Santamonica, dall’inceneritore all’autodromo. Il 6 agosto, la struttura festeggia i 50 anni.
Lì era prevista la costruzione dell’inceneritore, quello che oggi si trova a Raibano. La “sommossa” dei misanesi fece cambiare destinazione d’uso agli amministratori negli anni ’60. Il circuito fu la visione di un manipolo d’amici che ci investirono passione e danari. Molti danari. Racconta uno dei soci scomparso alcuni anni fa, Allieto Giannini: “Ho buttato via miliardi di lire; tornassi indietro non lo rifarei”.
Ha cambiato più volte assetti societari; fino all’attuale: il Gruppo Colacem di Gubbio della famiglia Colaiacovo.
Le prime gare ufficiali furono disputate domenica 6 agosto 1972. Quel giorno era in programma un fitto calendario di trofei automobilistici, con vittorie firmate da piloti come Arturo Merzario, Vittorio Brambilla e Giancarlo Martini.
Sette giorni dopo, il 13 agosto, toccò alle moto debuttare ufficialmente: vinsero Giacomo Agostini nelle 350, Renzo Pasolini nelle 250, Otello Buscherini nelle 125 e Guido Mandracci nelle 750.
La leggenda vuole che il circuito prese vita su desiderio di Enzo Ferrari, presente all’inaugurazione. Intorno a lui, un gruppo di imprenditori della Riviera, molto appassionati e motivati nel coinvolgere l’ingegnere modenese Umberto Cavazzuti per il progetto del tracciato.
Erano consapevoli ci fosse il bisogno di un circuito che concentrasse la passione enorme per il motorsport, sul territorio risalente all’inizio del ‘900, anche per togliere dalle strade cittadine un calendario di gare che cominciava ad essere troppo rischioso per piloti e pubblico.
Da quel giorno oltre mille eventi, leggendarie sfide in pista e in questi ultimi decenni una crescita progressiva che ha portato MWC nell’elite dei circuiti mondiali.
Dopo oltre un trentennio di costante crescita, la ‘nuova era’ nasce nel 2006, quando venne modificato radicalmente il tracciato e a tempo di record, in soli cinque mesi, la pista fu allungata a 4.226 mt con l’inversione del senso di marcia e profondi interventi anche sulle parti strutturali, oltre al cambio della denominazione da Santamonica a Misano World Circuit.
Intervento necessario per ospitare la MotoGP e dare una risposta concreta all’incontenibile passione nata intorno al ‘fenomeno Vale’. Oggi la dotazione di infrastrutture è eccellente e flessibile, la pista ha acquisito una riconoscibilità mondiale anche grazie al progetto di brand identity che coinvolge tutto il territorio.
Sono passati 50 anni da quando una pista temporanea di atterraggio dei velivoli americani durante la Grande Guerra, ispirò l’attuale rettilineo del circuito che oggi ospita quattro piste: la pista internazionale, l’Arena Flat Track di oltre mille metri e non asfaltata, la pista Handling conosciuta come Misanino e quella dedicata ai kart.
Oggi l’impianto può ospitare oltre 100mila spettatori ed ha raggiunto la configurazione di un grande Parco dei Motori con la MWC Square e il nuovo Pit Building che ospiterà anche l’archivio storico multimediale e spazi per mostre tematiche.
Due le mostre già allestite, con l’attuale ‘50 shooting of racing’ che omaggia ai primi 50 anni di vita del circuito e resterà aperta fino alla fine del 2022. Alla MotoGP di settembre altri eventi, con la presentazione di una pubblicazione celebrativa.
Oggi MWC, a pieno regime, rappresenta un volano economico da oltre 160 milioni di euro di indotto nel cuore della Motor Valley, con una produzione di oltre 710mila room nights, il 90% delle quali si concentra nelle strutture ricettive della provincia di Rimini.
Analogo percorso è stato compiuto sul contenimento dell’impronta ambientale dell’attività, tanto da ottenere proprio nell’anno del cinquantesimo anniversario l’accreditamento ‘Tre Stelle’ nel 2022 e la certificazione ISO 20121 come standard per la Certificazione del Sistema di Gestione Sostenibile degli Eventi, unico impianto del motorsport accreditato in Italia da TÜV SÜD.