L’INCHIESTA
di Matteo Marini Francesco Toti
Produzione, meno 13,5%
– Meno 13,5% nel 2009 (meno 14,1 la regione). E’ la diminuzione della produzione industriale nella provincia di Rimini rispetto all’anno precedente; il fatturato ha fatto segnare meno 13,4%, gli ordinativi meno 13,6%. Calata la produzione, calato l’export. Al 30 settembre 2009 si è attestato a meno 22,7% (per un valore di 924,4 milioni di euro); l’import (596,7 milioni di euro) a meno 24,9%
Cig, 2,5 milioni
– Nel 2009 sono state autorizzate 2,5 milioni di cassa integrazione (più 1.258% per gli operai e più 866% per gli impiegati); nel 2008 furono 192.562 in aumento del 65% rispetto al 2007. La variazione 2008/2009 indica un aumento del 1.200 per cento. La cassa integrazione nell’edilizia invece ha fatto segnare un più 60 nel 2009, contro un più 38% del 2007. Nella lista di mobilità sono state iscritte 1.709 persone, più 84% sul 2008.
Imprese, – 0,2 per cento
– Dopo anni di incrementi più o meno robusti, il 2009 si archivia con il segno meno, seppur lieve: 0,2%. Al 30 settembre 2009 si contavano 33.874 imprese, una ogni 9 abitanti. I settori: commercio 9.011 (26,7% del totale), altri servizi (immobiliari, noleggio, informatica, ricerca) 5.306, costruzioni 5.118, turismo (alberghi, bar, ristoranti) 3.965, industria 3.400. Dai 7 comuni della Valmarecchia pesarese sono giunte 2.652 imprese (agricoltura 603, commercio 510, industria 467).
– E’ al 60 per cento della sua potenzialità produttiva, ma tra un mese gli ordinativi sono già finiti. E’ il portafogli della più importante azienda metalmeccanica italiana. Ha sede a Rimini e offre i suoi saperi a mezza dozzina di multinazionali. Dunque, attraverso il suo andamento, si ha uno spaccato verosimile dell’economia della provincia di Rimini e dell’Italia.
È quasi una Rimini a due velocità quella che emerge dal quadro dipinto dalla Camera di commercio nel suo rapporto annuale, che fotografa l’economia della provincia presentato lo scorso 30 marzo nell’aula magna dell’Università. La crisi economica ha colpito anche qui, come in tutto il mondo. Una sequela di segni meno che interessano gran parte dei settori economici, con alcune interessanti eccezioni che, in qualche modo, lasciano ben sperare per una ripresa che comunque è prevista lenta, più lenta rispetto al resto del paese.
Cassa integrazione
Tra tutti gli indicatori analizzati uno balza all’occhio: il ricorso agli ammortizzatori sociali ha avuto un’impennata inedita nel corso del 2009. Le ore di cassa integrazione autorizzate sono state oltre due milioni e mezzo che, raffrontate con le 192.000 dell’anno precedente segnano un incremento esorbitante: +1.200%. Importante anche il numero di iscrizioni alle liste di mobilità, sono stati 1.709 l’anno scorso, +84% rispetto al 2008. Tutto questo a fronte di una crescita dell’occupazione dello 0,6%. Una spia che tradisce in maniera netta le grosse difficoltà del comparto economico riminese, soprattutto quello industriale, in assoluto il settore a soffrire di più. Flessioni in doppia cifra registrate per quasi tutti i capitoli, -13,5% la produzione, -13,4% in fatturato -13,6 gli ordinativi totali nel 2009 rispetto al 2008. Tutti valori in linea con il dato nazionale e leggermente meno “crudeli” se raffrontati con l’andamento della regione.
Imprese sofferenti
Risultano più in sofferenza le imprese con più di 250 dipendenti che però, nonostante le difficoltà, hanno accresciuto la spesa per gli investimenti del 2%, destinata soprattutto alla ricerca nell’ambito della Ict, sviluppo e formazione. Le piccole e medie imprese hanno invece ridotto questa voce in bilancio rispettivamente del 20,5 e 7,3%. Il saldo totale degli investimenti arriva così a un -8,4% nel 2009 rispetto al 2008.
