– Diversi commenti e riflessioni sono arrivate dai lettori sull’inchiesta del mese scorso dal titolo “E’ scontro tra periferia e centro”. Ha fatto impressione il passaggio “Il degrado dei quartieri periferici mette a rischio la coesione sociale. Molti cittadini mettono sotto accusa una gestione delle risorse che privilegia solo turismo e centro cittadino”.
Abbiamo riportato dati e voci critiche raccolte dal sondaggio dell’Arcobaleno (circa 2mila cittadini) distribuito in tutta la città.
C’è un nodo che dopo anni di un percorso sotto traccia e sottovalutazione, è venuto fuori in tutta la sua gravità: il latente contrasto tra periferia e centro. Il sostanziale abbandono dei quartieri periferici, il degrado diffuso, la carenza di servizi hanno peggiorato la situazione. Ma la cosa più grave è che questo porta una parte di cittadini ad una sorta di ostilità verso la nostra prima attività economica: il turismo.
Questo in sintesi il contenuto dell’inchiesta della Piazza di gennaio.
Di conseguenza la domanda che ci hanno fatto diversi lettori è stata sostanzialmente questa: “Come mai il partito di governo , da sempre, della città, responsabile del progressivo degrado dei quartieri, ma non solo, viene poi costantemente premiato e portato alla vittoria elettorale proprio dalla maggioranza dei cittadini di quei quartieri?”.
E’ l’ideologia? Sono le clientele? E’ il buon governo?
Ma vediamo alcuni dati.
– Il partito di maggioranza del governo cittadino (Pd) raccoglie circa il 65% dei suoi voti nei quartieri (il 12% a Torconca, il 18% alla Ventena, il 35% al Macanno). Quartieri che da soli già contano oltre il 60% del corpo elettorale cittadino. Nei seggi di quei quartieri il Pd porta a casa una media del 60% (il 63% da Torconca, il 56% dalla Ventena, il 58% dal Macanno). Nei seggi del centro e zona mare, dove si spendono più risorse, il Pd è minoranza; allora basta posizionarsi decentemente nella zona porto-Violina e Casette e il gioco è fatto. La vittoria è acquisita.
Le ultime due legislature hanno dimostrato però che la cosa non è più così scontata. Costretto a ballottaggi rischiosi, nelle ultime comunali il Pd ha ottenuto il 25% dei voti, molto ben lontano dalle percentuali bulgare dei tempi del Pci-Pds e anche Ds, e il sindaco Marco Tamanti ha vinto per soli 303 voti rappresentando appena il 30% dei cattolichini con diritto di voto.
E’ merito del buon governo? Da tempo è fatica parlare di buon governo, forse il partito cittadino vive di rendita. Del lavoro fatto nei decenni scorsi da una classe politica dirigente più capace e coraggiosa. Le critiche e proteste nei confronti delle due ultime amministrazioni sono quotidiane: degrado diffuso, servizi carenti, scarsa trasparenza amministrativa, una valanga di debiti… Inoltre si è affermato un gruppo dirigente (sindaco e assessori) le cui competenze e visione programmatica sono largamente insufficienti.
E’ forse il richiamo ideologico di appartenenza? Certamente ancora influisce il fattore ideologico-culturale. Una città da sempre orientata a sinistra ha delle difficoltà a passare in massa dall’altra parte. Nelle ultime elezioni comunali ha inciso fortemente il fattore B (Berlusconi), con una destra nel governo nazionale impresentabile sotto ogni aspetto. Questo ha ridimensionato, senza nulla togliere alla persona, le potenzialità di Cono Cimino, che rappresentava localmente il Pdl.
Le clientele? Certamente decenni di governo senza interruzioni e soprattutto fino a pochi mesi fa, l’assoluta convinzione-certezza di vincere, ha sedimentato nel tessuto sociale ed economico una quantità di interessi convergenti mediati dal partito-amministrazione. Ricordiamo che il Comune è la prima azienda cittadina che gestisce la bellezza di decine di milioni di euro ogni anno. Dunque tutto, o quasi, passa attraverso l’occhio “attento” dell’Amministrazione che ha i mezzi necessari per convincere e dissuadere. Pensiamo solo alla partita del mattone, della gestione urbanistica, licenze…
Per decenni l’opposizione non ha mai scalfito più di tanto lo strapotere di quella maggioranza. Anche perché non ha mai sfoderato personaggi che fossero credibili per l’alternanza a questa classe politica dirigente. Nelle ultime due legislature il Palazzo ha tremato perché, l’opposizione ha trovato almeno due uomini che hanno dimostrato di incarnare un’alternativa credibile e programmatica: Alessandro Bondi e Cono Cimino.
Dunque, è anche una questione di uomini, anche se pur tremando, il Palazzo si è salvato grazie all’apparato partitico e di potere.
Ma ritorniamo alla domanda iniziale dei nostri lettori: “Come mai il partito di governo, da sempre, della città, responsabile del progressivo degrado dei quartieri, viene poi costantemente premiato e portato alla vittoria elettorale proprio dalla maggioranza dei cittadini di quei quartieri?”.
C’è una battuta che circola: “Il popolo è sovrano, ma non lo sa”. Dunque, partire dal basso, dai problemi reali dei cittadini, diffidare delle alchimie partitiche, praticare la partecipazione e l’organizzazione di base ed esigere, sempre, la trasparenza e l’informazione.
di Enzo Cecchini