di Claudio Saponi
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Da sinistra: Miguel Barnet (scrittore), Fidel Castro e Franco Azzinari
“Con la pittura di Franco Azzinari non si è mai soli”. Così ha scritto qualcuno delle sue tele che raccontano la semplice grandiosità della natura.
“I luoghi del mito” è il titolo della sua ultima mostra itinerante in cartellone al Palazzo delle Colonne di Rimini da metà settembre fino a metà ottobre. Ha già fatto tappa a Roma ed a Paestum. Successivamente sarà a Parigi ed a Toronto.
Le tele narrano i luoghi preferiti dagli dèi: Atena, Demetra, Teseo, Apollo, Ercole.
Calabrese di origine, sposato, una figlia, Azzinari per anni ha abitato a Montefiore Conca. Ora si divide tra Riccione e Morciano. Azzinari è dotato di una tecnica assoluta. E’ capace di scrutare le profondità dell’uomo nei ritratti; anche attraverso particolari forti e difficile da rendere, come le mani, o i capelli, ad esempio.
Ma è conosciuto per i suoi paesaggi mediterranei, dove dominano le tinte forti, semplicemente perché la natura è così. In questi paesaggi l’uomo è assente, lontano. La sua presenza, a volte, è un casale abbandonato.
La pittura di Azzinari è stata raccontata da intellettuali e critici di prestigio: Sergio Zavoli e Raffaele De Grada, Giorgio Celli e Paolo Levi, Susanna Tamaro, Gianni Minà e Miguel Barnet.
Ha ritratto personaggi importanti. L’ultimo è stato Fidel Castro, del quale è stato anche ospite d’onore, una sera a cena.
Della sua natura hanno scritto: “I suoi campi di grano, avena, erba, fiori “selvaggi”, gli ulivi, i cieli, i mari, alla viva arsura del vento e del sole estivo, ti accolgono con lo stesso slancio con il quale una madre abbraccia il figlio.
Tutto avviene in modo disinteressato, dolce, misterioso. Ti conducono per mano, grano ed avena, erbe e fiori, cieli e mari, con complicità ed amicizia.