Export
Una china ripida, subìta anche dall’export che inverte la tendenza registrata due anni fa. Un -24,4% per un valore assoluto di oltre 924 milioni di euro. La bilancia commerciale rimane comunque in attivo grazie al -23,2 % dell’import, che testimonia al contempo come si sia sensibilmente indebolita l’attività di produzione, il 98,5% delle esportazioni ed il 92,0% delle importazioni riguarda infatti il settore delle attività manifatturiere, che rappresentano (con oltre un miliardo e 200mila euro) il settore più importante per il commercio con l’estero (-24,5%).
Turismo
Meno amara la situazione per quanto riguarda il turismo, che fa segnare un sostanziale bilancio in pareggio nel conto delle presenze (aumentate dello 0,1%) e degli arrivi (in calo dello 0,1%). La Riviera si dimostra così capace di reggere a un periodo di forte recessione grazie alla competitività dei prezzi e delle strutture. E sono gli italiani che in qualche modo tengono a galla il comparto. Se infatti scendono in maniera consistente gli arrivi e le presenze estere (rispettivamente del 6,9 e del 5,4%) aumentano quelle di casa nostra, entrambi dell’1,7%. In buona sostanza si cerca di non rinunciare alla vacanza, magari optando per una meta più vicina ed economica. Il balneare ha comunque subìto una flessione superiore al 20%, compensata dall’apporto del turismo congressuale, fieristico e culturale, che ha registrato un solido +104,7%. Una buona base per la programmazione delle future attività dei due nuovi centri di Rimini e Riccione, sulla carta futuro volàno per la destagionalizzazione definitiva dell’economia della costa.
Servizi
Quello turistico è un comparto del più ampio settore del terziario e servizi, che da solo rappresenta oltre il 75% dell’economia della provincia. E l’andamento complessivo riflette gli stessi buoni segnali di tenuta, in linea con l’andamento regionale, in controtendenza invece per quanto riguarda il trend della penisola, che cala dell’1,1%. I servizi fanno registrare, inoltre, un confortante +194% nell’esportazione dei prodotti legati alle nuove tecnologie e all’economia della conoscenza, triplicando questo valore da 400.000 a 1.200.000 euro.
Agricoltura marginale
L’unico settore a mostrare una crescita decisa è invece quello dell’agricoltura (+8% nel biennio 2008-2009) che però rappresenta una fetta minima dell’economia della zona, con circa 2.475 soggetti (quasi tutte microimprese) su un totale delle partite iva che supera le 33.000.
Prospettive sbiadite
Il rapporto di Prometeia, contenuto all’interno del dossier della Camera di commercio, offre anche un breve spunto per interpretare il futuro, al 2012, dell’economia riminese. Al pari del calo circoscritto dell’ultimo biennio, per i prossimi tre anni ne emerge una prospettiva piuttosto sbiadita, una crescita che non mancherà ma che sarà più debole rispetto al resto della regione e del paese. Prometeia prevede una ripresa del settore industriale di 1,5 punti percentuali, lo 0,5 in meno dell’Italia e oltre un punto rispetto all’Emilia Romagna (+2,6%). Stesso discorso per il terziario, con un incremento molto lento nell’ordine dello 0,7% contro un +1,6 regionale e +1,3% nazionale.
L’INTERVENTO
Meris Soldati: “La cura è la formazione”
– Contro la crisi la necessaria cura deve essere la formazione. È la riflessione di Meris Soldati, assessore al Lavoro della Provincia dopo la lettura dei dati della Camera di commercio: “E’ una situazione molto preoccupante, in Provincia stiamo tenendo costantemente monitorato il mercato del lavoro. A fine aprile usciremo con uno studio dedicato proprio al tema dell’occupazione, parte del quale era contenuto nel rapporto appena presentato dalla Camera di commercio”. Cassa integrazione e mobilità sono a livelli senza precedenti, per questo la risposta deve guardare al futuro per creare opportunità di nuove occupazioni: “Abbiamo già cominciato a muoverci in questo senso, attraverso lo stanziamento di ingenti somme regionali e provinciali da destinare alla formazione professionale, che è l’unico vero rimedio a un trend di occupazione che si annuncia difficile non solo ora ma anche per i prossimi tre anni. Quindi è importante facilitare la riconversione professionale, poter dare l’opportunità di trovare un altro posto di lavoro grazie all’acquisizione di competenze”.
