– Volete capire che cosa è successo nelle urne elettorali il 6-7 giugno scorso? Per carità non chiedetelo a dei politici, tutti interessati, come sempre, solo a versioni di parte. La spiegazione più convincente l’ha data sulla “Stampa” del 13 giugno Enzo Bettiza, un giornalista intelligente e imparziale come pochi. La sua tesi è che ha perso Berlusconi, ma che ancora di più hanno perso i suoi avversari di sinistra, in Italia e in Europa.
Ecco come e perché. “Si è votato ricorda Bettiza nel pieno di una grave crisi di recessione e disoccupazione, che sembrava favorire «socialisti e affini nella competizione con le destre: un terreno adatto al rafforzamento dei partiti di sinistra e alla diffusione delle loro ricette economiche e sociali”. A questa crisi hanno risposto gli statisti conservatori con misure «d’intervento dirigistico, quasi sottratte al tradizionale ricettario d’ispirazione socialista»: una sorta di furto delle idee socialiste di statalismo, insomma. E tali misure, miranti alla «lotta alla disoccupazione», sono state accompagnate da «risposte operative, apparentemente impopolari, quindi ideologicamente trascurate dalle sinistre, a questioni d’emergenza come l’ immigrazione clandestina, l’autodifesa identitaria e regionalistica di cui in Italia ha saputo farsi portavoce la Lega presso i ceti artigianali e operai»: i ceti, insomma, delle periferie urbane a contatto con le etnie afro-asiatiche.
In tal modo è mancato alle forze di sinistra «il contatto con la realtà. Certi leader velletitari hanno dato più ascolto ai salotti che alle fabbriche, usando senza costrutto parole ovvie e luoghi comuni come “solidarietà”, “dialogo”, “tolleranza multiculturale” eccetera. Mai una scelta audace, innovativa, rapportata al duro e insidioso mondo reale in cui viviamo».
Fin qui Bettiza. Noi ci limitiamo ad osservare:
a) il Censis ha dimostrato che 70 elettori su 100, prevalentemente anziani e casalinghe privi di cultura, hanno votato in Italia soltanto informandosi attraverso la tv, solo 25 su 100 grazie alle loro letture;
b) la xenofobia della Lega corrisponde a stati d’animo sempre più diffusi, ma non è campata in aria: a Lampedusa sono finiti gli sbarchi dei disperati (sia pure mediante un tipo di respingimento, quello di Maroni, contrastante con le convenzioni internazionali), e a Prato e altrove la concorrenza cinese sta rovinando la produzione italiana;
c) per quanto riguarda l’Inghilterra, sono stati soprattutto puniti dieci anni (1997-2007) di sregolatezza liberista del tanto decantato Tony Blair. La destra ha derubato la sinistra, ma in Inghilterra la sinistra aveva già derubato la destra;
c) nessuno dà retta agli appelli del clero cattolico e del papa alla carità e alla solidarietà umana.
Mentre questo avviene sul terreno sociale (benché molte imprese e famiglie siano state salvate dalla manodopera immigrata: si pensi alle badanti), sul terreno delle istituzioni Berlusconi continua a fare assegnamento sulla copertura ecclesiastica delle sue scelte in materia di testamento biologico e di silenzio sulle coppie di fatto, continua a fabbricare leggi ad personam, come quella sulle intercettazioni, e a minacciare i magistrati, la libertà della stampa, il Parlamento, la Costituzione stessa. La primogenitura civile ed istituzionale è stata ceduta in cambio del piatto di lenticchie di Lampedusa.
La sinistra continua a restare divisa e perciò stesso fallimentare. “Sinistra e Libertà” e i neocomunisti non sono stati capaci nemmeno di riempire unitariamente lo spazio esistente alla sinistra del Pd. Quando arriverà, se arriverà, un leader capace di quella che Bettiza chiama «una scelta audace, innovativa, rapportata al duro e insidioso mondo reale in cui viviamo»?
di Alessandro Roveri
Libero docente dell’Università di Roma