“Lo sai che vogliono fare un impianto per smaltire l’amianto nella zona artigianale di Santamonica, dove ci sono molte aziende che lavorano gli alimenti? Sarebbe un impatto negativo sulle attività e sui valori immobiliari dei capannoni e delle abitazioni. Bisogna assolutamente fare qualcosa e mobilitarsi”.
“Onestamente, non so niente. Lo imparo da te. Un attimo faccio alcune telefonate e poi ci sentiamo”. E’ il dialogo tra un imprenditore della Santamonica e lo scriba. Passano poche ore ed un cittadino scrive una lettera ad un giornale online, lanciando la preoccupazione di cui sopra.
L’amministrazione comunale interviene con una propria nota: “In merito alle preoccupazioni, segnalate a mezzo stampa da parte di alcuni cittadini, circa la richiesta da parte di un’azienda locale di “trasformare il sito in un centro di trattamento di rifiuti pericolosi”, l’amministrazione comunale desidera chiarire alcuni punti e rassicurare la cittadinanza.
La ditta in questione si occupa di trattamento degli inerti. La richiesta presentata riguarda la possibilità, circoscritta alla propria attività, di poter stoccare l’amianto, una volta impacchettato e messo in sicurezza altrove, all’interno del proprio stabilimento, in attesa di portarlo a trattare nei centri specializzati. Nessun trattamento avverrà sul nostro territorio.
Si tratterebbe, comunque, di stoccaggio di dimensioni estremamente esigue. I quantitativi a cui fa riferimento la segnalazione riguardano le capacità complessive dell’attività, che si occupa prevalentemente di materiale inerte.
La richiesta della ditta è arrivata tramite la procedura della Conferenza dei Servizi, coinvolgendo Arpae e Ausl per la parte ambientale e sanitaria e il Comune per la compatibilità urbanistica. Compatibilità urbanistica che, trovandosi il sito all’interno di un polo artigianale, viene rispettata.
La Conferenza dei Servizi, al termine del periodo per le osservazioni, si esprimerà sulla conformità ambientale e sanitaria.
L’amministrazione comunale cercherà di far valere le legittime preoccupazioni della cittadinanza e vigilerà affinché tutte le procedure vengano rispettate”.
Che cosa dire? Chi scrive pensa che Misano abbia già una zona con attività impattanti: Raibano. Qui si trova l’inceneritore, lavorazione di calcestruzzo che tirano su polveri infinte ed altre attività forti. L’azienda che ha chiesto di stoccare l’amianto alla Santamonica opera già a Raibano. Dunque, perché creare due aree importanti?