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[b]Giovan Francesco Barbieri, detto il Guercino (1591 – 1666), San Girolamo (particolare),
Museo della Città[/b]
– Il Guercino ritrovato. Il Comune di Rimini (in collaborazione con RomArtificio, Provincia di Rimini, Regione Emilia Romagna) ha organizzato una mostra (curata da Pier Giorgio Pasini) di collezioni e committenze riminesi dal 1642 al 1660, dedicata soprattutto alla dispersa collezione del mercante riminese del Seicento Francesco Manganoni.
Questa collezione, definita «un tesoro della pittura» dagli studiosi settecenteschi e da una ristretta élite di viaggiatori ammessi a visitarla, è stata fino a poco tempo fa un oggetto misterioso. Era composta da più di venti dipinti del Guercino, raffiguranti santi e scene sacre e profane.
Ebbe tutta una serie di passaggi ereditari e un tentativo di vendita nel 1895, ma rimase quasi intatta fino alla fine dell’Ottocento, quando i suoi dipinti cominciarono ad essere venduti per colmare i debiti fatti dai loro proprietari (i nobili Ripa e Salvoni) per sostenere una grande causa: quella del Risorgimento italiano. La completa dispersione si ebbe intorno al 1913.
Alcuni anni fa sono riaffiorati inaspettatamente tre dipinti della collezione, acquistati dal Comune di Rimini e da un privato riminese (1985); in seguito il Comune di Rimini ha acquistato un’altra opera della stessa provenienza. Ma recentemente sono stati rintracciati in alcune raccolte private altri otto dipinti del tutto sconosciuti, che ora vengono esposti per la prima volta, e dopo un buon restauro che ne consente una perfetta leggibilità.
La mostra riunisce tutti i dipinti superstiti dell’antica collezione privata riminese, e accanto ad essi espone altre opere, comprese quelle «pubbliche» dipinte dal Guercino per le chiese riminesi di San Girolamo e dei Paolotti. Si tratta in tutto di quindici opere guercinesche, otto delle quali sicuramente autografe e citate nel «Libro dei conti» del Guercino.
Sono opere della vecchiaia del Guercino, dell’ultima “maniera”, caratterizzata da un grande splendore cromatico, da una straordinaria finezza di modellato e da un inedito gusto per l’introspezione psicologica. Molte opere non erano note nemmeno per mezzo di copie, e quindi costituiscono delle vere novità anche dal punto di vista compositivo.
Un avvenimento di grande rilievo tanto per gli «amatori» della buona pittura quanto per gli studiosi; ma soprattutto per la città di Rimini, che ritrova un nucleo di capolavori dispersi che sembrava uscito per sempre dalla sua memoria e dalla sua coscienza culturale. Il più grande studioso e conoscitore dell’opera del Guercino, Sir Denis Mahon, ha seguito i lavori di organizzazione della mostra e visionato i dipinti, trovandoli del massimo interesse. Una curiosità: a 92 anni ha presenziato alla conferenza stampa della mostra. La mostra si tiene al Museo della Città e durerà fino al prossimo 23 febbraio.
La mostra è stata oggetto di un battibecco a mezzo stampa tra Vittorio Sgarbi ex viceministro alla Cultura e Stefano Pivato (assessore alla Cultura di Rimini). Sgarbi aveva detto che la mostra è bella ma “Rimini in questo periodo è un landa malinconica”, in pratica il Guercino era meglio sotto il solleone estivo o a Londra o Milano. Pivato non ha gradito affatto e gli ha risposto che seguendo la logica dell’ex sottosegretario, la mostra doveva essere fatta a Disneyland.