[b]di Lorenzo Silvagni[/b]
– Una corianese a capo dell’Avis provinciale Rimini. E’ Rossana Bracci, da 4 anni presidente provinciale dei donatori sangue, eletta per la prima volta nel ’99 e riconfermata nello scorso marzo.
Continua la tradizione che fa Coriano un vivaio dell’universo rosa (sindaco, segretario Ds, due capi area su tre sono donne). Rossana Bracci è corianese, gestisce un ingrosso di alimentare (l’azienda di famiglia) ed è nell’Avis da 20 anni. Ha ricoperto dal 1990 al 1993 la carica di amministratore della locale sezione Avis ed è Consigliere Provinciale dal 1993.
L’Avis Rimini è una realtà che in questi anni sta crescendo, pur con tutte le difficoltà che attraversa il mondo sanitario italiano.
“I problemi principali sono il reperimento di medici ed infermieri – dice Rossana Bracci – i cui orari non sempre si conciliano con quelli delle varie comunali, che sono 9 in tutta la provincia. Poi ci sta molto a cuore la sicurezza del sangue, sia per chi riceve ma anche per chi dona, quindi limiti più restrittivi e casi di sospensione più frequenti, per avere garanzie di un sangue valido e di donatori consapevoli”.
“La nostra provincia è in crescita – prosegue la Bracci – abbiamo trend positivi in quasi tutte le comunali e abbiamo un fiore all’occhiello che è il gruppo giovani, che sta organizzando eventi anche in proprio, il primo proprio a Coriano, e che garantisce una partecipazione a molte iniziative sia ludiche che mediche organizzate dall’Avis regionale, come la Scuola di Formazione di Castrocaro, nella quale la delegazione riminese è molto nutrita.
I donatori in provincia, nel 2001, erano 7556 e le donazioni 13611, questa è una buona media, certamente migliorabile, in aumento rispetto al passato, segno che le politiche portate avanti in questi anni e da chi mi ha preceduto sono state positive, a cominciare dalle uscite nelle scuole, ai convegni organizzati e alle iniziative di propaganda messe in piedi, come gli spot radiofonici, le campagne di affissioni, e tutto il lavoro di proselitismo portato avanti dai volontari nelle varie comunali”.
“Per il futuro – continua Bracci – mi auguro che si arrivi a toccare traguardi più elevati, dal numero di donazioni a quello di donatori perchè nonostante l’aumento di oltre il 3%, il sangue in Regione, che prima esportava sangue, comincia a scarseggiare. Cosa positiva perchè significa che soprattutto per quel che riguarda i trapianti si stanno facendo passi da gigante, ma anche grave perchè non riusciamo a coprire il fabbisogno sanitario.
Vogliamo ovviamente che il sangue raccolto sia nel segno della qualità e quindi della partecipazione consapevole, che significa avere donatori motivati e consapevoli che il bisogno di sangue in Italia aumenta in continuazione visti i progressi nel campo dei trapianti o della cura di molte malattie”.
“Per quel che riguarda la nostra Provincia – conclude Bracci – molto importante l’accordo con Forlì e Cesena per il DITI, un modo per cercare di rispondere alle esigenze territoriali legate alla stagionalità con le provinciali vicine.
Anche da noi si sente l’apertura di nuove specializzazioni ospedaliere che implicano più bisogno di sangue, bisogno che noi, pur aumentando la raccolta, facciamo fatica a coprire.
Questo significano sfide ancora maggiori che vogliamo vincere con l’aiuto di tutti”.