IL FATTO
di Matteo Marini
– La ferrovia come barriera, confine tra due mondi commerciali: quello griffato e fashion della “Riccione da bere”, estiva e turistica, e quello più raccolto e caratteristico del centro storico del paese. Un confine fisico (gli unici passaggi pedonali vicino al centro sono quelli di viale Ceccarini e il porto) e soprattutto psicologico, anche per un turista che si allontanava dalla spiaggia: per andare dove? Basti pensare che quando si dice “centro” ancora si intende la zona tra la ferrovia e il mare, mentre la storia di Riccione parla di un borgo nato proprio sulla via Flaminia, sul tragitto dell’antica consolare che da Fano portava a Rimini.
Una barriera che alla fine è venuta giù, col tempo e la perseveranza dei commercianti a monte, dopo anni di quasi isolamento rispetto alla zona mare, più appetibile perché teatro dello struscio e della movida di una delle località romagnole più gettonate.
È la rivincita del centro storico di Riccione e dei suoi esercenti, guidati dal comitato Riccione Paese. Una risalita che porta addirittura corso Fratelli Cervi, via Diaz e le strade vicine a far concorrenza alle blasonate viale Ceccarini e viale Dante. Diversi commercianti stanno pensando addirittura di aprire, proprio qui, un secondo esercizio, oltre quello al mare.
“Fino a qualche anno fa – spiega Lucia Baleani, presidente del comitato – tra i commercianti di Riccione possiamo dire che c’erano figli e figliastri. Non c’era comunicazione con l’amministrazione comunale perché zone come centro storico e San Lorenzo, per esempio, erano considerate, come dire, roba nostra, che per il turismo non costituivano attrattiva. Dopo tanti sforzi possiamo dire che le cose sono cambiate”.
Il comitato è nato 15 anni fa, proprio per modificare una situazione che vedeva commercianti di serie A e di serie B. I commercianti che aderiscono sono circa 60, un centinaio in tutto quelli che presenti nella zona. Lucia Baleani è titolare dell’omonima gioielleria in viale Ceccarini ma, da un anno e mezzo, ha aperto un esercizio anche oltre i binari. La Maison Baleani è in corso Fratelli Cervi e il sorriso stampato sul volto della proprietaria vuole significare che le cose filano alla grande: “Facciamo cose differenti rispetto al negozio in viale Ceccarini, però le vendite stanno andando bene. Io si può dire che sono stata la prima ma ora in tanti stanno cercando spazi quassù, da aprire in parallelo con l’altra attività. Il centro storico è diventato molto più appetibile, lo dimostrano anche i prezzi delle abitazioni, che sono cresciuti negli ultimi anni, e i nuovi acquirenti che non sono certo del posto. I turisti, una volta oltrepassata la ferrovia, abbattuta la barriera, vedono Riccione paese e non lo lasciano più”.
Tante le attività e le iniziative messe in piedi per il rilancio della zona “vecchia”, dal carnevale “scippato” a viale Ceccarini al cinema all’aperto d’estate, Ciocopaese, la Maggiolata, le sfilate e, ultima in ordine di tempo, la manifestazione per la festa delle Forze armate: con parata di mezzi da guerra d’epoca e cimeli bellici esposti nelle vetrine e nei negozi. “Quello che fa funzionare tutto – racconta ancora la Baleani – è la collaborazione tra i vari esercenti. Ci si conosce, ci si organizza insieme e così si ottengono i risultati. Per fare un piccolo esempio, un aperitivo in una boutique, diciamo un’iniziativa quasi improvvisata: non ci aspettavamo che venissero 150 persone”.
Ciò che li rende in qualche modo “differenti” è il tipo di negozio, di articoli e di offerta. Che in qualche modo mancano nella zona mare. E non si parla solo di macellerie, o pescherie: “I negozi del paese sono più caratteristici – racconta ancora la Baleani – e mettono in campo un tipo di iniziativa molto più legata alla ricerca, con marchi meno famosi rispetto agli altri esercizi, ma anche per questo meno dipendenti dalle griffe. C’è tanta voglia di rinnovarsi e sfruttare occasioni come finanziamenti e incentivi per rinnovare i negozi per esempio. Accanto a questo abbiamo anche prezzi più bassi per ovvie ragioni di posizione”.
L’ultimo tabù da sfatare sarà quello del divertimento giovane, fino ad ora davvero ad appannaggio della sola zona mare. “Il centro storico pullula di enoteche, bar e pub, l’idea è quella di fare come la piazzetta di Rimini (la zona delle pescherie vecchie, vicino a piazza Cavour ndr) un punto di ritrovo dove gli esercizi pubblici sono uno vicino all’altro”. L’ultimo affronto di Riccione Paese, decisa a creare un’alternativa anche al sacro rito della movida notturna.