Boccioni, il massimo teorico e artefice della pittura e scultura futurista
Umberto Boccioni: “Tre donne”, 1910-11
– Umberto Boccioni (Reggio Calabria 1882 – Verona 1916) pittore e scultore italiano. Nato da genitori romagnoli, cambia spesso residenza nella fanciullezza e adolescenza, seguendo il padre Raffaele, impiegato di prefettura.
E’ stato il maggiore rappresentante del Futurismo, al quale contribuì anche come teorico. Nel 1901 si trasferì a Roma dove incontrò e frequentò gli studi di Gino Severini, Mario Sironi, Duilio Cambelotti e Giacomo Balla.
Dopo soggiorni a Parigi, in Russia, a Padova e Venezia, verso la fine del 1907 si stabilì a Milano. Qui, dall’incontro con Gaetano Previati, accentuò l’interesse psicologico per l’immagine, diede una prima formulazione della sua teoria dello stato d’animo e s’impegnò in uno studio diretto della moderna società industriale.
Con i suoi concetti di ‘dinamismo’ e di ‘simultaneità’ nacque la sintesi futurista dell’elemento plastico e cromatico.
Dopo una serie d’incontri, con Carlo Carrà, Luigi Russolo, Gino Severini e Filippo Tommaso Marinetti, firmò nel 1910 il ‘Manifesto della pittura futurista’. Con gli stessi firma anche il ‘Manifesto tecnico della pittura futurista’. Da questo momento la storia della sua ricerca artistica coincide con la storia del Futurismo.
Subito dopo dipinse opere in cui sono realizzate le idee futuriste della compenetrazione dinamica dei piani e della costruzione basata sulle linee forza che determinano l’unità spaziale tra oggetto e ambiente. Boccioni fu autore di numerosi scritti, compreso un inedito ‘Manifesto dell’architettura futurista’ .
Nel 1911 iniziò anche l’attività di scultore (molto famosa la scultura ‘Forme uniche nella continuità dello spazio’). Nel 1912 scrisse il ‘Manifesto tecnico della scultura futurista’, dove tra l’altro si legge: “… La scultura deve far vivere gli oggetti rendendo sensibile, sistematico e plastico il loro prolungamento nello spazio”.
Dal 1912 al 1914 furono gli anni culminanti del Futurismo caratterizzati da una frenetica attività creativa, critica e di larga diffusione del movimento in tutta Europa.
Nel 1915 Umberto Boccioni partì volontario per la guerra: in questo anno operò un primo distacco dalla poetica futurista attenuando l’elemento dinamico, serbando l’interesse per l’immagine plastica mediata dallo studio di Cézanne. Questo nuovo fecondo periodo fu bruscamente interrotto dalla morte prematura dell’artista nel 1916. Assegnato a un reggimento di artiglieria da campagna, in località Sorte vicino Verona, muore in seguito ad una banale caduta da cavallo.
Movimento poliedrico che rivoluzionò tutte le arti
– Il Futurismo nasce in Italia, fondato da Filippo Tommaso Marinetti come movimento poetico d’avanguardia con il ‘Manifesto del futurismo’ pubblicato a Parigi da Le Figaro il 20 febbraio 1909. Si sviluppò dopo l’adesione di un gruppo d’artisti che a Milano firmarono il ‘Manifesto dei pittori futuristi’ (11 febbraio 1910) e il successivo ‘Manifesto tecnico dei pittori futuristi’. Si trattava di Umberto Boccioni, Carlo Carrà e Luigi Russolo (Milano), di Gino Severini (Parigi) e di Giacomo Balla (Roma).
Il Futurismo fu un movimento artistico italiano che si propagò in diversi Paesi in alcuni dei quali con felici reinterpretazioni: Unione Sovietica, Gran Bretagna, Germania, Francia, Spagna, Portogallo, Stati Uniti, Giappone, Brasile, Messico, Paesi Bassi, Svezia, Ungheria, Polonia, Cecoslovacchia.
