Cristian D’Andrea allo stato è il numero uno alla successione di Mariano Guiducci come sindaco di San Clemente. Guiducci, al secondo mandato, non può più essere eletto come primo cittadino. Ed anche se fosse possibile non ne avrebbe neppure più voglia. L’uomo è intelligente, genuino, sulla carta doveva far crescere in modo armonico la comunità. Invece, sotto di lui la cementificazione, una bruttissima cementificazione, una tra le peggiori della provincia di Rimini, si è impennata come non mai. Un vero peccato per un territorio bellissimo.
D’Andrea è giovane ed ha già un’ottima esperienza. Fa politica da quando era in fasce. Negli ultimi tempi la sua figura si è appannata, con atteggiamenti non in tinta col personaggio che si era costruito: ha elogiato lo sviluppo urbano di San Clemente. E qualcuno all’interno del suo partito, i Ds, afferma che è portato a non prendere mai una posizione. Ma il talento c’è.
D’Andrea potrebbe anche essere la mediazione tra il gruppo Guiducci-Cerri (forse più il secondo) e quello di Pierino Falcinelli, uscito dalla giunta, sbattendo la porta ma con molte ragioni. Inoltre, D’Andrea potrebbe andar bene anche a Rifondazione Comunista.
Un candidato di peso, un uomo tutto d’un pezzo, preparato e serio, potrebbe essere Claudio Casadei, candidato numero uno quando si scelse Guiducci. L’unico difetto di Casadei è la sua intransigenza; nel senso che nel bicchiere non tollera neppure un goccio d’acqua. Dalla sua ha l’età (44 anni, sposato, un figlio), le competenze e la capacità di farsi voler bene. A San Clemente gli vogliono bene proprio tutti. Non lega con Falcinelli, ma si sopportano.