Lettera aperta del Comitato di Belvedere
Riflessione condivisa sul futuro del Comitato
“Desidero esprimere un pensiero che ritengo sia condiviso anche da altri soci, in merito ala situazione attuale del Comitato. Forse, in questo momento, rappresenta l’unica possibile alternativa per scongiurarne una probabile disfatta e cercare di garantire una prosecuzione costruttiva della sua attività.
Riteniamo che un eventuale votazione sulla sfiducia, indipendentemente dall’esito, rischio di produrre divisioni e conseguenze poco produttive per futuro del Comitato stesso ammesso che, dopo tale votazione e il relativo dibattito, il Comitato riesca effettivamente a continuare ad esistere.
La nostra riflessione non vuole essere rivolta alle singole persone che compongono il Direttivo; anzi, personalmente desidero esprimere un giudizio positivo nei confronti di ciascuno, per lo spirito di collaborazione dimostrato in occasione delle varie feste, cosi come in attività quali la Giornata Eco, seppur con alcune criticità, ha comunque ricevuto il sostegno di Luigi, Vincenzo e Viviana anche nell’ambito del progetto sociale, per quale Luigi mi ha accompagnato a valutare personalmente la situazione
Tuttavia, ciò che riteniamo opportuno condividere e che pensiamo sia il pensiero anche di altri soci è quanto segue:
se il Direttivo attuale, preso atto delle difficoltà nel riorganizzare internamente i propri incarichi, difficoltà legate soprattutto all’impossibilità di alcuni membri di collaborare in modo efficace o di ricoprire determinati incarichi, per ragioni su cui preferiamo non entrare nel merito decidesse, in maniera unitaria e consapevole, di rimettere proprio mandato (Presidente compreso), si potrebbe procedere nel rispetto dello statuto a nuove elezioni.
Tale percorso offrirebbe l’opportunità di costituire un nuovo organo composto, come speriamo, con la ricandidatura di tutti voi, o quanto meno della maggior parte, avendo constatato fino ad ora in voi del direttivo un contribuito allo svolgere al meglio il mandato espresso dai soci fondatori, che sicuramente se data l’occasione saranno pronti a sostenere ancora una volta il vostro lavoro. Come previsto può essere di un massimo di nove persone (questo lo renderebbe più produttivo essendo per intero); una volta formato può al proprio interno a maggioranza decidere la suddivisione delle cariche, la base delle competenze disponibilità e attitudini di ciascuno per bene, che un comitato ha nei confronti dei propri sostenitori e residenti senza distinzioni.
A nostro avviso, questa soluzione potrebbe rappresentare un’alternativa valida e costruttiva per consentire al Comitato di proseguire nel suo operalo, in un clima rinnovato e maggiormente collaborativo.
Naturalmente potremmo sbagliare, ma riteniamo corretto condividere con trasparenza nostro punto di vista”.
Lettera letta da Andrea Ravagli