La battaglia futurista era nata da una violenta polemica contro il tradizionalismo culturale e il ‘passatismo’ benpensante e borghese, che da tematiche anarchiche, successivamente dovevano essere stravolti in senso nazionalistico e interventista.
I pittori futuristi e Marinetti ideloggizzarono fortemente il gesto e la parola elaborando profondamente la loro tematica e linguaggio ispirandosi alla città industriale, al mito della velocità e rifacendosi ai principi della scomposizione del colore e della forma, derivati dal postimpressionismo divisionista.
Il rapporto dialettico con la ricerca cubista (1911-13) risultò in seguito essenziale alla definizione plastica e teorica dello spazio dinamico futurista che ebbe modo di affermarsi per novità d’impostazione e autonomia di proposte.
La polemica, forma programmatica del Futurismo, si sviluppò con gli artisti di Parigi e fu sostenuta dal maggior teorico del gruppo, Umberto Boccioni, contro Pablo Picasso, Georges Braque e il riformatore del Cubismo Robert Delaunay.
Accanto alla poesia, teatro e scultura anche il rinnovamento della nozione musicale con i Manifesti e la scrittura sonora di Francesco Balilla Pratella e di Luigi Russolo. Quest’ultimo non mancò di sconcertare il pubblico durante alcune famose serate futuriste con la sua enorme ‘macchina intonarumori’.
Queste manifestazioni e spettacoli furono il precedente di una intensa attività teatrale improntata all’improvvisa invenzione scenica e al teatro d’immagine che ebbe massimo sviluppo dopo il 1914-15 con il teatro sintetico futurista, il teatro di Varietà tra cui il teatro della Sorpresa e il teatro Visionico.
Un apporto personale e nuovo nel settore dello spettacolo e nella costruzione di un’estetica futurista in senso meccanico fu dato da Fortunato Depero che era entrato a far parte del movimento solo nel 1915 con Mario Sironi e Achille Funi.
Il carattere poliedrico dell’interpretazione futurista delle arti ebbe un significativo esito anche con il cinema e la fotografia per opera di Anton Giulio Bragaglia e con la progettazione architettonica che nei disegni di Antonio Sant’Elia mantenne prevalentemente un carattere visionario.
Il primo Futurismo deve considerarsi concluso sin dal 1916, quando i pittori, nonostante il loro ottimismo interventistico, avvertirono i primi segni della crisi sociale e politica che nasceva dalla guerra mondiale: l’attività di gruppo si sciolse e mutò anche il senso della ricerca.
Solo dopo il conflitto e per opera oltre che di Marinetti, di Balla e Depero che ancora nel 1915 avevano progettato la ‘Ricostruzione futurista dell’universo’, nacque un secondo Futurismo che sebbene ricco di episodi in campo artistico, non ritrovò più l’unità creativa e la forza di rinnovamento del gruppo primitivo. Non secondaria fu la morte prematura del massimo teorico, Umberto Boccioni.
Estremo appello del Futurismo fu l’aeropittura che pur proclamandosi nuova avanguardia artistica, finì per individuare solo in un debole aggiornamento di contenuto: la pittura di paesaggio da un aereo in volo.
Implicato col fascismo, il Futurismo subì nel secondo dopoguerra un periodo di oscurità e di condanna ideologica, sino a che venne riproposto nel mondo anglosassone e riscoperto dalle nuove avanguardie artistiche.
Manifesto futurista, grido di ribellione
Umberto Boccioni: “La città che sale”, 1910-11
Manifesto dei pittori futuristi
Agli artisti giovani d’Italia!
– Il grido di ribellione che noi lanciamo, associando i nostri ideali a quelli dei poeti futuristi, non parte già da una chiesuola estetica, ma esprime il violento desiderio che ribolle oggi nelle vene di ogni artista creatore.
