Da WWF Rimini, Lipu Rimini, FIAB RiminI, ANPANA Rimini, dnA Rimini
Rimini. Taglio dei pini in via Torino, il Comune predica bene e razzola male.
Di ieri la notizia che il Comune di Rimini ha chiesto di fatto ad un cittadino, un albergatore di Via Torino,
l’abbattimento dei suoi otto pini presenti davanti all’Hotel e alla sua casa e il rifacimento della via dove il
manto stradale era stato rovinato dalle radici. “Pini, il Comune presenta il conto” titolava ieri il Carlino.
BENE, verrebbe da dire…è giusto che chi fa dei danni paghi, e a maggior ragione se il danno viene fatto alla
collettività. Ma è davvero sempre così? Ed è soprattutto cosi anche in questo caso??
Quei “pini cattivi”, che avevano sollevato l’asfalto con le loro radici, e magari “sporcato” la strada” con la
caduta di aghi fra la indignazione e le proteste di qualche residente, avevano però anche garantito per
decenni a residenti e turisti ombra e frescura estive, protezione quindi e salute contro il caldo e le ondate di
calore, oltre a bellezza e decoro in una via desolatamente stretta e priva di verde, piena soltanto di cemento
ed asfalto, frutto delle speculazioni edilizie del passato e del presente. Quei “cattivi” pini con le loro chiome
ed i loro aghi avevano garantito per decenni, e per dodici mesi all’anno, ossigeno e assorbimento di
tonnellate di CO2 e di inquinanti, garantendo anche la presenza di biodiversità, e quindi salute e benessere
alla collettività, anche e in primis proprio ai residenti che si sono lamentati delle radici. Quei pini in sostanza
erano sì una proprietà privata, ma per le funzioni svolte, specie in una via totalmente priva di verde,
avevano anche un importante valore sociale e collettivo: costituivano un patrimonio prezioso per la
collettività . Ed era impossibile che fossero tutti otto pericolosi e a rischio caduta .
Casi come quello di Via Torino, di piante private che danneggiano con le radici asfalto e marciapiedi
prospicienti le proprietà, ce ne sono molti altri in città. Citiamo solo quello di Via Baldini, angolo Viale P.
Amedeo, dove i bellissimi pini della Villa lato mare sollevano pesantemente marciapiede e posti auto.
Ma il verde privato è in realtà una parte importante e significativa dell’intero patrimonio verde urbano, circa
il 40/50 %, ed ha perciò un valore prezioso per la salute e la qualità della vita dei cittadini, oltre che per
l’immagine stessa della città e della sua offerta turistica . Nei casi in cui la proprietà non si prende cura del
proprio verde e provoca rischi o danni per la collettività è certo giusto intervenire ed esigere il rispetto delle
regole comuni, ma cercando sempre di tutelare le piante presenti, proprio per il valore che hanno per tutta
la collettività. Affrontare la situazione come nel caso di Via Torino, in modo semplicistico e sostanzialmente
punitivo nei confronti del privato che si impegna a tenere le piante e a sostenerne le spese, è quindi una
scelta del tutto sbagliata . E in netta contraddizione con gli obiettivi del Piano del Verde, che almeno a
parole pare promuovere la valorizzazione della vegetazione anche privata e la sua integrazione col verde
pubblico.
Questo caso crea un precedente preoccupante: chi può pagare un pezzo di ecosistema urbano? Quale
privato sarà disposto a farlo?
Per questo come associazioni ambientaliste avevamo scritto nelle nostre proposte inviate al Comune, fra
tutte le altre cose, di riconoscere il valore sociale e pubblico del verde privato, offrendo ai privati incentivi e
servizi per la sua cura e manutenzione, anche attraverso le competenze, il personale e gli uffici di Anthea.
Così invece si colpiscono i privati che tengono il verde e si incrementa la fobia del pino!
Non sarebbe meglio in questi casi ricercare forme di collaborazione con il privato, offrendo servizi o almeno
proponendo di collaborare magari alla spesa di manutenzione strade?
Lo avevamo scritto e torniamo a ribadirlo con forza, come chiediamo il ricorso a materiali permeabili e
drenanti nel rifacimento di strade e marciapiedi, per permettere ai pini di sopravvivere senza più fare
danni con le loro radici. Ora Via Torino sarà ancora più desolatamente vuota, un lucido ammasso di
cemento ed asfalto!! E’ davvero quello che vogliamo, anche con il Nuovo Piano del verde??











