LA SAGRA
Si possono degustare molte specialità romagnole, dalla piadina ai fagioli con le cotiche, assaggi di pecorini e formaggi locali, e naturalmente ampi spazi per le pappardelle al cinghiale, fatte rigorosamente a mano.
L’ingresso è gratuito. Ad allietare le serate, gruppi musicali folkloristici e tantissime bancarelle dove sbizzarrirsi nello shopping. Cinque le serate per le quali salire fino alla sentinella della Valconca: dall11 al 15 agosto.
La natura
Il più grande patrimonio del Comune di Gemmano è senza dubbio costituito dalla bellezza e dalla varietà del suo paesaggio naturale: il suo territorio è forse il più integro e il più interessante di tutto il riminese.
Gli elementi che lo caratterizzano sono per molti aspetti straordinari sia dal punto di vista scientifico che turistico. Le grotte di Onferno, la valle del Ventena, i calanchi, i sentieri che toccano i borghi rurali, i panorami ne fanno una meta obbligata per chi vuol conoscere una parte di colline isolata e rimasta ferma nel tempo.
La storia
Il nome del paese sembra essere legato al suo singolare stemma rappresentante una mano che solleva al cielo un anello con un’enorme gemma. La tradizione afferma infatti che il toponimo è da mettere in connessione con un bellissimo gioiello regalato ad una sposa dei Malatesta signori del castello durante il XIV e XV sec.
Diversa è l’ opinione degli esperti che fanno invece riferimento all’antico fundus Geminianus, un terreno appartenuto alla famiglia Geminiana citata in due iscrizioni romane rinvenute a Montefiore Conca.
L’abitato odierno risale, nella sua posizione attuale, al Medioevo, periodo di sviluppo dei luoghi fortificati sui colli.
Gemmano fu castello conteso ed importante ma del suo insigne passato è rimasto ben poco se non qualche rudere (come ad esempio le antiche mura restaurate di recente). Il centro è andato infatti completamente distrutto sotto i bombardamenti del settembre 1944 nella seconda guerra mondiale, quando gli alleati sfondarono la linea gotica, la linea difensiva dei tedeschi che aveva il compito di fermare, o almeno rallentare l’avanzata delle truppe alleate verso il nord.
La distruzione non ha tuttavia intaccato il patrimonio naturale rimasto intatto nella sua bellezza originaria.