Chi scrive era seduto lungo il corridoio dell’Oculistica dell’ospedale Infermi di Rimini il 7 gennaio. La mano destra reggeva una benda dopo che l’infermiera aveva fatto cadere le gocce per dilatare la pupilla. Passa il medico, gli sguardi si incrociano e lei saluta il paziente, che pensa: “Questa dottoressa deve essere in gamba… La gentilezza è una delle basi dell’umanità: il particolare che sa raccontare”. Poco dopo si siede vicino un’informatrice medico-scientifica. Elegante e con l’immancabile cartella. Si inizia a chiacchierare: lavoro, famiglia, figli, del sistema sanitario nazionale, delle differenze sanitarie tra l’Emilia Romagna e le Marche. L’infermiera chiama per la visita. La dottoressa scruta l’occhio con un’apparecchiatura. Risultato: “Un problema alla cornea dovuto all’età ed uno sforzo pesantissimo il giorno prima per piantare un ulivo regalo di un amico”. Il paziente esce ed incontra di nuovo la farmacista medico-scientifico in attesa di essere ricevuta, che dice: “Lei è stato davvero fortunato, la dottoressa è bravissima…”. E continua a tessere le lodi del medico. Nel frattempo giunge la dottoressa e si fanno altre chiacchiere. Lo scriba esce sollevato dal reparto, gli occhi sono un organo davvero importante. Tutto era iniziato il giorno prima, Epifania, attorno alle 6 del pomeriggio. Chi scrive si alza dal computer e si accorge che l’occhio destro proietta delle striature scure che orbitano insieme all’occhio… Testa da contadino che ama trascurarsi, pensa che passerà. Lo racconta in casa. La figlia che studia medicina, alla quale hanno insegnato che ogni piccolezza potrebbe essere qualcosa di importante, si attiva. Si fa fare un’impegnativa d’urgenza dalla dottoressa di famiglia (anche lei non meno brava), con tale foglio alle 10.30 del giorno dopo si è davanti al reparto di Oculistica. Si bussa, un infermiere calvo gentile e disponibile dice che il reparto è concentrato sulla donazione di cornea: “Torni il pomeriggio alle 2, vediamo di visitarla”. Pochi minuti prima delle due si è davanti alla porta. Altra bussata, esce un’infermiera. Breve dialogo e lei risponde: “Ora ci sono le visite prenotate, per le emergenze l’ambulatorio è dalle 17 alle 19”. “Va bene signora, ma il suo collega stamattina mi ha detto di presentarmi qui alle 2 che mi avreste visitato. Altrimenti sarei rimasto in bottega a lavorare e sarei arrivato qui alle 5”. La signora rientra in reparto. Lo scriba si chiede che fare: “Magari vado in centro a Rimini fino alle 17 per passare al meglio il mio tempo, non posso tornare a casa in Valconca”. Due minuti e ritorna l’infermiera: “Venga che ci portiamo avanti coi lavori… La pressione dell’occhio, il liquido dilatatore, l’incontro con l’informatrice, la visita. Bravissimo il reparto, bravissima la dottoressa Alessandra Brancaleoni…