All’Assemblea Straordinaria dei Soci di Banca Carim questa mattina al Palacongressi, la prima dal commissariamento posto in essere da Banca d’Italia, gli azionisti della Banca si sono ritrovati per deliberare su due importantissimi punti: l’aumento del capitale sociale dagli attuali 165 milioni di Euro a 275 milioni e le modifiche allo Statuto per eliminare quello che per molti opinionisti è sempre stato considerato il punto di forza (e per altri un limite) della Banca ovvero l’impossibilità per ogni singolo socio di superare il 2% di titoli in possesso. Banca Carim, ancora tra mille difficoltà e rancori legati al passato, tenta di archiviare la passata gestione e affrontare il futuro con nuove modalità. Rimane solido il controllo con il 51% da parte della Fondazione Carim guidata dall’Avv.Massimo Pasquinelli più volte chiamato in causa questa mattina.“Dopo i dati aggregati forniti dal rag. Sora e dal dott. Carollo, siamo ancora più convinti della opportunità di aderire alla ricapitalizzazione” – dichiara Paolo Conti, presidente del Comitato dei Piccoli Azionisti di Banca Carim al quale aderiscono oggi oltre 300 azionisti. “I dati patrimoniali presentati rilevano – continua Conti – una grande accuratezza nella valutazione del rischio credito da parte dei Commissari di Banca d’Italia, così come notevoli accantonamenti relativi a tutte le tipologie di impieghi. Questo rappresenta il miglior indice di solidità per una futura ripresa della Banca.” Ma allo stesso modo diventa altresì necessario un cambio di rotta rispetto al passato nel rapporto con gli azionisti di minoranza. “Non dobbiamo più ritrovarci nelle condizioni attuali – dice sempre Conti – Mai più. Alla fine avremo passato un anno e mezzo senza la possibilità di negoziare le nostre azioni, con un capitale congelato che non è stato possibile monetizzare in alcun modo. Indipendentemente dalla riduzione di valore conseguito. E per questo non è sufficiente ricapitalizzare, ma diventa altrettanto fondamentale per il futuro, dare forti segnali di trasparenza e di informazione continua a tutti gli azionisti, compresi i piccoli, e a tutti gli operatori di mercato. Le regole di Basilea 2 andranno rispettate anche sotto questi aspetti, e non solo per un riallineamento degli indici patrimoniali che avverrà con la ricapitalizzazione. La nuova governance di Banca Carim dovrà tenerne conto.”
Grande perplessità è invece stata espressa sulla effettiva necessità di eliminare il vincolo del 2% come quota massima di capitale azionario in possesso di ogni singolo azionista. “Su questo punto, proprio in virtù delle nuove regole di informazione e trasparenza necessarie al rilancio della Banca – dichiara Giuseppe Taddia segretario dello stesso Comitato – chiederemo subito di avere un confronto chiarificatore con l’azionista di maggioranza e con i Commissari, al quale parteciperanno tutti i membri del Direttivo del Comitato stesso.” “Se c’è all’orizzonte qualche grande gruppo interessato all’acquisto di azioni di Banca Carim – continua Conti – non siamo contrari di principio. Ma crediamo che i piccoli azionisti ne debbano essere portati a conoscenza perché questa sarebbe una informazione fondamentale nel loro acquisto di nuove azioni, tenendo conto che, in quanto già azionisti, potrebbero far valere, altre all’opzione di 7 azioni su 10, anche una prelazione illimitata”.
“Oggi qui c’era il cuore di Banca Carim – dice Giovanni Cecconi, dello stesso Comitato. Questa risposta ufficiale, positiva o negativa che sia, sarebbe un primo importante segnale di cambiamento nei rapporti tra tutti gli azionisti, e ci consentirebbe davvero di consegnare ai nostri figli una Banca locale ma al passo con i tempi”.
LA NOSTRA DIRETTA WEB QUESTA MATTINA DALLA SALA STAMPA DEL PALACONGRESSI