GENIUS LOCI
– Una straordinaria frazione Misano Cella: una fucina di artigiani che sanno far da mangiare come pochi, con il gusto dell’ironia. Questi sono stati gli ingredienti di una scorpacciata di pesce assolutamente da mandare a memoria.
Ha organizzato ogni cosa Valerio Balducci, professione elettricista. Abitava forse nell’ultima strada bianca del comune di Misano Adriatico, una traversa di via San Giovanni. Direzione Misano Monte-Misano Cella, prima del ponte sull’Agina, a sinistra. Una strada in mezzo alla campagna della Romagna che fu, pettinata con coltivazioni come neppure un giardino: filari, grano, ulivi. Da decenni, i pochi abitanti della mitica strada hanno inutilmente chiesto al Comune una lingua di asfalto. Poiché vicinale e non comunale, per ragioni più burocratiche che altre, mai asfaltata. Finalmente lo scorso maggio, viene messo sull’elegante e polveroso ghiaino il catrame. Per festeggiare, Valerio invita gli amici della Cella, più l’attuale sindaco Stefano Giannini, l’ex sindaco Antonio Magnani, il consigliere provinciale Nadia Moroncelli, l’ex assessore Maurizio Martini. Mattatore della serata con la sua voce avvolgente non meno che tonante, Claudio Piccioni.
Cena di pesce da leccarsi i baffi. Antipasto con cozze, a seguire 66 uova di tagliolini (preparate dalla moglie di Valerio) col sugo cucinato da Gigi Nanni, una garanzia. Invece, Nazzareno (per tutti Dolfo) Fabbri è l’uomo delle griglie. Ha fatto degustare: seppiolini ripieni, calamari, sgombero e altre delizie. Ulteriori contributi fondamentali: Luciano Bellettini e Vincenzo Bannini.
Si è chiuso con la classica ciambella e la torta di Gianni Ghigi (dell’omonima pasticceria di Morciano). La lunga tavolata era nella cornice dell’aia con il fondo di autobloccanti. Dalla terra giungeva il largo concerto delle cicali. Serata estiva da Romagna vera.