Biblioteca San Giovanni, conferenza di Sofia Ciaroni sulla Villa Imperiale di Pesaro.
Appuntamento il 2 dicembre alle 16. Sofia Ciaroni dialoga con Lucia De Angelis; introduce Raffaella Vori. Inoltre, Roberta Martufi fa un intervento sulle meravigliose ville storiche di Pesaro.
Il libro “La Villa Imperiale di Pesaro” è stata la tesi di laurea della giovane Ciaroni. Una rilettura attraverso due fonti settecentesche inedite.
Prima presentazione lo scorso 8 giugno
– Sembra che quando Carlo d’Inghilterra venne in visita nel Pesarese alla fine degli anni Ottanta, volle visitare anche Villa Imperiale, uno dei capolavori del ‘4-’500 italiano.
“La Villa Imperiale di Pesaro” è il titolo del libro che ne racconta la meraviglia. Tesi di laurea “rivisitata” di Sofia Ciaroni al Politecnico di Milano, è stato presentato l’8 giugno, ore 17, presso la sala convegni Palazzo Ciacchi. Insieme all’autrice sono intervenuti: Daniele Vimini (assessore alla Cultura di Pesaro), Alessandra Castelbarco Albani (architetto e proprietaria della villa), Achille Paianini (architetto e storico dell’architettura), Clara Tarca (architetto e storica dell’architettura).
Un piacevole ed istruttivo pomeriggio in cui i relatori hanno gettato luce sul prestigioso manufatto. Nel suo appassionato lavoro, la Ciaroni ha rinvenuto due fonti (in assoluto i documenti che la raccontano sono davvero pochi) settecentesche che si contraddicono.
Vimini: “Lo spirito di questo lavoro dà valore a Pesaro capitale italiana della cultura nel 2024; tiene insieme il senso della natura legato a quello della tecnologia, a questi vorrei aggiungere il valore della sostenibilità”.
La signora Castelbarco Albani ha raccontato il legame tra la famiglia e la villa col parco. Ne entrarono in possesso per enfiteusi alla fine del 1700. In questo arco di tempo, il casato si è sempre dedicato con attenta passione. Ha detto: “Conoscere la villa significa tutelarla nel modo più corretto; la sua tutela è la nostra missione. Ed anche questo libro, a suo modo, è una forma di tutela e sono certa che diventerà una pietra miliare”.
La storia dell’Imperiale (la prima pietra fu messa dall’imperatore Alessandro III di passaggio in Italia) è lo specchio degli eventi italiani: la magnificenza con i della Rovere signori di Urbino, il declino (con i Medici) e la riscoperta attraverso gli Albani (in famiglia hanno avuto cardinali e papi).
Terzo ad intervenire, Sofia Ciaroni. Ha dato dei piacevoli aneddoti storici.
L’architetto Paianini ha inserito il gioiello pesarese in un contesto italiano, quello del XVI secolo, affermando che il progetto di Gerolamo Genga è sì di maniera, ma raffinato e non ha nulla da invidiare agli edifici di quel tempo. Con leggerezza, ha messo lì anche un’idea: tagliare gli alberi secolari per ridarle lo spirito originario: essere visibile da tutta la Valfoglia. Uno stimolo col nostro passato.
Poi la Ciaroni ha messo sotto i riflettori i due documenti settecenteschi rintracciati. Uno diceva che tutto era “guasto e rotto”. Invece, un altro, dello stesso tempo, affermava che aveva una sua vita. Un suo valore. Insomma, la forza degli uomini, con le loro soggettività e punti di vista.
Ha chiuso l’architetto Barca. La signora ha inserito la Villa con la “V” maiuscola nel sistema delle ville pesarese. Bellissime, ma poco valorizzate.
Il libro è un altro passo per prendere coscienza delle cose che si hanno. Sette-otto anni fa, una coppia di camperisti dalla Valtellina arriva a Pesaro per visitare l’Imperiale. Si perde nel reticolo di stradine della città posta sotto il complesso. Chiede informazioni. Nessuno sapeva nulla di Villa Imperiale.