Morciano di Romagna. Arnaldo Pomodoro: “Piazza Boccioni non è una piazza ma uno slargo”. L’intervista risale ad una trentina di anni fa.
Arnaldo Pomodoro è uno dei massimi scultori viventi. Nacque a Morciano nel 1930. La città lo voleva celebrare, assieme ad un altro morcianese illustre, Umberto Boccioni, ma ha prodotto uno scempio: piazza Boccioni. Ecco l’intervista con il maestro.
Ed il suo ricordo di Morciano dove è nato qual è?
“Oh! I ricordi sono labili. Ci andavo soprattutto d’estate a trovare i miei nonni. Ricordo che la mia passione era scendere nel fiume Conca e lavorare con l’argilla. E sono ritornato qua con i legami e con questo paesaggio straordinario. Ho dedicato anche un lavoro a Pietrarubbia. I miei amici di Pesaro erano disposti ad acquistare la casa dei miei nonni. Ma costava tanto. Ho visto Pietrarubbia, un borgo. E se non succedeva qualcosa quel borgo se ne sarebe andato. Crollato mattone su mattone su se stesso. Invece, quell’operazione lì è servita a salvare il villaggio”.
Molte sue opere sono collocate nelle piazze, qual è il valore di una piazza moderna?
“Oggi le piazze come le intendiamo noi non ci sono. E sculture in piazze moderne non ne ho. Cioè ho diverse sculture nelle piazze, ma per mia fortuna sono state costruite tanti anni fa. Qui in Italia non mi sembra di avere sculture nelle piazze. Ne ho una a Pesaro. Ma non si può chiamare una piazza. E’ un centro. Dove altro poi? A Milano in piazza Meda, ma è già in un contesto di fine Settecento, inizio Ottocento. A Lampedusa ho una scultura in una piazzetta di pescatori”.
Mi scusi, e quella di Morciano?
“Quella non è nemmeno una piazza. Non è niente. E’ uno slargo. Boh! Non è una piazza. Poteva diventarlo. Ma poi non hanno eseguito i lavori come si dovevano fare. Non si può costruire oggi una vera piazza. C’è una bella base. C’è il parcheggio. Gli alberi che ci dovevano essere non so se ci siano. Io non ci passo nemmeno più”.
Cesare Pavese ha scritto: “Amo così tanto il mio paese perchè vengo da molto lontano”. Lei come ricorsa il suo paese natale?
“Il paese di nascita me lo ricordo veramente molto bene. Io ho una grande passione per questa zona, tanto è vero che ho accettato di venire qui (ndr. Pietrarubbia e dintorni). Abbiamo inventato questo centro per la lavorazione dei metalli. E faccio fatica a venire qua, soprattutto quando devo venire in treno. Mi devo alzare alle sei della mattina ed arrivo alle 10:45 – 11. Non vengo solo per loro, ma vengo qua. E non ho scelto di insegnare a Milano. Vengo qui perché io quando ero giovane come loro e lavoravo al genio civile ero considerato un po’ toccato. E quindi non sapevo con chi colloquiare. Sorpattutto in questa zona dove c’è gente molto testarda. Non disposti ad accettare il nuovo con simpatia”.