di Lorenzo Silvagni
– Una passione per la sua professione di avvocato, l’impegno politico ed una carriera mancata di organista liturgico. E’ il profilo di Filippo Maria Airaudo, 40 anni, capogruppo di An in consiglio a Riccione, un percorso politico passato fianco a fianco con Giancarlo Barnabè, il compianto leader storico della destra riccionese. Di lui dicono che sia una persona ponderata, colta, tollerante.
Come è cominciata la sua carriera politica?
“Iniziò tutto – dice Airaudo – alla fine degli anni ’80: assieme ad alcuni amici fondammo un gruppo di discussione politica, il Grappolo, gruppo eterogeneo che nel ’90 riuscì a portare un proprio membro in consiglio comunale come indipendente P.S.I., Giovanni Bezzi, che poi divenne assessore.
L’esperienza finì perché l’allora P.S.I. cercò, riuscendoci, di boicottare il gruppo, ed ognuno si accasò nelle aree politiche che lo rappresentavano, ed io andai in Alleanza Nazionale, ed entrai in consiglio nel ’95 e nel ’99, fino al 2001, quando divenni capogruppo in seguito alla scomparsa di Barnabè, una scomparsa che costrinse il nostro partito a darsi una struttura diversa, più organizzata, e che sta dando i suoi frutti: abbiamo aperto una sede funzionante in via Diaz, abbiamo contribuito all’elezione di Renzi a presidente provinciale (Filippo Airaudo è vicepresidente, N.d.R.) e abbiamo raggiunto i 130 iscritti. Inoltre gestiamo come società sportiva i campi da tennis di Villa Mussolini”.
Quali sono i suoi hobby?
“Di tempo libero – continua Airaudo – c’è ne sempre poco. Tra il lavoro e la politica non c’è spazio per altri interessi. Ho una gran passione per la storia e mi piace molto la vela: il mio sogno sarebbe il giro del mondo a vela.
Inoltre ho un passato di organista liturgico, che forse sarebbe diventata la mia professione, dopo due anni di conservatorio a Pesaro e 8 a Parma. Vinsi anche un concorso di livello nazionale per giovani artisti a Roma nell’80.
Poi scelsi la via dell’avvocatura, che mi piace tantissimo, e abbandonai l’organo liturgico. Ho venduto il mio strumento lo scorso anno ma ho preso un pianoforte a coda. Una cosa che mi piacerebbe fare sarebbe un concerto assieme ad alcuni consiglieri comunali, come Pasquale Schiano che canta benissimo, ed altri artisti, in una sorta di riappacificazione politica, se così vogliamo chiamarla”.
Come sono i rapporti nel centrodestra riccionese?
“Direi buoni – prosegue Airaudo – con alti e bassi ma tranquilli. Dobbiamo partire da alcuni punti molto chiari: abbandonare le politiche di bottega e avere un confronto franco e sereno scegliendo le migliori persone per portare avanti un programma di centrodestra alternativo a questo del centrosinistra, che dopo 50 anni di governo ha delle logiche di spartizione e di conservatorismo molto forti.
Inoltre nessun ordine dall’altro, ma decisioni prese per il bene di Riccione, sempre in un quadro federativo. Ci vorrà poi una convinzione forte nella vittoria, facendo una campagna elettorale credibile, nella città e presentando le proprie proposte”.
Un giudizio su questa amministrazione?
“Non voglio – continua Airaudo – essere categorico, sarebbe facile dire che è un fallimento, invece do un giudizio di mediocrità. Imola, che sembra sia su un piedistallo, a dispetto del suo partito che è molto sfilacciato, si gioca molto sulle grosse operazioni. Molte vengono dagli anni passati come Oltremare, altre, come il Palacongressi, ci vedono parzialmente favorevoli, anche se noi lo vedremmo più a misura d’uomo, altre ancora invece non sono state portate ancora a casa perché Riccione è succube di logiche provinciali dettate da logiche di un partito che governa da 50 anni, molto conservatore e che non pensa al territorio, ma alle lobby.
E’ vergognoso che su Trc, Statale 16, terza corsia dell’autostrada, dopo anni e anni che si discute, ancora non si sia fatto nulla. Inoltre ci sono grossi pericoli dal lato ambientale, come l’inceneritore o la creazione del polo commerciale a Raibano, di impatto molto forte.
Un comune poi che spende metà del suo bilancio in personale, non è poi attento a molte pieghe del bilancio in cui invece sarebbe necessario investire, come nella cultura, pur sapendo che l’epoca in cui pagava tutto lo Stato è finita e che è difficile fare le grandi opere con i soldi locali.
Io dico che prima dovremmo capire come e dove vogliamo vivere e poi agire di conseguenza, non subire le scelte che fanno in altre sedi che non sono Riccione”.
Si parla di lei come un possibile candidato a sindaco per il 2004. Cosa dice a riguardo?
“La politica – conclude Airaudo – va fatta a tempo pieno, soprattutto in un ruolo come quello di sindaco. Io amo la mia professione e non intendo sacrificarla per un incarico di tale importanza. Questo in linea di principio, anche se poi possono esserci altri fattori.
Credo che la mia disponibilità sia residuale, ci dovrebbero essere le condizioni che dicevo prima, allora si che sarebbe possibile una svolta a Riccione e con un programma chiaro, persone preparate e una presenza nella città tutto sarebbe possibile, perché il consenso è molto in movimento. Una riflessione sulla politica poi vorrei farla: purtroppo si è persa in Italia la cultura umanistica, una capacità di confronto delle idee, di dirsi le cose, di incontrarsi.
Ora purtroppo si parla di soldi, e la classe politica si è inaridita in generale, si lavora in funzione dell’economia e non di come vogliamo che sia la nostra vita”.