– L’EREDITA’
Dò v’ciarlèn daseda sna panchina i ciacareva de piò e de mench, ise tent per fè l’ora d’ande a magne.
I racunt di temp anded in fniva mai, ogni ntent però senza v’el is racunteva qualche fola. Una ad questie la raconta d’una eredità.
E giva Franzchin mè su anigh Pirèn, te santi quant sold cuiè in bal ?!? E per quasi impusebil !!!
Mo di Franzchin clà sia propria i se???
Di Pirèn, mè an s’avria mo è per una facenda grosa, e po, si dis, qual’cosa ui sarà ad vera !!!!
Mo Franzchin, i zcòr ad miera ad euri, cum se fossa nuciulenie, per nun Franzchin che a ciapem chi quatre euri ad pension e cà fem fadiga a ciud e mes l’è dal cifre cli fa gire la testa.
E caro e mi Pirèn, per fè stal manovre ui vò, bracie bonie e cervel fen.
Mo, di Pirèn, stema a veda cum ‘andra a fnì, mo tvidrè che a la fin i più pataca è fnirà per ess sempre i solit, t’un vers o y’un ent i truvara sempre e modi ad pugetle, avem voia nun a rasante i mur.
(GerBa)
– Due vecchietti seduti su una panchina, chiacchieravano del più e del meno, così tanto per fare l’ora d’andare a mangiare.
I racconti dei tempi andati non finivano mai, ogni tanto però senza volerlo si raccontavano qualche favola. Una di queste, raccontava di una eredità.
Diceva Francesco al suo amico Piero, hai sentito quanti soldi ci sono in ballo???? Sembra quasi impossibile!!!
Mo dimmi Francesco che sia proprio così????
Di Piero, io non saprei ma sembra una faccenda grossa. Poi se dicono, qualcosa ci sarà di vero!!!!
Mo, Francesco, parlano di migliaia e migliaia di Euro come se fossero noccioline, per noi Francesco che prendiamo quei quattro Euro di pensione e facciamo fatica a chiudere il mese sono cifre che fanno girare la testa.
E caro Piero, per fare queste manovre ci vogliono braccia buone e cervello fino. Mo, di Piero, stiamo a vedere come andrà a finire, ma vedrai che alla fine i più patacca risulteranno essere sempre i soliti, in un verso o nell’altro troveranno sempre il modo per appoggiartelo, hai voglia te a rasentare i muri.