– Hanno ancora senso i raduni di maturi coetanei per constatare l’incedere dcl tempo? Ebbene noi classe ‘50 diciamo di sì. Chi siamo oggi lo sappiamo o almeno crediamo di saperlo, ma sapere come ci hanno visto i nostri coetanei quando ci formavamo e che immagine si è portata di noi ognuno nel proprio immaginario privato è ancora oggi un valore che ci aiuta.
Già immaginiamo quali saranno gli argomenti che gireranno nei tavoli degli oramai incanutiti commensali che al Mulino di Misano il 23 maggio celebreranno la propria “morcianesità”. Citeremo solo i titoli di una storia paesana che ha caratterizzato la nostra infanzia e giovinezza in cui a tratti abbiamo vissuto momenti in comune che oggi ognuno di noi racconta ai figli e nipoti. Ci limiteremo solo ad alcuni titoli che ognuno di noi svilupperà con i propri cari secondo la propria visione e speriamo che la mera comunicazione di essi farà accorrere numerosi anche i meno entusiasti e disincantati al nostro meeting.
L’economia
Gli anni ‘50 e ‘60 sono stati gli anni dell’ottimismo. Due colonne portanti: la Ghigi e la Gaspari hanno assicurato il benessere delle quasi 2.000 famiglie che vivevano nel paese con il corredo di una rete commerciale vivacissima che la fiorente agricoltura di vallata contribuiva a rafforzare.
Questo stato di grazia tendeva a cementare una comunità che cresceva serenamente nella sicurezza del proprio lavoro con punte di notorietà nazionale con la squadra ciclistica e la pubblicità nella nascente Tv (ricordate Gigi il maggiordomo e la Pina Renzi?). Le crisi della Ghigi del ’63 e del ’68 hanno minato in seguito queste certezze.
II costume
Questa comunità non si faceva mancare niente.
I giovani erano indirizzati allo sport e nello spirito di squadra nascevano le prime amicizie per la vita. Squadre forti che spesso riuscivano ad essere molto competitive..
Gli anziani avevano i loro bar e le loro osterie, le parate paramilitari (ricordate il vecchio Marzi che sudatissimo e sbuffante apriva la parata con il cappello da bersagliere?). La comunità si incontrava nelle processioni religiose con la banda e attorno al coro cittadino o nelle le strutture la palestra di Via Ronci e in seguito il centro parrocchiale polivalente e polifunzionale.
Ogni stagione aveva i suoi appuntamenti San Gregorio in marzo, il circuito motociclistico in maggio con qualche beniamino locale, la festa dell’uva in settembre. Nel Teatro Ronci si svernava in attesa dell’estate. Quanti ricordi e quante storie di tante generazioni sono racchiusi in questi contenitori! E la Conca con i suoi albori e i suoi gorghi.
La politica
I sindaci Cavalli e Broccoli rappresentavano il filone dell’epoca sulla scia dei film di Guareschi.
Due galantuomini che hanno dato tante energie ai propri concittadini. Come abbiamo vissuto il ’68 a Morciano? Basta ricordare gli animatissimi cineforurn e le riunioni incandescenti padri e figli nel Centro Parrocchiale.
La solidarietà
L’ospedale Montanari era il porto sicuro in cui si rifugiavano nei freddi mesi invernali i malati cronici. Un porto quieto e rassicurante per la nostra comunità il luogo dove i nostri vecchi non si potevano sentire meglio curati. Infine la parrocchia animata, modernizzata e avvicinata da quello straordinario cappellano che fu don Marino Gatti.
Il progresso
Come dimenticare il passaggio dal mastello di casa ai bagni pubblici della Bina al bagno in casa. Il passaggio dalla stufa a legna, poi a kerosene e infine ai “termo”?.
II boom della Cinquecento negli anni ‘60? II passaggio dai juke box ai mangianastri? Dal cha cha cha allo shake?
Ecco ci siamo arrivati! Ma siamo anche progrediti dentro? Ce lo racconteremo il 23 maggio, arrivederci cari amici.
Il comitato organizzatore