Ha chiuso il campo femminile con la parola “zlaja”, sconosciuta anche ad Egidio Serafini, un 65enne cultore del dialetto. Significato: donna di facili costumi, sporca, laida.
La pennellata è una delle tante che deliziano chi legge “Dall’aquadécìa… alla zlaja”, l’ultimo lavoro di Giuseppe Lo Magro, autore prolifico, nonché presidente della Famija Arciunesa. Sottotitolo del libro: “Compito in classe di dialetto. Scrivi correttamente le parole che conosci”. In tutto 64 pagine illustrate con maestria da Luciano Liuzzi (meglio conosciuto come Izzul). Il volumetto è un’altra perla da aggiungere ai tanti sulla storia di Riccione pubblicati grazie alla sensibilità dell’associazione che cerca di dare orgoglio e radici alla riccionesità”.