Il carattere federativo, e quindi non confederativo, anzitutto. Giacché le deliberazioni confederali sarebbero vincolanti per gli Stati membri, ma diverrebbero obbligatorie per i cittadini solo previa loro adozione da parte degli ordinamenti degli Stati membri. Noi condividiamo la visione del Movimento Federalista Europeo, che non a caso si chiama così fin dalla fondazione ad opera di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, i due grandi italiani scomparsi che fin dagli anni della seconda guerra mondiale hanno operato per la nascita dell’unità europea. Non è chi non veda quanto il vincolo federativo sia importante in una materia come il pluralismo dell’informazione, soffocato in Italia, ad onta della sua difesa da parte del presidente Ciampi, dal duopolio Mediaset-Rai e dalla conseguente crisi della stampa, sempre più privata della pubblicità, sua vitale risorsa.
Un progetto di Costituzione è stato già varato dagli specialisti e dai politici dell’apposita Convenzione (tra i quali si è distinto positivamente l’on. Fini), assemblea che ha preso il nome dall’Assemblea costituente francese del 1792. Ora però la parola, in ottobre, passerà alla conferenza intergovernativa di Roma, con il rischio che possano prevalere dei punti di vista particolari di qualche governo nazionale. Soprattutto sarebbe quanto mai opportuno che si stabilisse, per le decisioni dell’Unione europea, il criterio del voto a maggioranza, magari qualificata, particolarmente in materie delicate quali la politica estera, la difesa, l’economia, il fisco.
Si discute molto circa l’opportunità di menzionare Dio e il cristianesimo nella Costituzione europea. Distinguiamo. Ci sono al riguardo illustri e nobili precedenti dei quali occorrerebbe tenere conto.
Dio è menzionato nella Unanime dichiarazione d’indipendenza (1776) che fu alla base della nascita della federazione statunitense, ma lo fu non in assoluto, bensì come «Dio della natura», ossia quale Creatore del cielo e della terra. Si dirà che è la stessa cosa, ma la stessa cosa non è. Rispettosi anche delle credenze non coincidenti con le confessioni religiose, i costituenti americani hanno usato la definizione che è stata poi in sostanza ripresa dai costituenti francesi monarchici del 1791 e dai costituenti repubblicani giacobini del 1793: «sotto gli auspici dell’Essere supremo» e «al cospetto dell’Essere supremo» rispettivamente.
Circa la menzione del cristianesimo, pare a noi che anche gli anticlericali più incalliti dovrebbero riconoscere il ruolo determinante da esso svolto nella formazione delle basi dell’Europa medievale e moderna. E’ una questione di cultura storica, il cui approfondimento non è possibile in questa sede, se non altro per ragioni di spazio.
Più rapidamente trattabile è invece la questione del rapporto tra Europa e Usa. Come stanno dimostrando i fatti (inesistenza delle armi di distruzione di massa irachene, menzogne ammannite a Inglesi e Nordamericani, ingovernabilità dell’Iraq “liberato”), avevano ragione Francia, Germania e Santa Sede a condannare una guerra non omologata in sede ONU. Non si tratta di essere antiamericani, scelta tanto impraticabile quanto stupida. Si tratta di non essere succubi e servi sciocchi. Per esempio: quando gli USA boicottano l’importazione dell’acciaio europeo, l’Europa non può starsene con le mani in mano.
Purtroppo il semestre italiano dell’Unione europea proietta varie ombre sulla questione e desta preoccupazioni nel continente, perché il governo italiano ospita componenti antieuropee come la Lega Nord, il cui leader parlò a suo tempo di Forcolandia, ed anche perché la presidenza italiana è cominciata nel peggiore dei modi, con un attacco sciagurato al rappresentante della socialdemocrazia tedesca, e con una definizione dei deputati del Parlamento europeo («turisti della democrazia») che non può essere definito come un modello di correttezza.
Che l’Essere supremo ce la mandi buona.
*Professore di Storia del Risorgimento
all’Università di Ferrara