CIVILTA’ AGRICOLA
– Claudio Gabellini con 100 ettari di terra, 75 dei quali a vigneti, è uno dei maggiori vignaioli marignanesi. Solo che la tenuta la possiede sulle colline di Senigallia. I suoi vini vantano una lunga lista di fan di prestigio. Tre su tutti: Incisa della Rocchetta (nobile e famoso produttore del Sassicaia), Oliviero Toscani e Gavino Sanna (pubblicitario nonché vignaiolo in quel di Sant’Anna Arresi (Cagliari).
Quella agricola, prima ancora di essere un’attività economica, per il marignanese si tratta di pura passione. Perché come recitava un vecchio detto romagnolo: i soldi nella terra sono ben spesi e non hanno il fondo. Il suo mestiere vero è produrre software per professionisti. Tra i leader in Italia, ha una “casa” con 400 dipendenti. Sede in Senigallia.
La sua avventura viti-vinicola inizia nel 2002. Nella prima annata vengono prodotte 6.000 bottiglie; lo scorso sono giunte a 150.000. La cifra potrebbe sembrare importante, ma per la realtà di quei luoghi rappresenta una delle cantine più piccole. Afferma Gabellini: “Abbiamo la fortuna di essere in mezzo a colleghi bravi; alcuni di loro sono bravissimi. Noi cerchiamo semplicemente di seguire il loro esempio. Vogliamo produrre buoni vini. Dalla prima all’ultima bottiglia”.
Il fiore all’occhiello della produzione è la Lacrima di Morro d’Alba. Venti ettari (i totali dell’area di produzione sono circa 120) di un antico vitigno che fino a pochi decenni fa era in via d’estinzione. Quando diventa vino si porta con sé i profumi e i sapori dell’uva: un viaggio irracontabile in mezzo ai sentieri della natura in una giornata di maggio. Altri vini di produzione: Verdicchio, Rosso Piceno (70% Montepulciano, 30% Sangiovese), Bianco Brut (metodo Martinotti, lo Charmat). Non meno intrigante è il passito da uve di Verdicchio. Da uve di Lacrima distillano un’acquavite in tinta con la bontà e i profumi del vino. Cuore nel passato, ma anche rivolti al futuro. Gabellini ha confezionato una birra artigianale al sapore di Lacrima.
I buoni vini come si usa dire si fanno nella vigna, poi la passione e le professionalità degli uomini riescono a raccontare belle storie. Gabellini ha scelto un enologo di livello assoluto, Umberto Frombelli ed un cantiniere non meno appassionato, il fanese Vito Camussi. Vito è in mezzo al vino ed alle botti fin da bambino.
Le fortune imprenditoriali di Gabellini sono figlie della sua anima commerciale e da una laurea in Scienze politiche. Perché oltre a saper fare, bisogna far sapere. Porta i suoi vini alle fiere; incontra compratori in giro per il mondo. Li mette in concorso. Ha già collezionato attestati di stima e onorificenze varie. Dice Vito: “Siamo orgogliosi, però per noi è fondamentale proporre il vino nel segno della natura e degli umori della terra”. La rivista “Golosino” ha inserito il Rosso Piceno nella lista dei magnifici 100 italiani. Il “Gambero Rosso”, una delle testate del settore, ha dato i due bicchieri rossi all’Ammazzaconte (Verdiccchio), al Bisaccione (70% Montepulciano e 30% Cabernet Sauvignon). E due bicchieri neri alla Lacrima, al Verdicchio.
Le Tenuta Conti di Buscareto esporta il 25 per cento della produzione: Hong Kong, Stati Uniti i mercati principali. Per restare in tema eno-gastronomico, tre anni fa Claudio Gabellini ha aperto un ristorante ad Hong Kong. Se la sta cavando.