Con l’arrivo della stagione estiva, torna il tema del lavoro nero della Riviera, che quest’anno più che mai potrebbe esplodere a causa della mancanza altre risorse, proprio tra chi il lavoro l’ha perso: “E’ ancora presto per dire se ci sarà un aumento – chiosa Soldati – certo è che il rischio è alto perché nella nostra zona e nel settore del turismo in particolare il fenomeno del lavoro nero è più consistente rispetto ad altri luoghi”.
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“Economia cooperativa, la crisi si batte con la qualità”
Intervista a Giancarlo Ciaroni, il presidente di Legacoop della provincia di Rimini
L’INTERVISTA
Turismo, le prenotazioni vanno a rilento, ma siamo fiduciosi. Sistema fieristico, ci vuole un sistema integrato regionale che non svilisca le peculiarità. Ottimo il coinvolgimento per il Piano strategico del Comune di Rimini”
– Come la Legacoop della provincia di Rimini sta fronteggando la crisi economica attuale. Risponde Giancarlo Ciartoni, il presidente provinciale.
Come si stanno attrezzando le cooperative del comparto Costruzioni, Abitazione, Progettazione, per far fronte alla crisi?
“Le difficoltà ci sono e sono rilevanti, anche per quel che riguarda il mercato privato, c’era già stata una riduzione pesante sugli appalti pubblici per le difficoltà degli enti locali e per il Patto di Stabilità e ora c’è un forte rallentamento anche dell’edilizia privata.
Le cooperative reagiscono alla crisi difendendo il lavoro contenendo al minimo il ricorso alla Cassa integrazione guadagni (Cig) e cercando di prestare ancora maggior attenzione alla qualità. Nel mercato in crisi, solo i prodotti con un elevato rapporto prezzo qualità hanno ancora uno sbocco. E’ il caso per esempio degli interventi di Gaiofana dove ad un prezzo buono, quello concordato si associa una elevata qualità prestazionale degli edifici in particolare dal punto di vista energetico”.
Quali le previsioni per il comparto turismo, balneazione ed in specifico per la prossima stagione estiva?
“Mentre rispondiamo, si stanno contando i danni provocati dall’erosione dovuta alla recente tempesta che sono molto consistenti, in molti tratti si è quasi esaurita la spiaggia arrivando a contatto con i chioschi e le cabine; sono state ulteriormente danneggiate le barriere in sacchi, servono ripascimenti consistenti che devono essere protetti (ricaricando le barriere in sacchi o realizzando nuove barriere soffolte). Sulle previsioni, credo che quest’anno sia difficile fare previsioni, perché, anche se gli operatori hanno prestato molta attenzione al contenimento dei prezzi, non è scontato che chi ha perso il lavoro o è in CIG o CIGS venga in vacanza.
Ci auguriamo, anche se le prenotazioni vanno a rilento, poi ci siano scelte dell’ultimo minuto che privilegino la vicinanza e la qualità della nostra offerta complessiva, come è già successo l’anno scorso”.
Una puntualizzazione sul sistema fieristico e sul ritardo nella realizzazione del PalaCongressi di Rimini…
“Sul sistema fieristico, a mio avviso occorre procedere con più decisione per costruire un sistema integrato regionale, che non svilisca le peculiarità e le caratteristiche competitive della nostra realtà a partire dal patrimonio di manifestazioni proprie e dalla capacità di competere del sistema ricettivo alberghiero.
La crisi o il declino economico del Paese e la competizione sempre più agguerrita di altri sistemi fieristici non lascia spazio ad indecisioni o ulteriori rinvii.
Sul ritardo dei tempi di consegna del Palacongressi, è abbastanza comune nel nostro Paese avere allungamenti dei tempi di realizzazione rispetto ad opere così complesse soprattutto quando, per la scelta nell’affidamento, si è giocata più sul prezzo che sui fattori valutativi delle capacità imprenditoriali.
C’è da augurarsi che non ne risenta la qualità della realizzazione visto che i costi, se si sommano anche i ritardi, sono maggiori di quelli che si sarebbero sostenuti con un affidamento che avesse privilegiato l’organizzazione imprenditoriale ed i tempi di attuazione”.
Qual è lo “stato dell’arte” nel rapporto fra Imprese Cooperative ed amministrazioni pubbliche?
“Risentono della complessità e dei tempi di decisione delle pubbliche amministrazioni nel nostro Paese.