…
1) Distruggere il culto del passato, l’ossessione dell’antico, il pedantismo e il formalismo accademico.
2) Disprezzare profondamente ogni forma d’imitazione.
3) Esaltare ogni forma di originalità anche se temeraria, anche se violentissima.
4) Trarre coraggio ed orgoglio dalla facile taccia di pazzia con cui si sferzano e s’imbavagliano gli innovatori.
5) Considerare i critici d’arte come inutili e dannosi.
6) Ribellarci contro la tirannia delle parole: armonia e buon gusto, espressioni troppo elastiche, con le quali si potrebbe facilmente demolire l’opera di Rembrandt, quella di Goya e quella di Rodin.
7) Spazzar via dal campo ideale dell’arte tutti i motivi, tutti i soggetti già sfruttati.
8) Rendere e magnificare la vita odierna, incessantemente e tumultuosamente trasformata dalla scienza vittoriosa.
Siano sepolti i morti nelle più profonde viscere della terra! Sia sgombra di mummie la soglia del futuro! Largo ai giovani, ai violenti, ai temerari!
Boccioni morcianese, artefice Fiorenzo Mancini
BIOGRAFIA
– Fiorenzo Mancini è stato il costruttore della morcianesità di Umberto Boccioni. Mancini ha ottime relazioni con Arnaldo Pomodoro; ed è garzie a lui se a Morciano ci sono due monumenti moderni importanti: quello di Arnaldo Pomodoro in piazza Boccioni e la Bottiglia di Boccioni in piazza Umberto I. Mancini ha scritto numerosi libri sulla storia e vita di Mirciano.
Quanto segue sono informazioni tratte dal suo libro: “Riferimenti storici per un progetto d’arte” (2002).
Il 22 febbraio 1868 nella chiesa di San Michele Arcangelo in Morciano si uniscono in matrimonio Raffaele Boccioni (nato nel 1844) e Cecilia Forlani (nata nel 1852), ambedue morcianesi, così come risulta dai registri anagrafici.
Raffaele, giovane dinamico e istruito, trova lavoro come usciere di prefettura; ma tale impiego costringerà la famiglia a trasferirsi con frequenza da una città all’altra della Penisola. Raffaele e Cecilia ritorneranno di tanto in tanto a Morciano per ritrovare le rispettive famiglie e gli amici, nonostante i disagi determinati dai mezzi di trasporto di allora.
Il 16 ottobre 1876 nasce a Roma Amelia. Trasferiti a Reggio Calabria, qui il 19 ottobre 1882 nasce Umberto. Solo venti giorni dopo il sospirato trasferimento e ritorno in Romagna, a Forlì. Morciano dista solo 90 chilometri. Qui la casa dei Boccioni si trova in centro, piazza Umberto I. Nel periodo forlivese i soggiorni della famiglia Boccioni a Morciano sono piuttosto frequenti, soprattutto nei mesi estivi.
Nel 1885 altro trasferimento: prefettura di Genova. 1888 è la volta di Padova. 1897 a Catania, la famiglia si divide: Raffaele e Umberto a Catania, Cecilia e Amelia restano a Padova. 1900 trasferimento a Roma.
Umberto Boccioni si divide tra Roma e Padova, tra il padre Raffaele, che nel frattempo si era accoppiato con Virginia Piacenti (dalla quale ebbe due figlie Ines e Maria), e la madre Cecilia.
Nel 1909 Raffaele va in pensione e con la nuova famiglia decide di stabilirsi definitivamente a Morciano, nell’antica casa dei Boccioni.
Nel 1915 l’Italia entra in guerra. Umberto Boccioni, accanito interventista, si arruola volontario assieme ad un gruppo di artisti. Di tanto in tanto ottiene qualche licenza che utilizza per organizzare ‘serate futuriste’. Improvvisamente il 17 agosto 1916, nei pressi di Verona, muore in modo del tutto fortuito per una caduta da cavallo.
