Si dice “vita di spiaggia” e per tre quarti è vita di strada. La spiaggia vera, la rassegna totalitaria della colonia, si compie dalle cinque alle otto del pomeriggio sul viale Ceccarini
di Claudio Saponi
– Riccione sempre trasgressiva, mondana, sempre civettona. Anche come un giornalista la racconta nel ’32.
Si dice “vita di spiaggia” e per tre quarti è vita di strada. La spiaggia vera, la rassegna totalitaria della colonia, si compie dalle cinque alle otto del pomeriggio sul viale Ceccarini che fila diritto per un chilometro della ferrovia al mare e sarebbe come chi dicesse il Corso di Riccione.
Vi sono città di provincia che ad una certa ora della domenica riversano in piazza tutta la popolazione in girotondo attorno alla musica; Riccione fa ogni giorno altrettanto con i suoi abitanti, vecchi e nuovi, spinta da una forza irresistibile su e giù lungo il viale Ceccarini, un corso alberato con una certa pretesa metropolitana di cui si sentono animati anche i Vigili Urbani che regolano l’afflusso delle macchine del crocevia, con la loro brava mazzetta come nelle grandi città.
Volete sapere quali sono i nuovi arrivi della giornata? Se è proprio vero che la signora o la signorina “tale” siano le più belle della Colonia? Se il tale o il tal altro sono a Riccione? Prendete posto in uno dei caffè del viale Ceccarini dalle cinque alle otto, lasciate che l’orchestrina vada per conto suo, trascurate, se potete, gli sguardi incendiari della vostra vicina di tavolo e seguite il via vai che si fa sempre più intensificando. Se non trovate il vostro personaggio tra la folla che passeggia o tra quella seduta ai tavolini del caffè, state certi che a Riccione non si trova. Tutto può darsi meno la possibilità che esso trovandosi a Riccione possa sottrarsi alla passeggiata pomeridiana alla quale non possono sfuggire nemmeno coloro che avrebbero plausibili ragioni per nascondersi, nemmeno coloro che sono ufficialmente in altro luogo che, sorpresi in flagrante contrabbando alla fede coniugale, fingono di non vedervi…