10 luglio
E’ il giorno fatidico, tanto atteso, sudato, aspirato… alle 5:30 sveglia, cappuccino tremendo alla macchinetta (alla quale Mario non ha potuto chiedere il caffè doppio), il cielo un po’ nero… Ma l’importante è mettersi in marcia ed arrivare alla méta. I km sembrano pochi e troviamo il primo cartello, scalcinato, di Santiago. Il successivo, con la luce del giorno, è il protagonista delle foto di attestato. Attraversiamo la periferia e saliamo, l’animo sempre più acceso dall’impazienza. Siamo nel centro storico ed iniziamo a vedere le guglie della cattedrale. Affianchiamo la parete laterale, passiamo sotto il Portico della Gloria e… La piazza e la Cattedrale sono davanti a noi!!! Siamo in pochissimi, la piazza è tutta per noi. La gioia è tanta, enorme, smisurata. Abbracci, sorrisi, baci, lacrime, foto, occhi che salgono fino in cima alla Cattedrale a sondare ogni particolare della facciata molto ricca di dettagli architettonici. Sì, siamo qui, l’abbiamo voluto, ci siamo riusciti, con i dubbi, le fatiche, gli incontri, gli amici per cui pregare che ci hanno accompagnato. Troviamo Paola, una ragazza di Pino Torinese di cui il padre è sindaco che ci chiede una foto perché ha fatto il Cammino da sola e senza macchina per non essere distratta dal gesto e per tenere tutte le sensazioni “strette” nel cuore. Ci gustiamo ancora qualche momento di intensa soddisfazione e poi ci dirigiamo a ritirare la Compostela. Siamo i primi e posizioniamo gli zaini sulla porta aspettando le 9, orario di apertura. È domenica ed è una concomitanza bella essere giunti proprio oggi, nel giorno del Signore. L’ufficio apre e riceviamo il certificato insieme al “Benvenuti!” delle ragazze addette. Usciamo volando e entriamo nella cattedrale da una porta laterale. È maestosa. L’altare maggiore lo è ancora di più. Giriamo guardandoci attorno, con il fedele compagno zaino sulle spalle e ci dirigiamo verso la statua di San Giacomo per il rito dell’abbraccio. “Amico mio, raccomandami a Dio” è la formula che Carla, la nostra guardiana del Cammino, ci suggerisce come tradizione. Dopo qualche foto rubata e la tirata d’orecchi da parte del monaco custode, vestito con una tunica gialla e blu, usciamo per una meritatissima colazione. Una sosta per riprenderci dall’emozione e rientrare in cattedrale. Per strada e in chiesa tanti volti conosciuti negli albergue o camminando, persi e ritrovati alla mèta. Un’oretta di preghiera e raccoglimento prima delle 12, per la funzione del pellegrino. Siamo tantissimi, mescolati ai turisti della domenica. All’inizio della celebrazione vengono elencate tutte le nazioni di provenienza dei pellegrini e alcune intenzioni particolari (ad esempio, i 40 anni di matrimonio di Francisco e Cockie, coppia che ha fatto il Cammino da St. Jean Pied de Port per festeggiare l’anniversario. “40 anni – 40 giorni – 500 miglia”, la scritta ricamata sulla loro camicia). La Santa Messa è semplice, ma curata e partecipata. Lo scambio della pace è un mescolarsi di mani, persone, nazioni, sorrisi, abbracci carichi di significati. Di emozione in emozione, parte il canto “Signore delle cime”, come sempre struggente e suggestivo. Il prete all’omelia ha sottolineato come ricordarsi di portare l’allegria che l’incontro con il Signore ha scatenato nei nostri cuori. Con la benedizione, però, non viene compiuto il gesto del “botafumero” che, ci hanno detto, è stata svolta sabato. Peccato! Usciti, incontriamo alcune ragazze conosciute lungo il Cammino e, in sette, andiamo a pranzo con una paella che aggrega ingredienti e persone diverse.
Alle 15:30 partiamo con Manuel, l’autista che ci accompagna a Muxia, alla chiesa di Nostra Signora della Barca, a vedere l’Oceano e a respirare la sua aria salmastra e ventosa. Poi ci dirigiamo a Finisterre. La costa è molto bella: Oceano, roccia, vegetazione, piccoli borghi marini ci riempiono gli occhi. Troviamo la camera per la notte e ci facciamo accompagnare al faro (punto più occidentale della Spagna continentale, mentre Muxia è quello più settentrionale). Cerchiamo immediatamente un angolo per completare le tradizioni del Cammino: bruciare qualcosa che ci ha accompagnato lungo tutto il percorso. Indumenti, fogli con i nomi delle persone che ci hanno chiesto di pregare per loro, le loro intenzioni di preghiera, le nostre, si trasformano in fumo che sale al cielo su questo promontorio circondato dall’Oceano. Diversi turisti chiedono spiegazione del nostro gesto. Una bibita e ripartiamo a piedi per la nostra “dose quotidiana” di km a piedi! Una doccia e usciamo a cena per gustare pesce in un ristorantino del porto. Fa freddo, tira vento e rincasiamo, stanchi e felici. (continua)