– “Lavorare dove si conoscono le persone è molto gratificante. E lo è molto di più quando fuori, in città, c’è la stima, l’apprezzamento della gente. E’ un vero piacere essere salutati al bar, allo stadio, al mercato con calore. Segno che ci si è comportati con serietà e correttezza”. E’ la riflessione sul proprio lavoro di Domenico Mancini, il direttore della filiale di Cattolica Centro (pochi passi da piazza Ermete Re, già della Repubblica). Cinquant’anni, sposato, tre figli, è stato un “campione” del calcio. Ha giocato da mezz’ala nel mitico Cattolica che negli anni settanta militò in serie D ed ebbe anche l’onore di finire sulla schedina del Totocalcio. Quel fenomeno di Eraldo Pecci a parte, è stato uno tra i giocatori più forti nella storia di Cattolica.
Come Pecci da ragazzino ha indossato le “emozionanti” maglie del Superga. Anch’egli doveva finire al Bologna, ma gli mancò un pizzico di fortuna. Domenico Mancini è un cattolichino purosangue, figlio di un “galafà” (carpentiere delle barche). E’ arrivato al Credito nel ’96, per andare a dirigere la neonata filiale gabiccese. Poi, dopo 4 anni, è a Cattolica Centro, dove ha retto la direzione anche Luigi D’Annibale, l’attuale direttore generale dell’istituto di credito.
Mancini: “Ho scelto la banca locale perché chi lavora non è un numero e ci si pone al servizio del cliente, in un interesse reciproco”. La filiale di Cattolica Centro è composta da sette persone: tutte molto giovani. Sono: Meri Capriotti, Cristina Calabresi, Annamaria Primavera, Silvia Mattioli, Alessandro Cecchi e Massimo Foglietta. Le donne, non solo fanno maggioranza, sono anche le collaboratrici principali del direttore: la dottoressa Meri Capriotti (molto preparata) e la ragioniera Cristina Calabresi (attenta e precisa).