale, sia europea. L’importo delle risorse è certamente significativo, ma non di per sé decisivo, se solo si considerano sia le grandezze degli scostamenti di bilancio sinora autorizzati per sostenere l’economia durante l’anno trascorso dall’inizio della pandemia, sia le altre risorse per il periodo 2021-2027 previste dal Quadro finanziario pluriennale, dal Fondo per lo sviluppo e la coesione e dai fondi di durata quindicennale, puntualmente elencate nell’audizione del ministro.

L’Italia può aspettarsi di ricevere dal Recovery Fund, secondo le ultime stime, 191,5 miliardi fra finanziamenti e prestiti e quindi un po’ meno di 40 miliardi all’anno per il periodo 2022-2026, con un possibile anticipo del 13 per cento nel 2021. Si tratta di cifre considerevoli, che sarebbe stato difficile immaginare nel passato ventennio di austerità finanziaria (seppure più proclamata che praticata), ma che oggi, nel mutato paradigma di finanza pubblica emerso per far fronte alla pandemia, da sole non fanno necessariamente la differenza in termini puramente finanziari.

La differenza, e quindi il vero valore del Recovery Plan, potrebbe stare invece proprio in quell’inedito “esercizio di apprendimento” evocato dal ministro Franco. La disciplina europea del meccanismo impone, infatti, che per accedere alle risorse l’Italia sia in grado di programmare e progettare gli interventi in tempi rapidi (la prima scadenza è a fine aprile 2021). Che di questi interventi siano chiari i tempi di realizzazione e l’impatto. Che siano misurabili, e misurati nel corso della realizzazione, gli obiettivi intermedi e finali raggiunti, come condizione per il pagamento dei fondi. Che, quindi, il meccanismo di monitoraggio e di rendicontazione dei risultati sia subito strutturato. Che i tempi di realizzazione siano rispettati e che nel 2026 tutti gli interventi siano conclusi.

Opportunità e rischi

Qui sta, per l’Italia, il valore maggiore del Recovery Plan: nella necessità di costruire e mettere in pratica la capacità di ben progettare (e non solo di proclamare), di valutare a priori e a posteriori sulla base delle evidenze e non delle suggestioni, di realizzare in tempi definiti senza rinvii e dilazioni infinite: in una parola, di assumere impegni realistici e di mantenerli.

Qui sta, naturalmente, anche il rischio maggiore, per ragioni note e spesso ricordate nel dibattito sul Recovery Plan, quali, per fare solo qualche esempio, l’arretratezza e le difficoltà di funzionamento del sistema amministrativo, la frammentazione delle competenze fra tanti soggetti e livelli di governo, un quadro normativo e regolatorio complesso e farraginoso, la prevalenza dei controlli di legittimità sui controlli di risultato. Di qui anche la tentazione ricorrente di procedere per via di eccezione sul piano delle regole, di sostituzione sul piano delle strutture, di misure generalissime sul piano della semplificazione di oneri e controlli e di ricerca delle competenze necessarie attraverso piani di reclutamento che raramente producono i risultati attesi. Si tratta, però, di misure la cui efficacia è dubbia, come dimostra l’esperienza passata, dalla quale pure sarebbe utile apprendere.

Il vero valore del Recovery Plan potrebbe stare, allora, nel cambiare approccio e invece di immaginare riforme generali dell’amministrazione per gestire le risorse del Recovery and Resilience Facility, provare a costruire intorno agli specifici progetti e interventi del Recovery Plan le regole e le strutture necessarie, riutilizzando anche ciò che di buono – e non è poco – già c’è nel sistema amministrativo italiano (intendendolo comprensivo delle migliori università e centri di ricerca). L’assetto di governance per ora prefigurato, concentrato sul ministero dell’Economia e delle Finanze con la collaborazione di ministeri più direttamente coinvolti nelle missioni del Recovery Plan, potrebbe garantire il necessario coordinamento, magari cominciando con la costruzione di una piattaforma unitaria delle informazioni e dei dati che realizzi il sogno, inseguito da anni e finora mai realizzato, della interoperabilità delle banche dati delle amministrazioni: le norme che la prevedono – o addirittura la impongono – ci sono già, basta la volontà di attuarle.