Il forte dolore della madre Cecilia, la sorella Amelia e del padre Raffaele non sarà sufficiente a riaprire un dialogo in famiglia per il netto diniego di quest’ultimo.
Dalla collaborazione fra il Podestà di Morciano Giuseppe Monti e l’Accademico Filippo Tommaso Marinetti, ideologo del Futurismo, negli anni 1930 e 31 a Morciano si promuovono conferenze e manifestazioni in onore di Umberto Boccioni, così come attestano alcune lettere conservate nell’archivio del municipio morcianese. Era allo studio un progetto di grandi onoranze e la realizzazione di un museo permanente per raccogliere le opere del grande futurista. In onore di Umberto doveva erigersi anche un monumento per opera di un suo amico futurista.
Nel progetto era coinvolto in prima persona il padre Raffaele. Sappiamo che Amelia (la sorella di Umberto) inizialmente aveva caldeggiato l’iniziativa, poi fu proprio lei a sabotare l’iniziativa non concedendo i quadri, i materiali e neppure le fotografie. Lei che viveva a Padova risentiva della rottura familiare dovuta alle scelte del padre. La diffidenza di Amelia stava nel fatto che da queste iniziative potevano trarne vantaggio la nuova compagna del padre Virginia Piacenti e sua figlia Maria (la primogenita Ines era morta nel 1925).
Il 29 luglio 1927, dopo dieci anni d’infermità, Cecilia Forlani muore tra le braccia della figlia Amelia che quotidianamente l’ha accudita.
Amelia manifesta alla cugina Clarice la preoccupazione che dopo la morte della moglie, Raffaele possa sposare la Piacenti, dando così il loro cognome alla figliastra Maria, ma il padre non prenderà mai questa decisione.
Nel 1931 Raffaele muore nell’abitazione di via Aia Pasini (oggi via Pascoli) ed è sepolto nel cimitero di Morciano.
Lettere, fotografie, cataloghi e riviste inviate da Umberto al padre erano state conservate dalla sorellastra Maria, poi tutto è andato perduto quando durante l’ultimo conflitto bellico, una bomba ha colpito l sua casa di Pesaro.
Amelia Boccioni in una lettera: “… Egli non era romagnolo di nascita, ma pochi avevano caratteristiche romagnole come lui e si vantava di averle! Poi è giusto e bello che Morciano lo consideri suo concittadino perché lì ha avuto origini, perché sono nati i suoi genitori”.
F.T. Marinetti: “Visse tutta la vita leggendola, cancellandola, riscrivendola con passione. Era una grande anima complessa di futurismo italiano. Meglio, era il futurismo plastico vivente, inteso come dinamismo universale delle forze ricreato coi colori vivissimi e irruenti del suo sangue romagnolo”.
Aldo Palazzeschi: “Purosangue romagnolo, era vulcanico, esplosivo, e al tempo stesso incapace di rancore, di nutrire risentimento per chicchessia, qualunque cosa avesse fatto…”.
Queste importanti attestazioni sottolineano che Boccioni era romagnolo, non solo per le sue origini, ma per le evidenti caratteristiche acquisite nell’ambito familiare dove le usanze, la cultura e la parlata erano tutte morcianesi e rimasero inalterate in lui, nonostante i lunghi periodi trascorsi nelle varie città
POETTTando, liriche in azione
di Giuliano Cardellini
– Il FU.turismo MO.rcianese possiede in sé una notevole potenzialità culturale ed artistica. L’iniziativa è lodevole come la volontà di proseguirne il cammino, l’importante sarà considerare la qualità culturale ed artistica degli eventi. Quello che mi ha spinto prima a presentare un progetto poi a realizzarlo, è la mia passione per il Futurismo e per Umberto Boccioni.
