fatta di canne e di stracci
era il sogno americano dei sioux.
Eravamo a cavallo
e parlavamo il dialetto
nelle praterie del Sud Dakota.
Il cielo era sempre terso
e sembrava non piovere mai
qui in piazza del gazometro
– Un pezzo di Cattolica tra la fine degli anni ’50 e l’inizio dei ’60 rivive nei versi del poeta e pittore Teo Bragagna, apparsi sulla prestigiosa pubblicazione annuale “Almanacco dello specchio”, della Mondadori. I versi di Teo sono come degli acquerelli, immagini a mischiate ai sentimenti, fotogrammi ingialliti dal tempo e suoni di un’atmosfera che si perde nella eco di una giovinezza passata nel quartiere del paese vecchio. Tra il nascondiglio di un palazzo abbandonato, rifugio dagli odiati studi, e lo sciabordio impetuoso della cascata del lavatoio, è un salto indietro in una Cattolica che non c’è più. Ma anche di un paese che nessuno ha mai visto, se non materializzato nelle fantasie di un bambino. A cavallo, in un selvaggio West scoperto in quel canneto scavalcato dal fischio del treno, dove una volta scorreva il fiume Vivare, cacciando serpi e parlando in dialetto nelle praterie in Sud Dakota, e tende Sioux montate proprio accanto al vecchio gazometro.
L’Almanacco dello Specchio della Mondadori è una pubblicazione annuale curata da Maurizio Cucchi e Antonio Riccardi. I 13 componimenti di Teo Bragagna sono suggestioni di amore e famiglia, emozioni e giovinezza, sullo sfondo seppiato di un pezzo di storia obliterato dal cemento. I suoi versi inediti sono stati selezionati da un comitato di lettura assieme a poesie di decine di grandi autori (tra i quali figurano anche membri dell’Accademia di Svezia, che conferiscono il premio Nobel per la Letteratura).
Teo Bragagna è nato a Cattolica nel 1951 e ora vive a Tavullia con la madre e i suoi gatti. Suoi i volumi di poesie: “Neve e conchiglie” (1989) e “Amori variabili” (1996) per le edizioni All’Antico mercato saraceno e “Stelle indocili” (2008) edizioni Un lieto colle, con prefazione di Maurizio Cucchi.
Matteo Marini