Articolo precedente

Sanità. Covid, l’effetto dei vaccini già si vede

Articolo seguente

vignetta marzo 21

Redazione

Redazione

REDAZIONE LA PIAZZA

Articoli Collegati

STARTUP WEEKEND RIMINI  - Rimini 15 18 Maggio 2025 - Rivierabanca 18 Maggio nella photo (Ph © Giorgio Salvatori) un momento delle premiazioni
Economia

Rimini. Startup weekend, idee e imprenditori del futuro a scuola

22 Maggio 2025
Vignetta di Cecco
Economia

Economia. Una tregua non chiude la guerra di potere tra Usa e Cina

17 Maggio 2025
Da sinistra: Andrea Moretti, Angelo Amadei, Gianpietro Corbari, Emilio Urbinati, Fabio Pari
Coriano

La Effedue di Coriano entra in Sipral e cresce

17 Maggio 2025
Vignetta di Cecco
Economia

Dalla Fed una lezione di indipendenza

16 Maggio 2025
Economia

Rimini. Assemblea generale di RivieraBanca: la conferma del presidente Fausto Caldari garantisce continuità. In dono ai Soci il libro “Una storia di Persone”

15 Maggio 2025
Economia

Come si elegge un Papa 3.0*

14 Maggio 2025
Cattolica

Cattolica-Gabicce Mare. Gran Fondo degli Squali, modello del fare turismo… i 10 anni e 10mila presenze

11 Maggio 2025
Daniela Angelini
Economia

Riccione. Il sindaco Angelini: “Rimini Fiera-Palas, nella massima trasparenza”

30 Aprile 2025
Mostra più articoli
Articolo seguente

vignetta marzo 21

Riccione. Spazio Tondelli, lavori di riqualificazione: 600mila euro la spesa

Riccione. Rotary Riccione Perla Verde regala "Stanza degli abbracci" alla residenza Nuova Primavera

Provincia di Rimini. Patto provinciale per il lavoro ed il clima: primo passo

Please login to join discussion

Ricerca articoli e archivi

No Result
View All Result

Articoli

gruppo292.com

Articoli recenti

  • Misano Adriatico. Biblioteca, Antonella Lattanzi presenta il libro il 25 maggio alle 11 22 Maggio 2025
  • Rimini. Gnassi: “Troppe sforbiciate dalla Meloni. Taglio di 4,6 milioni di euro alle strade provinciali”” 22 Maggio 2025
  • Rimini. Monica Centanni racconta il pensiero di Gemisto Pletone nel Tempio Malatestiano il 23 maggio 22 Maggio 2025
  • Verdi Emilia-Romagna: “Caccia: il governo Meloni minaccia la natura. L’Emilia Romagna tra le regioni più a rischio”” 22 Maggio 2025
  • Tavullia. A Padiglione nuovo campo sportivo in sintetico 22 Maggio 2025
La Piazza | Notizie, Politica, Economia, Cultura e Società dalla Provincia di Rimini e Pesaro-Urbino

© 2025 .292-

La Piazza delle province di Rimini e Pesaro. Redazione : Piazza Gramsci, 34 - 47843 Misano Adriatico | p.iva 02540310402

  • Chi siamo
  • Redazione
  • Collabora con noi
  • Pubblicità
  • Contatti

Direttore Responsabile: Giovanni Cioria

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
No Result
View All Result
  • Home
  • Politica
  • Economia
  • Cultura
  • Sport
  • Turismo
  • Eventi
  • Rubriche
    • Cronaca
    • Dalla nostra terra
    • La buona tavola
    • L’opinione
    • L’altra pagina
    • Spiega l’esperto
  • L’inchiesta
  • Redazione
  • Pubblicità
  • Contatti

© 2025 .292-