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CAM, 30 anni di successi. La favola: “Il santo chiodo”

Redazione di Redazione
29 Settembre 2022
in Eventi
Tempo di lettura : 3 minuti necessari
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– La Cooperativa Artigiana Muratori di Gabicce Mare ha compiuto trent’anni. Per l’occasione si è “regalata” una bella sede, “rivoluzionaria”, all’avanguardia sia sul piano tecnico, sia sul piano sociale e più avanti vedremo il perché.
L’avventura nasce sullo spunto e la spinta di Mario Semprini e Carlo Marchetti, due muratoti dalle mani d’oro. Siamo nel ’71 e si è nel pieno boom della costituzione delle cooperative. I due artigiani hanno molti amici muratori con i quali si ritrovano al bar e gettano il dado: “Perché non ci mettiamo in proprio in cooperativa?”.
In tutto sono 9 muratori, tutti bravi: a maggioranza di Gabicce, con qualche cattolichino e qualche gradarese. L’atto costitutivo viene firmato il 5 febbraio del 1972 a Morciano di Romagna davanti al notaio Giovanni Leone.
Dalla loro hanno una professionalità riconosciuta e gli attrezzi fondamentali del mestiere: passione e voglia. Le attrezzature sono le impalcature in legno dei singoli soci ed una betoniera. Ma dopo qualche mese arrivano le impalcature di ferro ed una gru usata, la mitica “Falco”. Nel tempo sono arrivate le centrali di betonaggio, le macchine per il movimento della terra, gli autocarri, gli autoveicoli. Oggi, possiedono il meglio del mercato, valutabile in un miliardo e mezzo di capitale.
Subito si iscrivono all’Albo nazionale dei costruttori. Insomma, l’avvio è alla grande; aprono subito 5 cantieri. Il primo è la costruzione di un fabbricato a Vigna del Mar a Gabicce Mare. Il primo appalto pubblico è del ’73 ed è importante: l’ampliamento dell’ospedale San Salvatore di Pesaro.
Se i primi lavori sono nel settore delle abitazioni civili, presto si specializzano in opere pubbliche. Alla fine degli anni settanta, in percentuale, i lavori pubblici rappresentano il 70, mentre l’edilizia privata vale il 30.
Nei primi due anni nessuno era assunto dalla cooperativa, ma lavoravano come liberi artigiani. Nei primi mesi alcuni soci uscirono, per essere rimpiazzati da altri.
Passato l’assestamento, i soci vengono assunti dalla Cooperativa ed hanno anche la necessità di una impiegata. La prima è Maria Giunta. Nel ’74 entra una giovanissima Lilia Ceccoli, ancora oggi della “famiglia”, nonché socia. E’ la più anziana e rappresenta una vera e propria memoria storica. Il primo tecnico fu Gino Muccini, cattolichino.
Oltre, alla Ceccoli, assumano muratori, manovali. Negli anni novanta il personale è sulle cinquanta unità. Oggi, la Cooperativa Artigiana Muratori di Gabicce Mare ha 10 soci, 30 persone a libro paga direttamente ed almeno altre 150 nell’indotto. Ed un giro d’affari di 5 milioni di Euro (circa 10 miliardi). Con un ufficio tecnico composto da 4 persone, hanno un potenziale di 10-15 milioni di Euro, ma volutamente lo si tiene attorno ai 5. Giampietro Filippini, dal ’79 nella cooperativa, dall’86 direttore generale : “Abbiamo verificato sul campo che aumentando i ricavi la percentuale del guadagno restava la stessa. Perché la battaglia si andava a fare sul prezzo. Mentre la nostra offerta si va a basare sulla qualità del lavoro. I clienti hanno capito e ci seguono”.
Ricorda i primi anni Filippini: “In quel primo decennio si lavora molto. Con un grosso difetto: non si sapevano fare i conti”.
Una tappa fondamentale è alla fine degli anni settanta. La Cooperativa riesce a mettere in piedi la prima operazione immobiliare della sua giovane storia, firmando 2 tavoli di cambiali ma l’azzeccano. Acquistano e lottizzano un’area a Case Badioli. E lì ancora oggi c’è il loro magazzino.
Un’altra tappa che segna è nell’86 e si tratta di un elemento di difficoltà. Il comparto dell’edilizia si ferma, sia quella privata, sia quella pubblica. Si entra in una crisi finanziaria che coinvolge anche la Cooperativa. Con i cantieri chiusi, gli addetti vanno in cassa integrazione per qualche mese. Si costituisce un gruppo di 4 persone per analizzare e riflettere dove andare e soprattutto come. Da quella profonda analisi si profila la figura di un responsabile, figura che poi diventerà il direttore. E viene individuato in Giampietro Filippini, geometra dalla mente raffinata, con il pallino della pianificazione e dell’innovazione. E che lavora 14 ore al giorno: qualità e quantità. Ricorda Filippini: “La crisi ci costrinse a fare delle analisi evolute, ad avere una gestione scientifica. Si vanno a pianficare le acquisizioni, le azioni commerciali. Insomma, tutto quello che si va a fare parte da un piano steso a tavolino. E su queste basi, con questo metodo di lavoro, siamo arrivati fino ad ora”.
La scelta è giusta. Negli anni ’80 e nei ’90 spariscono molte aziende private e molte cooperative del settore. La Cooperativa Artigiana Muratori di Gabicce è la seconda nelle Marche nell’edilizia ed una delle magnifiche quattro della provincia di Rimini. Le altre tre sono: la Cbr di Rimini, la Misanese di Misano e la Vela di Bellaria. L’impresa gabiccese è affiliata sia alla Lega delle Cooperative di Rimini, sia a quella di Pesaro. Ed opera in un raggio di 50 chilometri: 50 per cento dei lavori nelle Marche ed altrettanti in Romagna.

I nove soci fondatori

cinque gabiccesi, due cattolichini e due gradaresi

La Cooperativa Artigiana Muratori di Gabicce Mare fu costituita da 9 soci, il numero minimo per farla nascere: Franco Ceccolini (di Gabicce), Benito Foronchi (Gradara), Carlo Marchetti (Gabicce), Pio Marchetti (Gabicce), Antonio Marchionni (Gradara), Elvino Piva (Cattolica), Mario Semprini (Gabicce), Fiorenzo Torcoletti (Gabicce) e Mario Venturini (Cattolica).

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