Da anni seguo mostre e acquisto libri inerenti al Futurismo ed a Boccioni, nella consapevolezza che dal 1909 in poi qualcosa di epocale è stato cambiato dai Futuristi. Senza addentrarmi in dettagli storici, culturali ed artistici, che lascio ad altri più competenti di me, mi limiterò a parlare, in breve, di Poesia Futurista.
Con l’avvento dei Futuristi la Poesia ha subito una rivoluzione, al punto che veniva chiamata: “parole in libertà”, “lirismo sintetico”, “l’immaginazione senza fili”, in cui erano stati aboliti l’ortografia, la grammatica, la sintassi e quasi anche il verbo; da qui si è sviluppata la Poesia senza rime e senza metrica dei giorni nostri.
Nello spettacolo POETTTando, il cui sottotitolo è : “ Nell’abbraccio concupiscente di versi non versi, la Poesia futurista innalza il lirismo sintetico essenziale incontro orizzonti di dinamica ricerca dell’essenza naturale delle cose “ , si parla di Poesia originale Futurista con musica originale Futurista, il tutto espresso in forma spaziale e teatrale. La voce recitante sarà la mia con alla tastiera Sauro Bucci.
E’ uno spettacolo itinerante, poiché sarà diviso in tre parti, legate tra loro, le quali verranno eseguite in tre punti diversi del paese, nelle tre serate citate. Ogni serata vi potrà essere un ospite speciale a sorpresa. Ho voluto creare questo spettacolo nel rispetto dei principi e della dinamica Futurista.
Lo scopo non è solo quello di far conoscere la Poesia Futurista, ma di trasmettere emozioni che portino alla consapevolezza del Movimento Futurista, cercando di far comprendere che, quelli che possono apparire eccessi, sono stati solo atti di ricerca artistica.
Ho riscoperto Boccioni in una diversa veste e sto cercando di dedicargli una mia poesia in stile Futurista. E’ lo spirito del Futurismo quello che cercheremo di interpretare, se io e Sauro ci riusciremo sarete voi spettatori a dirlo.
Appuntamento – Dalle ore 22. Giardino di via Colombari.
Programma spettacoli
Venerdì 30 luglio
ore 21.30 – P.zza Risorgimento. Microcirco: Circo Teatro Compagnia Acquarone Ferraris, Costumi di Colomba Ferraris. Scenografie di Azzurra Ferraris.
Ore 22 e 23.30 – Torre del Pastificio Ghigi. Exuvia, Compagnia Il Posto + Marco Castelli Small Ensemble, performance site specific di danza verticale & live video. Ideazione e coreografica di Wanda Moretti Wall dancers Marianna Andrigo e Elena Annovi. Musiche per sax, loops e live electron ics di Marco Castelli. Costumi United Colors of Benetton
Ore 22.30 – Pastificio Ghigi. La costruzione del silenzio: istallazione sonora e luminosa a cura delle associazioni Mucche in Transito e Voce in Capitolo di Morciano di Romagna. Dall’omonimo “Atto unico” di F.T. Marinetti la fabbrica tornerà a pulsare con luci e rumori che l’hanno resa viva. Essa si risveglierà come un’enorme macchina di mattoni e metallo e di echi rimbombanti, sarà la voce di un vuoto ricco di storie.
Dalle ore 22 – Via Colombari. Jazzercise: danza aerobica, Associazione Il Castello Valentina Palazzi, Jessica Simoncelli, Cinzia Lorenzetti, Francesca Serafini, Sabrina Fiorini, Tania Ricci.
Dalle 22 – Aia Pasini. Birri trio. Exist
Dalle 22 – Piazzetta Ferri. Quick Delay Cloche Hard Band.
Dalle 22 – Rotonda via Roma-via Bucci. Keef Doodles Dj set a cura di Andrea Barto, Randy e Vito.
Alle 23 – Bar Bina. Dj set a cura di Zac e Gengo.
