nel mondo del lavoro che sorgono i maggiori problemi: non sono molti gli stranieri che hanno un lavoro regolare. Sono circa 3.600 le ditte che danno lavoro agli immigrati, mentre quelle straniere di proprietà sono l’8% del totale della provincia riminese. Tra queste il nucleo più forte è costituito dai cinesi, con il 26% del totale.
Luci ed ombre dai commenti delle associazioni di categoria.
Alessandro Rapone, segretario Api: “La manodopera straniera serve. Gli italiani non vogliono più fare determinati tipi di lavoro, quindi ben vengano ospiti che possano sopperire a queste necessità. Certo, il tutto deve avvenire nel quadro che la legge italiana predispone”.
Franco Raffi, direttore Assindustria: “Il loro apporto è determinante per poter permettere la sopravvivenza a molti settori, come l’edilizia. Trattandosi poi di ospiti nel nostro paese, è logico che devono rispettare le leggi che qui sono in vigore. Se questo fenomeno è inserito in un contesto di legalità, allora ben venga”.
Per le associazioni di categoria legate al commercio il fenomeno può portare a rischi dovuti allo scarso controllo sul territorio dell’abusivismo commerciale, che rischia di mettere in crisi chi fa del commercio una professione durante tutto l’anno.
Tete Venturini, presidente Confcommercio: “Il problema è legato all’illegalità. La concorrenza e la vendita di prodotti falsi a costi irrisori rischia di mettere in difficoltà i commercianti regolari. Senza un adeguato controllo da parte delle forze preposte soprattutto nel periodo estivo la sopravvivenza di commercianti ed esercenti regolari è messa in dubbio”.
E’ nell’artigianato che si registra il maggior numero di imprese straniere. Marcello Serpieri, Cna: “E’ un fenomeno naturale, che nessuno può fermare. La mano d’opera straniera serve al nostro paese, inutile negare questo fatto. Senza stranieri la nostra regione e tutto il Nord’Italia non avrebbe tenuto ritmi di crescita così elevati. Certo, le problematiche non mancano, ma permettendo agli immigrati di sfruttare le possibilità, non ci si deve spaventare. Come Cna cerchiamo di lavorare anche per risolvere i problemi che ci sembrano maggiormente presenti: l’alfabetizzazione ed il rispetto delle norme di sicurezza sul lavoro. Spesso incidenti possono verificarsi per la totale ignoranza delle più elementari forme di sicurezza. Ribadisco, il fenomeno è comunque naturale ed irreversibile, piaccia o meno. Nella nostra associazione abbiamo qualche decina di iscritti provenienti dai paesi stranieri”.