IL PUNTO
– Un peso politico e sociale forte di circa quattordicimila pensionati: insieme per chiedere e dare. Provengono da sette associazioni di categoria: Confcommercio, Confesercenti, Coldiretti, Cia, Confagricoltura, Confartigianato e Cna. Mediamente percepiscono una pensione di 7-800 euro al mese. La loro nuova sigla sindacale è Cupla (acronimo di Comitato unitario pensionati lavoro autonomo). E’ rinata lo scorso anno settembre dopo un barlume di vita a cavallo tra gli anni ’90/2000 (dal ’97 al 2003).
Afferma Ermes Venturini: “Siamo una forza importante che può sfondare parecchie porte. Abbiamo l’ambizione di rappresentare i pensionati attivi e quelli più deboli. Vogliamo tutelare i nostri redditi. Credo che sia giusto che verso di noi si abbia un occhio di riguardo sulla Tarsu, sull’Ici, sui servizi, sulla politica abitativa, sull’addizionale Irpef. Dall’altra parte vogliamo portare idee per tutta la collettività. Insomma, il nostro scopo è di diventare un soggetto contrattuale con le amministrazioni locali e allo stesso tempo essere utili”.
Leo Polverelli, presidente di Cna pensionati: “Con un numero così alto qualcuno ci darà retta; nessun amministratore non potrà non ascoltarci. Vorremmo allargare la nostra base coinvolgendo anche i pensionati dipendenti. Sarebbe molto civile se come pensionati si attivassero convenzioni per il nostro tempo libero: cinema, teatri, orti. Viste le vacche magre, però starà anche alla nostra intelligenza la capacità di farsi ascoltare”.
Giovanni Giungi, Cna: “I problemi dei pensionati delle categorie sono seri. Ad esempio, ci sono agricoltori che hanno case coloniche grandissime sulle quali grava una Tarsu molto alta, ma si produce pochissimo rifiuto. Una saggia politica dovrebbe intervenire”.
I sette uomini del direttivo: Severino Culiani (Confesercenti), Ermes Culiani (Cia), Leo Polverelli (Cna), Igino Semprini (Confcommercio), Loris Pelliccioni (Confartigianato), Cristian Turci (Coldiretti), Alberto Diana (Confagricoltura).