Dalle 23 – Arena Baraka’s Rimini Elecktro Dance Danza TeckTonick con Gery, David, Holly e Peck Tema. Dj set con Simo e Marchino.
Sabato 31 luglio
Ore 21 – P.zza Risorgimento. Microcirco: Circo Teatro, Compagnia Acquarone Ferraris, Costumi di Colomba Ferraris, Scenografie di Azzurra Ferraris.
Ore 22 e 23.30 – Torre del Pastificio Ghigi. Exuvia, Compagnia Il Posto + Marco Castelli Small Ensemble.
Ore 22.30 – Pastificio Ghigi. La costruzione del silenzio: istallazione sonora e luminosa a cura delle associazioni Mucche in Transito e Voce in Capitolo.
Dalle 22 – Via Colombari. Jazzercise: danza aerobica, Associazione Il Castello, Valentina Palazzi, Jessica Simoncelli, Cinzia Lorenzetti, Francesca Serafini, Sabrina Fiorini, Tania Ricci. Rimini Elecktro Dance Danza TeckTonick con Gery, David, Holly e Peck Tema.
Dalle 22 – Aia Pasini . Acustic Chillen.
Dalle 22 – P.zzetta Ferri. Materia + 1 Exist.
Dalle 22 – Rotonda via Roma-via Bucci Cloche Hard Band Pillow Lava
Dalle 23 – Bar Bina. Dj set a cura di Lino, Zac e Gengo.
Dalle 23.00 – Arena Baraka’s. La Setta in concerto Dj set con Simo e Marchino.
1 agosto 2010
Ore 20.45 – Piazza Risorgimento. Microcirco: Circo Teatro.
Ore 22.30 e 24 – Torre del Pastificio Ghigi. Exuvia. Compagnia Il Posto + Marco Castelli Small Ensemble performance site specific di danza verticale & live video, Ideazione e coreografica di Wanda Moretti Wall dancers Marianna Andrigo e Elena Annovi, Musiche per sax, loops e live electron ics di Marco Castelli, Costumi United Colors of Benetton.
Ore 23 – Pastificio Ghigi. La costruzione del silenzio: istallazione sonora e luminosa a cura delle associazioni Mucche in Transito e Voce in Capitolo
Dalle 22 – Via Colombari. Jazzercise: danza aerobica, Associazione Il Castello. Valentina Palazzi, Jessica Simoncelli, Cinzia Lorenzetti, Francesca Serafini, Sabrina Fiorini, Tania Ricci, Rimini Elecktro Dance, Danza TeckTonick con Gery, David, Holly e Peck Tema.
Dalle 22 – Aia Pasini. Keef acustico, Pillow Lava
Dalle 22 – Piazzetta Ferri. Magna Spes. Quick Delay
Dalle 22 – Rotonda via Roma-via Bucci Acustic Chillen Birri Medi.
Dalle 23 – Bar Bina. Dj set a cura di Lino, Zac e Gengo.
Dalle 23.30 – Arena Baraka’s. La Setta in concerto. Dj set con Simo e Marchino.
30/31 luglio – 1agosto
Per il paese: artisti di strada itineranti in collaborazione con la compagnia dei Ciarlatani di Rimini. Parata di Trampoli di Ravenna: ITalento veri e propri giganti in passeggiata. Rufino clown in Taglie forti, Tre personaggi in fuga dal quadro in cerca di nuovi spazi poetici.
“Artisti di strada” dell’oratorio “Don Bosco” di Morciano. Viktoria i segreti della principessa infuocata
F.T. Marinetti (Mirko Gennari) intratterrà il pubblico con citazioni declamazioni, piccoli racconti, mini exploit. Con lui ci saranno Umberto Boccioni (Giuseppe L’Insalata) e Luigi Russolo (Francesco Gariboldi).
Ore 21.30 e 23 – Piazza Risorgimento. Le Baccanti in Mignon, una girandola di trasformazioni, acrobazie aeree, inseguimenti infuocati.