Chi scrive va a trovare un amico albergatore a Riccione. Siamo attorno alle 9,30 ed è apparecchiato il buffet della colazione: una meraviglia. Viene attratto dal panettone. “Lo fate voi”, chiede ad una giovane cameriera. “Ne vorrebbe una fetta?”. “Si, grazie”. Si mette a far due chiacchiere; lei gli dice che fa la studentessa e lavora. Nel frattempo arrivano i titolari con la figlia. Un bel saluto avvolgente. Lui dice: “Dai ragazzi prendiamoci il caffè insieme”, rivolto ai suoi collaboratori, la consorte, la figlia e lo scriba.
Sempre chi scrive va a trovare un altro amico albergatore, sempre a Riccione. Sono le 10,30 del mattino. Gli viene offerto qualcosa da bere; accetta un bicchiere d’acqua, dato che era arrivato in bici. Gironzola per il locale per curiosità. Saluta una sorridente ragazza che sta tirando fuori piatti e tazze dalla lavastoviglie. Iniziano a far due chiacchiere.
Dopo tre minuti, mentre lei è sempre intenta a fare delle cose, arriva un dipendente extra-comunitario: “La smetta di parlare, lei deve lavorare…”. Chi scrive si scusa: “Non era mia intenzione disturbare”. Da un retro arriva un ragazzone di colore: “Qui si lavora, lei sta disturbando; a lei piace parlare. Se continua, lo dico al padrone”.
Altre scuse. Si abbandona il locale.