LA POLITICA
– Quando si dice un duello all’ultimo respiro, con copioso spargimento di sangue si dà il senso, ma si è lontani dalla realtà. Insomma, la fantasia è meno fantasiosa dei fatti degli uomini. Tra Massimo Pironi e Fabio Galli la campagna per le primarie è davvero un duello rusticano, buono per dare lo spunto allo scrittore Giovanni Verga: solo che nell’avvincente racconto ottocentesco c’era una donna; qui il potere. Che come dicono a Napoli è sempre meglio che passare il tempo in dolce compagnia per usare un eufemismo. Forse perché il potere permette dolci serate e le serate non il potere.
Chi vincerà sarà l’esponente del centrosinistra per provare a succedere a Daniele Imola alla guida della città. E dovrà governare un territorio con interessi miliardari, che dopo Rimini mena il grande gioco del potere economico e sociale della provincia. Che decide i destini di non solo i 33.000 riccionesi, ma dei 300.000 abitanti del comprensorio provinciale.
La portata dello scontro è su più livelli: il tempo, gli schieramenti, gli affondi.
La corsa tra gli esponenti del Pd è stata la prima a partire nella provincia di Rimini; dove c’è un capannello con tre persone i due si fiondano per uno spot: per convincere. Stanno battendo palmo a palmo i quartieri riccionesi. Per certi versi è un bel vedere; è un rapporto diretto coi cittadini.
Il livello dello scontro lo si può leggere anche tra i sostenitori di Pironi-Galli.
Con il primo ci sono l’ex sindaco Massimo Masini, Valeriano Fantini, l’attuale vice-sindaco Lucio Berardi, Giuseppe Savoretti, Sabrina Vescovi, Alessandro Casadei, Tiziano Solfrini.
Col secondo l’attuale sindaco Daniele Imola, Stefano e Andrea Piccioni, Francesco Cavalli, Chicco Angelini, Serafino Angelini, Riziero Santi.
Sauro Tonti, il segretario del Pd, non prende posizione e controlla il rispetto delle regole.
Gli affondi sono terribili, anche se all’esterno, alla città, con fair play giunge poco, o punto. Le schermaglie più frequenti: il vecchio che si rinnova (contro Pironi). Il falso rinnovamento (contro Galli).
Se la scelta di Pironi fa parte del gioco della vita, la sua discesa in campo ha deluso coloro i quali lo hanno votato per portarlo nel consiglio regionale tre anni fa. Si sentono traditi. Voce comune: “Si doveva dimettere. Troppo facile tenere il piede in due staffe. Ed è possibile che il Pd, casa Ds, non abbia nessun rappresentante a Bologna? (il suo posto non sarà preso da un esponente della provincia di Rimini, ndr). O forse al prossimo giro poteva essere assessore regionale”.
Pironi ha alle spalle una carriera politica formidabile, costruita nelle retrovie con una disponibilità assoluta: sempre gentile, sempre presente. E’ stato assessore a Riccione, assessore in Provincia (presso la quale ha ben difeso gli interessi di Riccione). Tre anni fa la candidatura in Regione e l’elezione. Poi, la decisione di scendere in campo per contrastare il più giovane Galli e proporsi come prima punta.
Un novizio della politica Galli; è passato dalla segreteria dei Ds; la chiamata di Imola nella sua giunta. Fino alla candidatura.
La sfida si giocherà all’ultimo voto. I pironiani sperano in un’affluenza alta; i galliani, che ha con sé buona parte del partito, in una bassa. E anche su questo è battaglia.