– L’amministrazione di Morciano il 17 febbraio scorso ha firmato un nuovo Accordo Integrativo con i proprietari dell’ex Pastificio Ghigi, progettando un Ipermercato di 7.800 mq (2.950 mq in più rispetto al precedente accordo) al pianterreno – su un lotto di terra di 10.500 mq – nel cuore della città, già congestionata dal traffico, mancanza di parcheggi, inquinamento acustico, atmosferico ed il settore del commercio cittadino in crisi.
Sopra l’Ipermercato verranno costruiti 7.400 mq ovvero circa 136 appartamenti e 12 uffici per un totale di 15.200 mq di proprietà privata. A questo va aggiunta 1.400 mq per un’altezza di 12 metri utili, corrispondenti a 16.800 mc ovvero 5.600 mq di proprietà del Comune, che al momento non si sa che destino nel futuro avrà. Complessivamente 20.800 mq – 4.670 mq di cemento in più, rispetto al Protocollo di Accordo del febbraio 2009 (16.130 mq) e 1.100 mq in più dell’Accordo maggio 2003 (19.700 mq) della passata amministrazione. Tutto questo è accaduto con il bene placido della Provincia e della Regione, senza tenere minimamente in considerazione il contenuto dell’articolo 4, comma 1 della Legge Regionale 19/1998 che stabilisce: “….l’Amministrazione comunale elabora il programma di riqualificazione urbana, raccordandosi con i soggetti pubblici e privati che partecipano all’attuazione del programma, nell’osservanza di quanto stabilito dal Documento programmatico per la qualità urbana e tenendo conto delle proposte avanzate dai cittadini che risiedono o operano nell’ambito da riqualificare, e negli ambiti interessati dagli effetti della riqualificazione, secondo modalità partecipative stabilite dal Comune ai sensi dell’articolo 2, comma 1, lettera a) individua le modalità di svolgimento dei processi partecipativi dei cittadini interessati dalle successive fasi di elaborazione e approvazione del programma di riqualificazione urbana;”.
Quali sono le domande più frequenti sul Pru (Piano di riqualificazione urbana) Ghigi?
1 – Perché come dall’articolo 9 dell’accordo, la parte pubblica, il Comune, la Provincia e la Regione non hanno contestato l’inadempienza degli impegni assunti, riguardo al Cronoprogramma da parte del Rinnovamento Ghigi S.r.l. e non hanno esercitato le eventuali pretese risarcitorie?
2 – Perché alla penalità da riscuotere, conseguente alle inadempienze, dal Rinnovamento Ghigi S.r.l., non è stato applicato l’articolo 10 dell’accordo – una penale pari al 2% mensile del valore d’acquisto (la spesa massima a carico del Comune, viene quantificata in Euro 7.023.098) pari all’Euro 140.461,96 per ogni mese di ritardo nella consegna delle opere e costruzioni di proprietà pubblica?
3 – Come sono arrivati alla formula degli interessi legali sui contributi non pagati al Comune e la cifra di Euro 90.313,74 versati dal Rinnovamento Ghigi Srl al Comune?
4 – Visto l’inadempienza del soggetto privato agli impegni assunti, perché dalla parte pubblica, non è stata esercitata il diritto del Recesso, previsto dall’articolo 11 dell’accordo ed eventualmente la decadenza dell’accordo?
5 – Chiarezza al riguardo del fatto che il Rinnovamento Ghigi Srl dovrebbe realizzare l’intervento, mentre non dispone del bene, dunque impossibilitata con l’unica licenza a costruire rilasciatagli dall’Ufficio tecnico comunale, nonostante le contrarie direttive ricevute dall’allora Giunta comunale Ciotti, ad intervenire sul Mangimificio.
6 – Perché nel nuovo Accordo integrato, nel rispetto della L. R. 19/98, modalità e prassi corrente nella Regione Emilia Romagna, non è stato osservato il principio consolidato di un terzo dell’esistente ai privati (9.583 mq), un terzo a disposizione del Comune (9.583 mq) ed un terzo di demolizione, destinato al verde pubblico?
L’istituzione della Commissione d’istruttoria (d’inchiesta) richiesta nel Consiglio Comunale aperto dai comitati, era ed è indispensabile, per dare delle risposte esauriente a queste domande.
L’amministrazione Battazza invece di rispondere a queste legittime domande, nel suo organo ufficiale “Morciano Forum” dell’aprile 2010, a pagina 4 scrive (contrassegnati in corsivo):
1 – chi vuol far credere che oggi si possa trattare l’argomento Ghigi come se fossimo al punto di partenza, o non ha capito quasi niente o è in malafede! Non è necessario di annullare in toto gli atti, ma semplicemente di modificarli tenendo conto delle mutate condizioni e ciò è sempre possibile farlo, soprattutto, quando viene rinnovato un atto che prevede lo stralcio di una delle condizioni di base dell’accordo originario e cioè lo spostamento dell’attività produttiva.
2 – chiediamo un po’ di pudore: ora pretendono di darci lezioni, ma perché si sono ben guardati dal sostenere quella nostra battaglia quando era il momento? Quando tutto era ancora da decidere e molto si poteva ancora cambiare? Questo è inesatto e soprattutto immotivato, e la dice lunga sulla malafede ed il tentativo di screditare delle associazioni o comitati che si sono costituiti in seguito: dove sta scritto che un’organizzazione, non si possa occupare degli eventi già successi prima della sua costituzione???
3 – “Meno cemento” (da 19.700 a 15.200 mq) e soprattutto fare dell’ex Ghigi non più e soltanto un “edificio da ristrutturare”, ma l’occasione per un “progetto urbano” che tenga conto di un “pensare complessivo” alla Morciano di domani. Un pensare complessivo alla Morciano di domani” In realtà il cemento è aumentato da 16.130 mq a 20.800 mq. SENZA CONDIVIDERLO CON LA CITTADINANZA E SENZA TENERE CONTO DELLE REALTA’ SOCIO ECONOMICHE ESISTENTI !!! Quantità di cemento che aumenterà a dismisura tenendo conto dei progetti in arrivo per i due lotti tra le due Piazze Ghigi e Risorgimento e la lottizzazione Cà Fabbro della Via Panoramica.
4 – Su queste novità ci confronteremo con l’intera cittadinanza pubblicamente, in modo aperto e, come si dice, guardandoci in faccia. Senza il bisogno di patetiche sceneggiate. Quale confronto? In che modo, visto il risultato deludente di quello che è stato organizzato sino ad oggi compreso il Consiglio comunale aperto? Definire patetiche sceneggiate, il semplice diritto di esprimere idee diverse, è particolarmente significativo.
Invitiamo l’amministrazione Battazza di fare un passo in dietro ed affrontare l’argomento della partecipazione con un nuovo ed attuale spirito, in sintonia con la Legge Regionale n. 3/2010.
di Hossein Fayaz