IL TURISMO
– Le armi del mestiere: un apparecchio fotografico al collo, due collie, un’ostrica aperta, la capannina in stile hawaiana, con tanto di palme, scimmiette e gonnellini. In queste scenografie semplici e belle sta la storia del fotografo Giancarlo Tonti. Con tali accessori in spiaggia ha immortalato i turisti (soprattutto bambini) per oltre mezzo secolo: dal 1960 ad oggi.
Sposato con la signora Giuliana (santarcangiolese), 73 anni, lo scorso anno, con la passione di un ragazzino, il signor Tonti si è regalato la Ferrari degli apparecchi fotografici, una Canon, gioiellino di tecnica. Nel suo personale museo della memoria (appena entrati nel negozio, sulla destra), in una vetrina, fanno bella mostre di sé: due mitiche Leica, macchine tedesche perfettamente funzionanti degli anni Trenta. Quella del ’36 la comperò di seconda mano nel ’57 e ci ha clickato sopra fino a pochi anni fa. Poi sono arrivate le Pentax, le Olympus, le Canon. Quasi il lento declino dell’Europa.
Gli accessori rappresentano la fantasia per sensibilizzare i turisti a farsi immortalre sulla sabbia misanese. I due cani furono il fascino del film “Torna a casa Lassie”, che aveva Liz Taylor come protagonista. Negli anni sessanta i bambini ci morivano a farsi fotografare in mezzo agli animali.
La noia è uno strano sentimento; così Tonti negli anni rinnova le quinte. Arriva un’ostrica di vetroresina colorata, poi traveste gli ospiti all’hawaiana. Bei ricordi.
Racconta la signora Giuliana: “Allora le persone erano felici con poco; poi sono molto cambiate, un po’ come la società. Un segno dei tempi”.
Le giornate estive di Tonti erano durissime, come quelle degli albergatori, dei baristi, degli addetti del turismo. Insomma, dietro il successo i sacrifici, nel segno che non esiste nulla di simile ad un pasto gratis. Oppure come dicevano i vecchi: nessuno ti regala niente.
La sua giornata tipo iniziava alle 9,30 del mattino con la calata in spiaggia a fare le foto. Alle 12.30 si tornava in negozio. Il pasto, il riposo veloce. Alle 15,30 apertura del negozio e successiva puntata pomeridiana al mare, dove si stava fino alle 18, quando la luce naturale permetteva di scattare e non sprecare le pellicole (allora davvero preziose). Di nuovo negozio; si sviluppavano i rullini, si ritoccavano le istantanee con i pennellini. Un’arte. La sera si andava per locali da ballo a scattare altre immagini per altri potenziali clienti. Due le mete: “Il Cigno” (l’odierno “Bobo”) e l’“Ok” (l’odierna pizzeria). Fino a metà anni ’70, quando le foto erano in bianco e nero, e Tonti se le stampava in proprio, era solito fare le quattro del mattino nella camera oscura.
Tonti è stato anche il fotografo dei giornali locali: il Resto del Carlino, il Corriere dell’Adriatico, il Corriere di Rimini, la Piazza. Pilota Franco Garavelli, ha scattato aeree su Misano. Nel negozio di via Marconi, alcune si possono ammirare alle pareti.
Giancarlo Tonti nasce a San Giovanni in Marignano il 13 novembre del 1938. Frequenta le scuole elementari fino alla classe sesta. Attorno ai 12 anni, per due anni, i genitori gli fanno fare il “boccia” da foto Bocci a Cattolica, bottega a pochi passi da piazza Primo Maggio. Il suo lavoro consisteva nel lavare le foto e asciugarle.
A 16 anni, va alla corte di un mito, Quinto Candiotti a San Giovanni. Va a lavare le foto alla fontana della chiesa e inizia a ritoccarle. Inizia anche ad andare in giro a fare fotografie alle scolaresche, alle comunioni, alle cresime, matrimoni, e tutto quello che capitava, insieme al maestro Candiotti.
Continua a lavorare altri due anni, sempre per Candiotti, ma in quel di Morciano.
Una data fatidica per la sua vita è il 1959. Viene a Misano ed il suo è un richiamo della foresta. Tonti è di una famiglia di origine mianese. La loro casa colonica era nella zona Laghetti (zona Autodromo, per intendersi). Il babbo Giuseppe ha altri 8 fratelli (7 maschi e due femmine). Tutti fanno la Seconda guerra mondiale e tutti fanno ritorno sani e salvi. Per la mamma, Vittoria Tonini, è grazie ai suoi rosari. Che continuerà a dire lungo tutti i pomeriggi della sua esistenza. Di quei nove è in vita Guerrino.
Va a collaborare da Foto Misano del sindaco Nicola Sebastiani; con negozio sotto l’hotel Savoia. Nel 1960 si mette in proprio. La sua bottega è nel segno dell’arte di arrangiarsi: un capanno di legno in via Platani dallo zio, Pio Tonti (il fratello della Tonina, madre del sindaco Stefano Giannini). Nel ’61, il Comune gli rilascia la licenza per vendere materiale fotografico in via Platani; il negozio è del dottor Francesco Rossi (il farmacista misanese amante della falegnameria). Altro trasferimento l’anno successivo: angolo tra le vie Platani e Marconi.
Nel ’74, ultima tappa: acquista il negozio in via Marconi 5, dove si trova ancora oggi (con al piano di sopra l’abitazione).
Nel 2004, arriva il digitale e Tonti innova. Dota il negozio della macchina per stampe immediate. Ma il cuore è rimasto lo stesso. “Il rullino, te lo pago quando vengo a ritirare le foto!”. La risposta al cliente è: “Ma scherzi!”.