E’ ormai assodato che questo dato costituisca una delle limitazioni alle capacità di competere del Paese, servono una Pubblica Amministrazione in grado di decidere, in tempi compatibili con i tempi dell’economia ed in grado di controllare e verificare che le scelte operate siano rispettate nel corso della realizzazione”.
Una riflessione sul Piano Strategico del Comune di Rimini…
“Il Piano Strategico rappresenta una scelta importante, il lavoro che si sta facendo di coinvolgimento della società civile, dell’economia, delle Istituzioni è importante; ora occorre non deludere quest’impegno e queste aspettative e reperire le risorse necessarie, anche in rapporto con il privato e con coerenza realizzare la “visione” che può garantire un futuro all’intera realtà territoriale che ha nella città di Rimini il centro propulsore”.
“Finanza senza etica” “Manca una leadership”
Interventi di Protti (Fondazione Cassa di Risparmio) e Maggioli (presidente Camera di Commercio)
ECONOMIA
Protti: “Abbiamo un territorio con delle criticità: la viabilità, i parcheggi, le infrastrutture, aree industriali. Dobbiamo recuperare i centri storici, fare cultura, preservare il paesaggio…”
Maggioli: “Abbiamo contenuto la crisi perché i riminesi sono dinamici. Però sono anche litigioisissimi. Rimini non ha persone forti che la possono rappresentare in Regione e a Roma”
– L’etica negli affari salverà il mondo. Una leadership politica forte salverà l’economia della provincia di Rimini. Le imprese possono fare business col cuore e il rispetto dell’uomo. I tre concetti appartengono a tre relatori intervenuti durante la presentazione del rapporto annuale della Camera di Commercio tenutosi lo scorso marzo.
A portare il saluto della Fondazione Cassa di Risparmio, che ha pagato il prezioso studio, è stato chiamato Giovanni Protti, uno dei suoi consiglieri. Bel discorso quello di Protti, che ha riscosso non pochi applausi da una platea meno numeroso rispetto all’anno precedente.
“Siamo nel tunnel della crisi economica – ha detto Protti, stupendo la platea per l’attacco agli speculatori – per la finanza spericolata, opera di persone prive di scrupolo. E’ doveroso essere però ottimisti in questo momento, perché l’ottimismo è la benzina del motore del progresso economico. Tuttavia dobbiamo anche essere realisti e guardare ai problemi e alle nuove opportunità, con il linguaggio dei numeri, con il ragionamento e il confronto delle idee. Abbiamo un territorio con delle criticità: la viabilità, i parcheggi, le infrastrutture, aree industriali. Dobbiamo recuperare i centri storici, fare cultura, preservare il paesaggio, valorizzare il nostro territorio e dare importanza alla nostra eno-gastronomia”.
Maggioli
Ha stupito Protti, ma non ha stupito i presenti Manlio Maggioli, il presidente della Camera di Commercio, anche se ha affondato il coltello più del suo solito. “Abbiamo contenuto la crisi – ha rimarcato Maggioli, elegante come al suo solito – perché i riminesi sono dinamici e intraprendenti. Però sono anche litigioisissimi, si contrappongono e non riescono ad esprimere un leader. Rimini non ha persone forti che la possono rappresentare in Regione e a Roma. La politica non ha lavorato. Abbiamo problemi che al posto di essere risolti, si acuiscono. Abbiamo l’aeroporto ma non funziona come dovrebbe; è insidiato da Forlì che è supportato da Bologna. Rimini poi non è raggiungibile dai treni ad alta velocità. Molti anni fa invitai Prodi, che accennò alla posizione strategica di Rimini. Le sue parole erano convinte, ma immaginare una Dorsale Adriatica senza l’alta velocità è fuori dal mondo. Abbiamo bisogno di una leadership che sostenga tutto questo”.
Caselli
Una riflessione socio-economica da parte di Guido Caselli, dirigente dell’Ufficio studi Unioncamere dell’Emilia Romagna. Ha annotato che la sfida economica passa attraverso l’ambiente, il comportamento, le capacità, i valori, l’intensità e la visione. E la visione non è altro che un’armonizzazione tra la crescita economica e la condivisione sociale. E che gli ostacoli allo sviluppo vanno socializzati e superati attraverso l’innovazione, l’internazionalizzazione. Inoltre, il welfare va visto come una risorsa e non come un costo”.