Sigep 2024. Convegno su “Le prospettive future del caffè”. Settore da 100 miliardi di euro.
Nella Vision Plaza (Innovation District Hall Sud) del Sigep di IEG, Comunicaffè ha organizzato il talk Il futuro del caffè: che cosa può cambiare da adesso, i cui relatori sono stati Michele Cannone (Lavazza global brand director away from home presso Lavazza Group), Davide Cobelli (SCA Italy national coordinator), Alessandro Galtieri (campione di caffetteria, barista, giudice e trainer autorizzato Sca), Maurizio Giuli (executive for corporate strategy Simonelli Group e vice presidente Ucimac – Associazione costruttori italiani macchine per l’espresso), Alessandro Mazzocco (general manager Ofi Olam Food Ingredients), Sara Mason (head of sustainability engagement – coffee di Ofi) e Tommaso Nastasi (senior partner – Deloitte value creation service leader). L’industria del caffè oggi vale globalmente circa 100 miliardi: un mercato solido cresciuto del 5% a valore e del 2% a consumi. L’Europa fa tutt’ora la parte del leone, con una quota di circa il 40% del totale, ma è anche il mercato che sta crescendo meno a fronte dei rampanti Asia e Medio Oriente. Le prospettive per il futuro sono molto positive: per i prossimi 5 anni, infatti, la crescita è stimata a circa +7-8%. Tuttavia, non mancano le nubi all’orizzonte: fra queste, oltre alle diversificazioni delle modalità di consumo, si pone la questione della sostenibilità. Il caffè è infatti una delle coltivazioni più vulnerabili al cambiamento climatico ed è una delle sette materie prime chiamate in causa dal nuovo regolamento EUDR, che vieta l’importazione e l’esportazione nell’Ue di prodotti che abbiano causato la deforestazione o il degrado delle foreste dopo il 2020. Il futuro del settore passa dunque dalla figura di un consumatore sempre più evoluto, che cerca lo specialty coffee privilegiando luoghi più legati alla socializzazione e all’esperienza che a occasioni funzionali, e premiando le imprese che avranno fatto maggiori investimenti sulla sostenibilità ambientale ed economica, per consentire la giusta retribuzione della filiera.